Hotel Bosforo | Esmahan Aykol

Gialloliva | Trasmessa il: 11/08/2010


    Ricorderete di avermi sentito parlare, ogni tanto, di un autore tedesco il cui personaggio preferito è un turco germanizzato (l'ottimo Jakob Arjouni, con il suo Kemal Kayankaya). Quanti apprezzano le simmetrie non potranno lasciarsi sfuggire questo raro caso di doppio speculare: un'autrice turca che ha scelto come protagonista una tedesca turchizzata: Esmahan Aykol, il cui primo romanzo della serie con Kati Hirschel, con qualche anno di ritardo, esce oggi in Italia per cura di quegli indefessi ricercatrori di trouvailles gialle e nere di ogni paese che sono i responsabili della Sellerio. Kati non è esattamente un'investigatrice, come Kemal, ma una libraia specializzata in libri gialli, e non è esattamente turchizzata (se si dice così), perché a Istanbul ci è nata, sia pure da una copia di profughi ebrei tedeschi ivi rifugiati prima della guerra. Comunque sia, adora, letteralmente adora, la “regina delle città”, come la definivano quando si chiamava ancora Costantinopoli, la adora anche nella sua attuale dimensione di megalopoli di dieci milioni di abitanti e passa, soffocata dal traffico e afflitta dai mali che affliggono tutte le metropoli d'oggi, compresa l'ostinazione ad autodistruggere le proprie straordinarie bellezze. Ma lei l'adora lo stesso, ci si trova benissimo, ne conosce tutti i segreti e non saprebbe vivere altrove, tanto o meno in Germania, dove ha passato, nella prima giovinezza, qualche anno insoddisfacente. Comunque è felice quando apprende dell'imminente arrivo in città di una sua cara amica tedesca, attrice cinematografica di non eccelsa fama, che però è riuscita ad agguantare la parte della protagonista in un polpettone storico turco germanico. Che poi il regista si faccia trovare assassinato nella sua camera d'albergo, che i sospetti si appuntino immancabilmente sull'amica in questione e che Kati, invece di fare da guida a lei e alla troupe tra il Bosforo e il Corno d'Oro, come aveva in programma, debba improvvisarsi investigatrice, è una esigenza di genere cui ci pieghiamo tutti di buon grado. Certo, sul come condurre un'indagine la nostra libraia ha le idee un po' confuse, soprattutto quando si trova a che fare con boss mafiosi di varia stazza e commissari di polizia più interessati a saltare addosso a lei che a dar la caccia ai colpevoli, ma conosce bene l'ambiente, è volonterosa, sveglia e – soprattutto – ha parecchia fortuna, per cui, alla fine di una trama piuttosto intricata tutti i particolari si incastreranno con bel garbo al posto giusto.
    Hotel Bosforo, va detto, è un giallo atipico. Non è un noir propriamente detto, né un hard boiled d'azione, né, tanto meno, una classica storia di indagini (cui pure è il sottogenere al quale s'accosta di più). Diciamo che è un mystery di conversazione e ricerche, parecchio impostato sul punto di vista femminile, scritto con molto garbo e un discreto sense of humour e ambientato con indiscutibile maestria. Va segnalata qualche slabbratura della trama, come una soluzione che cade un po' dal cielo, ma voi non badateci e vedrete che a Kati Hirschel – che nel frattempo è diventata l'eroina di una serie di successo – vi affezionerete in meno che non si dica.
08.11.'10
Esmahan Aykol, Hotel Bosforo (Hotel Bosporus, 2003) tr. it. Emanuela Cervini, "La memoria" – Sellerio, pp. 267, € 13,00