Il professionista non è morto | Stephen Gunn (Stefano Di Marino)

Gialloliva | Trasmessa il: 03/19/2012


    Stephen Gunn, non è più un segreto per nessuno, è lo pseudonimo con cui Stefano Di Marino firma per “Segretissimo” le storie di Chance Renard, meglio noto come “il Professionista”. La storica collana mondadoriana di spy stories è ormai l'unica sede in cui un manipolo di autori italiani prosegua la nobile tradizione dello pseudonimo straniero: in effetti ospita da anni le opere di una vera e propria “legione straniera” di scrittori d'azione, in cui si segnalano alcuni dei nostri giallisti più interessanti, da Francois Torrent (Andrea Carlo Cappi) a Jack Morisco (Giancarlo Narciso). Di questa pittoresca genia, tuttavia, Di Marino può essere considerato il decano: è attivo da una ventina d'anni (il primo romanzo con il Professionista è del 1995) ed è ormai abbastanza ammirato a livello critico da potersi permettere di firmare con il proprio nome i romanzi che pubblica in libreria, comprese le riedizioni dei “Segretissimo”. Sono le sue storie esclusivamente di azione, sorrette da una fantasia sfrenata, una impeccabile documentazione in tema di attività criminali e spionistiche, armi e arti marziali, nonché una capacità diabolica nell'organizzare le trame e nel creare i più spaventosi antagonisti per il suo eroe. Non avanza esplicite pretese letterarie o ideologiche e si mantiene rigorosamente nella dimensione dell'intrattenimento, ma la sua scrittura ha una pulizia e una incisività che molti autori di grido gli potrebbero (e dovrebbero) invidiare. Il che è tanto più notevole se si considera il fatto che si tratta di uno degli scrittori più prolifici presenti sul campo e che la sua produzione supera di un bel po' il centinaio di titoli.
    Quaranta di questi, tra romanzi e racconti, sono dedicati alle gesta di Chance Renard, il Professionista. Belga d'origine, ufficiale della Legione Straniera esperto di azioni di commando e antiterrorismo, buttato fuori dalla legione per via di una falsa accusa, Renard continua a sfruttare le sue straordinarie capacità come battitore libero, al servizio delle più varie organizzazioni, anche se da un po' collabora stabilmente con una non meglio precisata Direzione sicurezza europea, tanto è vero che ha portato la sua base a Milano, dove ha raccolto attorno a sé una squadra di collaboratori in tutto degni di lui. In un certo senso, discende anche lui alla lontana da James Bond, ma comincia, naturalmente, dove James Bond si fermava. I tempi sono duri e non ammettono più gli atteggiamenti da dandy degli anni '60: le spie devono essere capaci di lottare e soffrire, nonché di rispondere alla violenza con la violenza e Chance, quanto a questo, non ha rivali. Così, in questo Il professionista non è morto, compare in scena prostrato da una precedente avventura, ma è subito in grado di tornare in azione: deve facilitare l'esfiltrazione (se si dice così) della temibile Shaibat, master spy al corrente di molti fondamentali segreti, nonché sua rivale storica, e deve guardarsi dalle manovre dei capi del progetto Loki, quelli che volevano riportare la guerra fredda in Europa, nonché da altre minacce ancora più oscure e letali. Si dipana così una serie di agguati e controagguati, tradimenti e controtradimenti, colpi di scena e capovolgimenti di fronte, che porteranno i nostri eroi, buoni e cattivi, da Milano alla Corsica, alla Svezia, al Montenegro, a Trieste, a Belgrado... in una fantasmagoria che non potrà che entusiasmare chi ama le storie di azione ben costruite. Naturalmente personaggi del genere non esistono, ma... ne siamo proprio sicuri?

    19.03.'12
    Stephen Gunn (Stefano Di Marino), Il professionista non è morto, "Segretissimo" n. 1585 – Mondadori, pp. 314, € 4,50