Il levantino | Eric Ambler

Gialloliva | Trasmessa il: 02/25/2008



Puntuale come ogni anno, arriva in libreria la riproposta Adelphi di uno dei classici dimenticati di Eric Ambler.  E l'evento merita di essere adeguatamente solennizzato, non foss'altro perché Il levantino, uscito in Italia nel 1973, e riapparso soltanto una volta, in forma di supplemento di Segretissimo, nell'anno di grazia 1991, da allora era sparito dal nostro mercato editoriale.  Il che, trattandosi di uno dei thriller più intriganti del maestro indiscusso della spy story era assai deprecabile.  La nuova edizione si avvale anche di una traduzione nuova, anche se va detto che la precedente, di Bruno Oddera, non era affatto male.


        Le storie di Ambler sono, di solito, storie di sottovalutazione.  Il protagonista, una figura di underdog, mal inserita, per motivi che possono essere nazionali, etnici, sociali o di altra natura, nell'ambiente in cui gli tocca vivere, si trova a essere sottoposto a ogni genere di pressioni da parte di brutti ceffi che pensano di potersene servire a proprio piacimento per i propri loschi fini, legati, di solito, a un qualche intrigo internazionale (ma non è detto, può essere anche un colpo ladresco, come nel caso famosissimo di Topkapi) e sono destinati ad accorgersi troppo tardi che il gioco è meno facile di quanto avevano previsto.  Lo schema si ripete anche per Il levantino, con una differenza importante: il personaggio centrale, Michael Howell, è tutto tranne un underdog: si tratta del prospero e rispettabile erede di una grande famiglia anglo-greco-armeno-libanese, che gestisce, in vari stati mediorientali, ma soprattutto in Siria, una proficua attività imprenditoriale e armatoriale e sembra aver imparato a destreggiarsi con maestria tra l'inettitudine delle burocrazie e l'inaffidabilità dei politici.  Ma anche per lui, quando verrà preso in mezzo tra i servizi segreti israeliani e un gruppo palestinese di dissidenti dell'OLP, che hanno – sembra – escogitato un piano ingegnoso per bombardare Tel Aviv, la situazione comincerà a farsi scottante.
        Scritto e ambientato quasi quarant'anni fa, il romanzo è ancor oggi di una attualità sconcertante.  Ambler ha sempre avuto la capacità di illustrare, con le sue trame e i suoi personaggi di fantasia, i nodi più intricati della politica internazionale e la sua conoscenza delle varie situazioni di crisi, inclusa quella palestinese, è evidentemente di prima mano, quale se la può permettere solo un autore che a qualche rapporto con i servizi d'informazione di Sua Maestà  non ha mai rinunciato del tutto.   Quello che ci mette di suo, oltre a un'abilità diabolica nell'organizzare l'intrigo e una capacità di definire i personaggi che non ha uguali in tutto il sottogenere spionistico, è una evidentissima simpatia per le cause perse, per i popoli che non hanno proprio nessuna speranza di veder accolte le proprie legittime aspirazioni, e per coloro che, nello scontro dei vari vasi di ferro, sono destinati a rimetterci le penne.  Un grande autore, comunque, la cui opera funge da ponte con i Maugham e i Buchan da una parte e i Fleming e i Le Carré dall'altra.  Un grazie sentito, dunque, all'Adelphi, che ci permette di rileggere le sue opere e speriamo che quelle che mancano non tardino troppo.

25.02.'08
Eric Ambler, Il levantino (The Levanter, 1972), tr. it. di Franco Salvatorelli, "Gli Adelphi" - Adelphi, p. 254, € 12,50