Il giardino delle belve | Jeffrey Deaver

Gialloliva | Trasmessa il: 10/18/2004




Permettetemi di approfittare di una settimana di relativa calma editoriale per cominciare a sbrigare gli arretrati estivi, partendo, naturalmente, dal grande romanzo “olimpico” di Jeffrey Deaver, in libreria ormai da luglio.  Le olimpiadi di Atene sono solo un ricordo, naturalmente, ma la cosa non è un problema, visto che Il giardino delle belve rievoca quelle berlinesi del 1936, le prime, come è noto, in cui l’innocua manifestazione sportiva ideata dal marchese De Coubertin cominciò a dilatarsi, grazie all’efficienza della macchina propagandistica del nazismo, nella dimensione ideologica dell’evento e il romanzo storico non si pone problemi di attualità.  Nell’idea di rievocare in forma di thriller figure e atmosfere della Germania nazista, naturalmente, non c’è niente di nuovo (ci ha già pensato Philip Kerr con la sua trilogia di Berlino), ma l’idea base di Deaver, quella di un gangster tedesco americano incastrato dall’Intelligence della Marina degli USA e spedito a Berlino insieme alla squadra olimpica per far fuori un gerarca responsabile del riarmo, non è niente male.  Certo, questo Paul Schumann, per essere un killer al top della categoria sembra fare un po’ troppi pasticci: sbaglia clamorosamente contatto, si azzuffa per futili motivi con la prima squadra delle SA in cui inciampa, stringe un’alleanza di ferro con un malavitoso mal affidabile e passa buona parte del suo tempo a corteggiare un’ex insegnante antifascista che ha appena conosciuto; si lascia, insomma, alle spalle una pista grande così, che l’integerimo ispettore Kohl della Kripo non fa nessuna fatica a seguire.  E vabbé che se tutto filasse liscio non ci sarebbe da divertirsi, ma il lettore, dopo un po’, comincia a sentirsi vagamente deluso… e fa male, perché non bisogna sottovalutare Deaver, che non sarà forse “il più grande scrittore di thriller dei giorni nostri”che dice lo strillo di copertina, ma come costruttore di trame imprevedibili (o quasi) sa il fatto suo e riesce a produrre, anche questa volta, un solido romanzo d’azione, con un’ambientazione brillante, un ritmo sicuro, un esito imprevedibile e dei personaggi altamente funzionali.  I gerarchi nazisti vi sembreranno forse un poco grotteschi, ma non è colpa dell’autore.  La differenza tra tragico e grottesco spesso è una questione di punti di vista, e le fonti ci garantiscono che quei tristi figuri erano proprio così.  Che impressione.

18.10.’04

Jeffrey Deaver, Il giardino delle belve (Garden of Beasts – A Novel of Berlin 1936), tr. it. Maura Parolini e Matteo Curtoni, "I romanzi Sonzogno" – Sonzogno, pp. 485, € 19,00