Jeffrey Deaver ha raggiunto la fama internazionale con Il collezionista
di ossa, il primo romanzo del ciclo di Lincoln Rhyme e Amelia Sachs, che
è del 1997, ma non è quella la sua prima opera. Aveva già pubblicato,
oltre ad altre cose di interesse minore, una singolare trilogia, incentrata
sul personaggio di John Pellam, location stout dell’industria cinematografica,
che solo adesso viene pubblicata in Italia. Lode dunque alla Sonzogno,
che, dopo Sotto terra, che è arrivato in libreria l’anno scorso, ci propone
in edizione semieconomica questo Fiume di sangue che, pur risalendo al
1993, sarebbe stato un vero peccato perdere.
John Pellan, vi dicevo, è un personaggio piuttosto
originale, soprattutto per gli standard del thriller. È stato filmmaker
a Los Angeles, ha diretto un paio di pellicole di avanguardia, ma non è
mai riuscito a trovare qualcuno che producesse il suo film, quello che
si porta da sempre nel cuore. Per cui fa il location stout, il ricercatore
di ambientazioni in esterni, il che significa che va in giro con il suo
camper cercando di trovare paesaggi urbani e rurali che facciano al caso
di produttori, sceneggiatori e registi e, come è ovvio, finisce regolarmente
nei posti più strani. Questa volta è a Maddox, Missouri, una ex città
industriale oggi alquanto dimessa, dove si sta girando quella che, in definitiva,
è una variazione sul tema di Gangster story. Lì, il più banale degli
incidenti – una portiera d’auto aperta bruscamente che gli fa cadere
uno scatolone di bottiglie di birra – lo mette inopinatamente in
contatto con quelli che si riveleranno, poche pagine dopo, per tre temibili
killer. In realtà non ne ha visto nessuno in faccia, per via di un
riflesso di luce sui vetri, e non li saprebbe identificare per nulla al
mondo, ma non ci crede nessuno: e allora la polizia lo tormenta, l’FBI
lo perseguita, i killer non vedono l’ora di fargli la pelle… e
lui riesce a pensare soltanto al fatto che se trovasse la miseria di 150.000
dollari potrebbe produrre, finalmente, il suo film.
Non è tutto qui, naturalmente: c’è un intrigo
complesso da sciogliere e visto che Deaver è, tra tutti gli autori
contemporanei, uno dei più affezionati alle buone regole del giallo tradizionale,
sia pure d’azione, non ci nega certo il colpo di scena finale. Ma
è anche un maestro dell’ambientazione insolita e dei personaggi non convenzionali
(i più convenzionali tra tutti restano, in fondo Lincoln Rhyme e la Sachs),
nonché un virtuoso della scrittura di tensione, tutte cose che ci garantiscono
che, per una volta, il recupero di un vecchio testo di tredici anni fa
non è una banale operazione commerciale, ma una proposta di cui essere
grati. Aspettiamo, a breve, il terzo volume della trilogia.
29.01.’07
Jeffrey Deaver, Fiume di sangue (Bloody River Blues – A Location Scout Mystery, 1993), tr. it. di Cristiana Astori, "Sonzogno Bestseller" – Sonzogno, pp. 359, € 12,00