David Baldacci (che, con gli anni, è riuscito a liberarsi dagli eteronimi
anglosassoni impostigli qui in Italia dalla distribuzione) non scrive gialli,
naturalmente: è specialista in RPRRscscè specialista èèquel tipo di romanzoni
a intrigo ambientati ai vertici della società americana, tra magnati, belle
donne e politici di alto livello, destinati, se tutto va bene, a essere
trasposti quanto prima in un solido film con Gene Hackman, Clint Eastwood
o altri divi par loro. I suoi personaggi, uomini duri chiamati a
proteggere gli interessi di potentati un po’ ambigui e non sempre
degni del proprio ruolo sociale, ricordano più gli eroi della spy story
che quelli del nostro genere preferito. Ma, stranamente, è proprio
quando l’autore si lascia tentare da motivi e atmosfere del mystery che
raggiunge i risultati più convincenti. Così, in questa sua ultima
fatica, la storia di Sean King, agente del Servizio Segreto (un’agenzia
che, negli Stati Uniti, non ha niente a che fare con lo spionaggio, ma
è votata alla protezione dei pezzi grossi, dal Presidente in giù), che
si è fatto ammazzare letteralmente sotto gli occhi il candidato affidatogli
e, anni dopo, si ritrova coinvolto, nemmeno lui capisce bene come, nel
rapimento di un altro, finisce con l’assumere delle movenze tipiche del
giallo d’azione. Perché attorno a lui, che da quando ha lasciato
il Servizio conduce la più pacifica delle esistenze, cominciano ad accumularsi
i cadaveri? E chi è il misterioso individuo che sembra programmare,
con una sorta di meticolosa follia, i vari passaggi della vicenda?
E quale ruolo giocheranno le due ex colleghe che, come emergendo dal passato,
si sono messe a ronzargli intorno? È una storia, quella organizzata
da Baldacci, che nessun lettore, per quanto esperto, ha grandi probabilità
di dipanare, vista la complessità delle svolte e dei colpi di scena, ma
è costruita, una volta tanto, con autentico rigore e regge benissimo, a
dimostrazione di come, nella narrativa di genere, una buona trama riesce
a far passare in secondo piano la convenzionalità dei personaggi e l’improbabilità
delle situazioni. Il giallo, certo, è un’altra cosa, le sue problematiche
– soprattutto oggi – sono molto più coinvolgenti, i suoi autori sono
avvezzi da tempo a muoversi sotto l’ala della Letteratura, ma… ma per
noi impenitenti cultori della narrativa come divertimento, può essere piacevole
abbandonarsi, ogni tanto, al piacere di un’autentica macchina da lettura.
Se non temete troppo i rimproveri dei sacerdoti del noir letterario,
questa è la vostra occasione.
26.04.’04
David Baldacci, Il candidato (Split Second), tr. it. Nicoletta Lamberti, Mondadori, pp. 409, € 18,60