Il Broker | John Grisham

Gialloliva | Trasmessa il: 11/08/2005




John Grisham, nonostante le paccate di copie che vende da anni, non è quel che si dice uno scrittore originale: in fondo i suoi primi best seller (Il socio, Il rapporto Pelikan, Il cliente e via andare) sfruttano un vecchissimo motivo narrativo, quello dell’innocente “preso nel mezzo”, del cittadino in buona fede che finisce, più o meno per caso, in una situazione irta di minacce e pericoli, per sfuggire ai quali dovrà far appello a competenze e capacità che non sapeva neanche di avere.  È uno schema che viene, più che dal giallo, dalla spy story – tra i primi a sfruttarlo è stato Eric Ambler con Epitaffio per una spia, che è del 1938 – ed è stato portato alla perfezione dal grande Hitchcock con Intrigo internazionale, del 1959.   Grisham, in fondo, si è limitato ad attualizzarlo, a sfrondarlo dai motivi di cappa e spada e a sostituirli con quelli del legal thriller, ottenendo una formula di sicuro successo, anche se un po’ rigida, tanto è vero che quando ha cercato di allontanarsene gli esiti sono stati molto meno felici.  Sarà per questo che  con Il Broker, ha deciso di riproporcelo pari pari.  L’unica variante degna di nota, in effetti, non riguarda la struttura, ma i personaggi: al posto del cittadino innocente alla Cary Grant troviamo un autentico farabutto, il broker del titolo, come a dire un grosso lobbista abituato a muoversi nella giungla di Washington seminando corruzione a piene mani, un cinico che per danaro venderebbe nonna e nipotine e non si lascia intimidire da niente e nessuno.  A meno, naturalmente, che sia in gioco la pelle: quando, in seguito all’ennesima intermediazione azzardata, si troverà nel mirino delle squadre della morte di tre o quattro servizi segreti, non troverà soluzione migliore che rifugiarsi in un carcere federale, patteggiando una condanna a diciassette anni, nella consapevolezza che la galera come alloggio non è un gran che, ma almeno è sicura.   Se non che la CIA, per motivi suoi, lo farà uscire con tre lustri di anticipo, costringendolo, come ogni eroe di Grisham degno di questo nome, a ingegnarsi come può per restare in vita.

       Niente di nuovo, dunque, ma – forse proprio per questo – la storia, sul piano dell’intrattenimento, funziona come un orologio svizzero.  E poi ci sono due motivi particolari di interesse: l’insolita coloritura comica di certe figure, a partire da quel Presidente degli Stati Uniti che, al tentativo di farsi rieleggere, è stato trombato in tutti gli stati tranne l’Alaska (l’unico dove non ha fatto campagna), e il fatto che l’autore, che da un po’ in Italia si vede spesso, ha scelto il nostro paese come rifugio del suo cattivo soggetto, sistemandolo prima a Treviso e poi a Bologna.  Ed è curioso, lo ammetterete, che una tipica trama alla Grisham si svolga, come in un romanzo di Macchiavelli, sotto i portici del capoluogo emiliano.   Del quale autore e personaggio non dicono altro che bene, del tutto insensibili alle problematiche recentemente avanzate dal sindaco Cofferati.   Nessuno, notoriamente, è profeta in patria.



08.11.’05
John Grisham, Il Broker (The Broker), tr. it. di Renato Pera, "Omnibus" – Mondadori, pp. 345, € 18,60