Vi devo confessare, visto che siamo
amici, di aver sempre avuto un debole per il thriller religioso. In
fondo, alla base del giallo c’è il feuilleton, uno dei temi favoriti del
feuilleton è sempre stato l’attività clandestina di potenti e misteriose
organizzazioni ed è impossibile trovare un’organizzazione più potente
e più misteriosa, in un certo senso, della Chiesa cattolica. E poi
i temi tipici del sottogenere religioso, come quello della “tomba ritrovata”
o quello del “manoscritto imprevisto”, nei mystery funzionano sempre.
D’altronde si capisce: il cristianesimo è l’unica religione che
abbia avuto il coraggio di fare della comparsa del suo Dio in terra un
avvenimento storico a tutti gli effetti, non semplicemente mitico, e siccome
la ricerca storica si basa sui documenti è sempre possibile che salti fuori
appunto un documento (la lapide di una tomba in Terrasanta, un papiro del
Mar morto…) capace di contraddire la versione ortodossa dei fatti, il
che pone – naturalmente – il problema della reazione delle autorità competenti.
Sono tutti motivi già utilizzati prima che Dan Brown li riesumasse
per il suo sopravalutatissimo Codice da Vinci e stanno alla base di molti
ottimi romanzi. Io, personalmente, continuo a pensare che il capolavoro
del genere resti “Il ricatto della croce” di Andrea Frezza, che è del
1999, ma è solo una opinione.
The
Judas Testament, di Daniel Eastman, è del 1994, prima, dunque, dei due
titoli di cui sopra, ma esce in Italia soltanto oggi, sull’onda del successo
di Brown. L’autore è un ex accademico irlandese, che, con il suo
vero nome di Denis McEoin, si è distinto negli studi di orientalistica
a Dublino, Edimburgo e Oxford, ma si è ormai dedicato da tempo alla produzione
di best seller: ne ha pubblicati, stando al risvolto, già nove ed è un
peccato che da noi non siano arrivati tutti. Il romanzo, infatti,
è di qualità piuttosto alta: sfrutta, sì, uno dei motivi canonici, quello
del manoscritto imprevisto (tanto più imprevisto, nel caso, in quanto uscito
dalla penna di un autore così importante che più importante proprio non
si può), ma lo svolge con creatività, evitando di sovraccaricare il tema
delle solite divagazioni esoteriche e mantenendo la trama saldamente nel
XX secolo. Alla caccia del prezioso documento, di fatto, non troverete
soltanto i servizi segreti di mezzo mondo e una scelta pattuglia di perfidi
cardinali: c’è anche un’organizzazione internazionale dell’ultradestra
cattolica, strutturata un po’ sul modello dell’Opus Dei, che nient’altro
si propone che non la resurrezione del nazismo e il ristabilimento nell’Europa
dell’Est del Reich millenario. L’ipotesi non sarà forse realistica
(almeno speriamo), ma dal punto di vista narrativo una sua plausibilità
ce l’ha e chiunque sia appassionato di bei romanzoni un po’ kitsch, con
tanta azione e tanti cattivi, dovrebbe trovarci le sue brave soddisfazioni.
Il personaggio centrale (il solito studioso finito in un gioco più
grande di lui) è forse un po’ debole, ma, tanto, ogni volta che è davvero
nei guai salta fuori qualcuno armato di pistola a toglierlo dalle peste
e così può arrivare alla fine delle quasi cinquecento pagine con piena
soddisfazione. Come i lettori, appunto.
23.01.’06
Daniel Eastman, Il segreto del Messia (The Judas Testament, 1994), tr. it. Raffaella Asni, Cristina Ranghetti e Loredana Rotundo, "Uomini ed epopee" – Armenia, pp. 478, € 16,50