Il party | Ed McBain

Gialloliva | Trasmessa il: 10/10/2005





Mi sembra giusto ricominciare le nostre chiacchierate rendendo un doveroso omaggio a Ed McBain, l’ultimo dei grandi giallisti del secolo scorso, che ci ha lasciati a ottant’anni questo luglio, due o tre settimane dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo, che in Italia hanno chiamato Il party e per una volta non possiamo lamentarci del cambio di titolo, perché quello originale, The Frumious Bandersnatch, alude a certi versi di Lewis Carroll in Alice attraverso allo specchio che al medio lettore italiano sono molto meno familiari di quanto lo siano al suo omologo anglofono.  tratta, comunque, non so più se della cinquantaseiesima o cinquantasettesima puntata della serie dell’87° Distretto, ambientata – come sempre – nella mitica città di Isola, sempre più uguale e sempre più diversa dalla New York del nostro mondo prosaico, e anche se è evidente che l’autore, ahimè, non gli ha potuto dare l’ultima revisione, per cui la trama ci sta e non ci sta (per esempio, la parte tragicomica, o comico tragica, affidata, come la solito, al detective Oliver Wendell, in prestito dal distretto vicino, non riesce a fondersi con l’azione principale in uno di quei sensazionali pastiche cui l’ultimo McBain ci aveva abituati), resta sempre un gran bel giallo.   È la storia di un rapimento a scopo di estorsione, nella persona di una cantante pop prelevata a bordo dello yacht del suo produttore proprio nel momento in cui sta registrando il video che ne farà, a prescindere dalla sua sorte personale, comunque una diva, e rappresenta una sorta di affascinante incursione dell’autore nelle nefandezze del business dell’intrattenimento, un mondo a confronto del quale, sembra di capire, il gangsterismo alla Al Capone va considerato  un gioco di educande.  Il vecchio Salvatore Lombino conferma una volta di più quella capacità di cogliere i dati sociologici correnti e di farne oggetto di narrazione che lo caratterizza sin da quando, nel 1956, si faceva chiamare Evan Hunter e scriveva del seme della violenza che alligna nella giungla della lavagna.   Come sempre, Steve Carella e i suoi non faranno molta fatica a individuare il gruppo di balordi che ha compiuto materialmente il reato  e il non insospettabile cattivone che gli sta alle spalle, ma mai come in questo caso si capisce che per Lombino-Hunter-McBain la trama gialla non è mai fine a se stessa, ma serve per organizzare e presentare una intera visione del mondo, il che, per un autore cosiddetto “di consumo”, che ha venduto i suoi libri in tutto il mondo in oltre cento milioni di copie, non è proprio una cosuccia da niente.  A noi restano, oltre al rimpianto per un autentico artefice della narrativa, i suoi oltre cento romanzi, siano dedicati all’87° distretto all’avvocato Matthew Hope o fuori da tutte le serie – il mio preferito resta Una città contro (Downtown, che deve essere, più o meno, del 1985) – per non dire delle scheggiature, da quella degli Uccelli di Hitchcock a quelle in cui le storie di Carella venivano riciclate per il tenente Colombo, testimonianza, quest’ultima, di una versatilità che solo un grandissimo professionista si poteva permettere.




(10.10.’05)
Ed McBain, Il party (The Frumious Bandersnatch), tr. it. di Nicoletta Lamberti, "Omnibus" – Mondadori, pp. 271, € 17,00