Eva Kant – Il giorno della vendetta | Andrea Carlo Cappi

Gialloliva | Trasmessa il: 11/23/2009


    Eva Kant, come saprete, può discendere o meno dal celebre filosofo di cui porta il nome, ma da molti decenni (dal 1962, per la precisione) è sicuramente la compagna di Diabolik, il leggendario bandito in calzamaglia nera di Clerville, nemesi personale dell'ispettore Ginko, nonché icona del fumetto noir italiano. Era soltanto questione di tempo, quindi, perché di lei si occupasse Andrea Carlo Cappi, che attorno all'eroe creato dalle sorelle Giussani ha già costruito ben tre romanzi. Romanzi, dico, non banali novelizations, perché Cappi, oltre ad amare alla follia gli eroi e le eroine dell'epica popolare, a livello letterario, fumettistico, cinematografico e televisivo, è uno scrittore con una sua precisa cifra stilistica e una capacità davvero diabolica (è il caso di dirlo) di costruire le trame più scatenate, complesse e accattivanti che si possano immaginare. Sì che le sue storie con Diabolik – ed Eva – si possono leggere come ingegnosi divertissements, come rispettosi omaggi a due figure ormai mitiche, ma anche e soprattutto come perfette macchine di intrattenimento (romanzi, appunto) accessibili da chiunque, compresi i lettori che il fumetto non usano frequentare.
    In questo Eva Kant – Il giorno della vendetta, Diabolik, a quanto pare, si tiene in disparte. È la sua compagna che si presenta alla ribalta, per mettere in scena, con inattesa, ma ovvia maestria, il furto dei gioielli della corona dalla cittadella di Zlata, nella Repubblica di Rennert. Ma siamo appena all'inizio, perché a Zlata – una città che somiglia parecchio a Praga, ma non è lontanissima da Clerville), sono in corso parecchie attività misteriose, compreso un tentativo di colpo di stato, e a Clerville, d'altra parte, sta per essere esposto un favoloso tesoro di origine cosmica, uno di quegli oggetti che destano la concupiscenza di ogni ladro in calzamaglia che si rispetti. Di origine cosmica, d'altronde, è anche la pietra nera incastonata nell'elsa della spada del conte Zlaty, il pezzo più importante del tesoro di cui sopra, e si vocifera che le siano connesse mirabili proprietà alchemiche. Insomma, mi fermo qui, avvertendomi che siamo appena all'inizio, perché certe storie non si possono raccontare: si può solo godersele, facendosi guidare dal ritmo scatenato di un autore che si diverte almeno quanto fa divertire gli altri. Certo, non bisogna essere superciliosi, bisogna saper far proprie le regole del gioco, ma è facile, vi assicuro che è facile...
    23.11.'09
    Andrea Carlo Cappi, Eva Kant – Il giorno della vendetta, illustrato da Giuseppe Palumbo, Alacrán, pp. 239, € 18,00