Il marchio di Giuda | James Rollins

Gialloliva | Trasmessa il: 02/11/2008




Di un romanzo intitolato al Marchio di Giuda ogni serio lettore di gialli è autorizzato un po' a diffidare.  Soprattutto quando scopre, già nelle primissime pagine, che nella trama hanno parte un antico segreto tramandato da secoli, un messaggio arcano da decifrare, una serie di indizi da interpretare e altre piacevolezze della stessa natura.  Ma in questo i veri autori di thriller, com'è appunto James Rollins, del cui Ordine del sole nero ci siamo occupati qualche mese fa, differiscono dai vari Dan Brown, che riescono sempre a mescolare gli elementi di questo tipo con le convenzioni del genere avventuroso, in modo da ottenere dei prodotti che non mettano a troppo dura prova la credulità del lettore.  L'equilibrio su cui si regge la  trama sarà forse un po' spericolato, ma la qualità della scrittura, il ritmo narrativo sono sempre tali da spingere chi legge da un capitolo all'altro, senza lasciargli il tempo di soffermarsi sull'implausibilità delle varie situazioni.  E quando, come nel finale di questo romanzo, ci si avventura un po' troppo nel dominio dell'impossibile, l'autore riesce sempre a spegnere la tensione con una strizzatina d'occhio.

       Comunque, Il marchio di Giuda rappresenta l'ennesimo capitolo della lotta mortale tra la Sigma Force, braccio armato di una super agenzia americana di sicurezza, e la temibile Gilda, super organizzazione internazionale a delinquere.  Il tema su cui si affrontano queste incarnazioni contemporanee del Servizio Segreto di Sua Maestà e dello Spectre di Ian Fleming è quello della catastrofe bioecologica: in un atollo sperduto del Pacifico, dove sono presenti, per una operazione apparentemente di routine, due agenti della Sigma in questione, è scoppiata una temibile epidemia, la cui rapidità di contagio è tale e i cui effetti sono così devastanti da spingere le autorità a sequestrare una lussuosa nave di crociera come base per le operazioni di soccorso e ospedale di isolamento per gli infetti.  Ma il natante viene a sua volta sequestrato da certi pirati malesi, dietro i quali, si scoprirà, opera appunto l'organizzazione di cui sopra: anche la Gilda sta studiando l'epidemia e non è probabile che lo faccia a fini disinteressati.  La situazione è complicata dalla presenza di orde di granchi rossi impazziti e branchi di calamari giganti predatori, per non dire di tribù di cannibali nella foresta e altre piacevolezze del genere.  E questa è solo una delle due trame principali, perché, in parallelo, si racconta di come l'agente più noto dell'organizzazione, Grayson Pierce, venga coinvolto in una sorta di caccia al tesoro alla ricerca delle pagine nascoste del Milione di Marco Polo, che sulla stessa isola, durante il suo viaggio di ritorno in occidente, si imbatté in fenomeni del genere, ma riuscì, chissà come, a cavarne la pelle, e gli indizi abilmente disseminati a tal fine lo portano dal Vaticano alla cattedrale di Santa Sofia a Istanbul, all'isola di Hormuz, all'imboccatura del Golfo Persico, alle rovine di Angkor War, nella giungla cambogiana.  E intanto i cattivi hanno rapito a scopo ricatto i suoi vecchi genitori, uno dei quali soffre di Alzheimer e l'unico essere umano in grado di dargli man forte è una ex terrorista pentita che forse è innamorata di lui e forse sta facendo il doppio gioco...  insomma, come avrete capito, c'è di tutto e di più e chi ama questo genere di divagazioni (io, ormai lo sapete, ne vado matto) avrà pane per i suoi denti e sorvolerà le quasi cinquecento pagine del romanzo con la velocità di uno dei superjet della Sigma.  Chi, invece, preferisce qualcosa di più impegnato sul piano letterario dovrà aspettare la settimana prossima.


11.02.'08

James Rollins, Il marchio di Giuda (The Judas Strain), tr. it. Marco Zanetti, Editrice Nord, pp.495, € 18,60