Il personaggio dell’avvocato Pery Mason è così strettamente legato alle
due serie di telefilm interpretati, in diversi periodi della sua carriera,
da Raymond Burr, che pochi sentono il bisogno di tornare, almeno ogni tanto,
ai romanzi originali di Ernest Stanley Gardner (1889-1970). Il che
è un peccato, perché, con tutti i loro difetti, quei libri rappresentano
un esempio forse insuperato di una fase classica del giallo americano e
non vanno assolutamente confusi con i vari legal thriller che, anche sull’onda
del loro successo, imperversano ai giorni nostri. Gardner, in effetti,
si era fatto le ossa sulle pagine dei pulp e a quel modo di scrivere essenziale,
rapidissimo, senza inutili fronzoli è restato fedele per tutta la sua lunga
carriera, tanto è vero che il suo personaggio rappresenta, sotto le mentite
spoglie di un rispettabile principe del foro, un esemplare quasi perfetto
di eroe pulp: un individualista ostinato, in rissa perenne con la società
bene e le sue ipocrisie, incarnate, nel caso, dalle ritualità tribunalizie
e dall’ottusità dei pubblici funzionari che vi presiedono. Tutti
motivi, questi, per compiacersi del fatto che gli Oscar abbiano ripubblicato
uno dei titoli più importanti di una serie che ne comprende più di ottanta,
quel Caso dei dadi truccati del 1939 che in Italia non riappariva da ventisette
anni. La trama, come sempre, sfida qualsiasi tentativo di sintesi,
visto che in un breve giro di pagine riesce a mettere insieme un caso di
tentata circonvenzione ai danni di un anziano signore benestante a opera
dei soliti avidi eredi, un complicato delitto con sparizione di persona
avvenuto trent’anni prima nel Klondyke della febbre dell’oro e un omicidio
contemporaneo in cui hanno parte uno specialista in dadi truccati, una
ex ballerina dal cuore d’oro, una venditrice di sigari bisognosa di aiuto
e chi più ne ha più ne metta. Come al solito la pubblica accusa cercherà
la soluzione più facile, tanto al Procuratore di turno interessa di più
incastrare l’avvocato che fare giustizia, e come al solito Perry Mason,
all’ultimissimo minuto, metterà tutto a posto. Che sembra la solita,
eterna storia e, forse, in effetti lo è, ma provate a leggere (o rileggere)
questo ancora freschissimo romanzo e vedrete che la ripetitività dello
schema non impedisce né all’autore di esibire, cammin facendo, le più
straordinarie trovate né al lettore di divertirsi, che è poi l’unica cosa
che conta.
07.02.’05
Erle Stanley Gardner, Il caso dei dadi truccati (The Case of the Rolling Bones, 1939), tr. it. non indicata, Oscar Mondadori n. 1875, pp. 181, € 8,00