Fa sempre piacere presentare un debuttante italiano di belle speranze e
Antonio Zamberletti, quarantenne, ex agente della Polizia di Stato, esperto
di problemi di sicurezza merita certamente di essere considerato
tale, anzi, se non fosse per i soliti banali motivi di scaramanzia, lo
si potrebbe definire persino un autore di sicuro avvenire. È, comunque,
uno spirito intrepido, visto che per la sua opera prima ha scelto uno dei
sottogeneri più infidi dell’universo giallo, ambientando nella realtà
italiana di oggi un autentico hard boiler di scuola chandleriana (anche
se l’asciuttezza dello stile e la scarsità di elementi patetici fa pensare,
sia voluto o no, piuttosto a Hammett). Il suo Vincenzo Torres, ex
poliziotto e investigatore privato, si occupa, come tanti suoi colleghi,
di banali casi di persone scomparse e crisi domestiche, ma ha alle spalle
un passato “importante“ nella Mobile e conserva quel tanto di curiosità
e senso della giustizia che basta per cacciarsi regolarmente nei guai.
Così, contro ogni ragionevole cautela, accetterà di indagare sulla
scomparsa del fratello di una bella avvocatessa, anche se ha tutti i motivi
di sospettarlo coinvolto in una rapina a una bisca della mala, un campo,
si sa, in cui è sempre meglio non immischiarsi. Ma dai guai, tanto,
Torres non riuscirebbe a tenersi lontano neanche attenendosi alle dimensioni
più tradizionali della sua professione: di fatto, un’altra cliente, la
moglie del classico marito infedele, gli viene uccisa direttamente sotto
gli occhi da un cecchino e le prime indagini fanno pensare a un collegamento
tra il killer e la mafia russa. Non gli resterà, così, che rimboccarsi
le maniche e cercare di mettere un po’ di ordine, come può, nel casino
metropolitano: le due indagini, ovviamente, risulteranno tutt’altro che
estranee l’una all’altra, dando origine a un bell’intreccio complicato,
come si usava nei noir di una volta. Ed è una bella storia intensa,
quella de I morti non pagano, una storia che ci porta in una cupa Milano
autunnale, lontana dalle luci e dalle frivolezze modaiole del centro, in
una città periferica di tangenziali, vialoni di periferia, fabbrichette
e locali equivoci, in mezzo a un’umanità spesso ai margini della legge.
Si potrà anche trovare, a cercarla, qualche occasionale, inevitabile
ingenuità, ma la trama è condotta con mano sicura, i personaggi adempiono
tutti alla loro funzione e, nel complesso, un giallo d’azione italiano
così interessante non lo si leggeva da un po’. Auguri.
15.11.’04
Antonio Zamberletti, I morti non pagano, "Impronte" – Todaro, pp. 271, € 14,50