Il tartufo e la polvere | Stefano Quaglia

Gialloliva | Trasmessa il: 01/25/2010


    Anche se non si tratta di una novità nel senso più rogoroso del termine (dev'essere uscito un po' prima di Natale), non potete assolutamente perdervi questo prezioso libricino, secondo titolo della nuova, raffinatissima collana della Marcos y Marcos, che unisce alla consueta, impeccabile impostazione grafica e a un formato inconsueto, veramente tascabile, delle copertine affidate alla cura di artisti di vaglia (in questo caso, David Dalla Venezia). Quanto al testo, che deve rappresentare – se ho capito bene – l'opera prima del suo autore, è la più divertente e paradossale delle bizzarie che mi siano capitate sott'occhio da parecchio. Quaglia ci racconta del rinvenimento sulla scalinata del Duomo, a Milano, in una gelida notte d'inverno, del cadavere di Bosko Sadic, brutale malavitoso macedone, morto per via di un grosso tartufo conficcato in gola dopo una notte brava in tutta una serie di locali equivoci della nostra città. E di come la pista del prezioso tubero spinga l'ispettore Arnaboldi, che i tartufi, in verità, non li ha mai potuti soffrire e preferisce di gran lunga i panini alla piastra dei chioschi mobili del parco, fin nelle lontane Langhe, dove scoprirà che il defunto svolgeva, a latere, una rispettabilissima attività di distributore di tartufi nei luoghi di ristorazione e sarà iniziato dai colleghi locali, il maresciallo Lovisolo e l'appuntato Baldi, della caserma dei carabinieri di Cassinasco, in presumibile provincia di Cuneo, ai misteri della cucina piemontese (che proprio non gli va giù) e, più in generale, della civiltà enogastronomica di quelle regioni, in cui la trifola non è solo oggetto di consumo, ma è risorsa economica tra le più preziose, tanto è vero che si scopre al centro di complessi e non sempre leciti traffici internazionali e qualcuno si è messo perfino ad aggredire i cercatori e a rapire i loro preziosissimi cani... Ma visto che siamo in un'epoca globalizzata non ci si deve stupire apprendendo che nelle Langhe allignano anche gusti e locali di tutt'altra impostazione, come i ristoranti specializzati in sushi (in cui si aggirano, peraltro, capimafia albanesi e ambigui aristocratici subalpini), e che, anzi, molti dei cuochi che operano nel segreto delle cucine sono giunti in viaggio d'istruzione proprio dal Paese del Sol Levante, e, nonostante l'ovvio iato culturale che la lontananza geografica comporta, di tartufi e bagne caude dimostrano di intendersi più di quanto qualcuno (come l'ispettore Arnaboldi, appunto) possa immaginare. Insomma, vi piacciano o meno i tartufi (la cui stagione, peraltro, è ormai giunta al termine) da questa storia, raccontata con sovrabbondanza di particolari in una originalissima e piacevolissima scrittura, non potrete che essere affascinati. E non chiedetevi cosa c'entrino il rinoceronte e l'elefante in copertina, se no rivelerete a tutti che d'arte non capite assolutamente nulla.

    25.01.'10
    Stefano Quaglia, Il tartufo e la polvere, "Marcos ultra" – Marcos y Marcos, pp. 175, € 12,00