Il segreto di Pulcinella | Ugo Mazzotta

Gialloliva | Trasmessa il: 05/03/2004




Gli appassionati del giallo italiano tradizionale, quello impostosi prima della virata noir degli anni ’90 e caratterizzato dal rispetto delle regole classiche della detection unito a un certo gusto per il bozzetto provinciale, troveranno pane per i loro denti nel secondo romanzo di Ugo Mazzotta, pubblicato dall’editore Todaro di Lugano nella collana diretta da Tecla Dozio, cui si devono, si sa, alcune delle scoperte più interessanti nel settore.  Come ben si addice all’autore di una storia intitolata Il segreto di Pulcinella, Mazzotta è napoletano, anche se gioca fuori casa, visto che ambienta le sue vicende in una cittadina di villeggiatura dell’Appennino abruzzese, dove peraltro ha sede un commissariato di polizia che più partenopeo di così, per estrazione etnica e consuetudini culturali di chi ci lavora, non potrebbe essere, tanto che è noto nell’ambiente come Commissariato “Alla bella Napoli”, manco fosse una pizzeria (e Commissariato di polizia “La bella Napoli” si intitolava, in effetti, il romanzo che lo ha preceduto).  In questo ambiente inconsueto agisce, al comando di una squadra di caratteristi appena appena toccati da un sospetto di telefilm, il commissario Prisco, uno dei più cordiali, amabili e rilassati segugi su cui possa contare, a livello cartaceo, l’équipe investigativa nazionale.  Devoto al suo lavoro, affezionato ai luoghi in cui opera, beneficato, a differenza di tanti colleghi, Montalbano in testa, da una fidanzata assolutamente non rompiscatole, Prisco potrebbe rappresentare un raro esempio di sbirro felice, se non avesse anche lui le sue brave grane con magistrati ottusi e superiori intriganti.  Ma riesce a indagare lo stesso sull’assassinio di un burattinaio girovago (è in riferimento alla professione della vittima che il mistero proposto ai lettori è “di Pulcinella”) e sull’inquietante prospettiva che in quelle amene vallate qualche malintenzionato intenda impiantare un giro di estorsioni.  Prodotti del genere, di solito, fanno conto più sull’atmosfera che sulla consequenzialità della trama, ma Mazzotta dimostra di saper maneggiare le convenzioni del mystery con piena autorevolezza e produce una trama il cui rigore è pari alla simpatia che ispirano i personaggi.   E se le figure degli insonni guardiani della legge possono sembrare, a tratti, un poco convenzionali, basta una caratterizzazione come quella della moglie del burattinaio per farci capire che la scelta è voluta e che, quando occorre, l’autore non si lascia spaventare dalle analisi psicologiche un po’ inconsuete.  Insomma, l’impasto è felice e se non siete proprio affezionati al sottogenere trucido dovrebbe darvi le sue brave soddisfazioni.


03.05.’04

Ugo Mazzotta, Il segreto di Pulcinella, "Impronte" – Todaro, pp. 174, € 13,00