Eddy il santo | Jakob Arjouni

Gialloliva | Trasmessa il: 02/27/2012


    Nel panorama, non particolarmente brillante, del giallo tedesco, si è sempre distinto Jakob Arjouni, il cui investigatore provato di Francoforte, Kemal Kayankaya, forse perché, pur essendo tedesco di nascita e cultura, è di origini turche, riusciva a riproporre e aggiornare brillantemente i modelli dell'hard boiled classico e a darci una immagine inedita della Germania contemporanea e del suo mosaico multiculturale. Ora, dopo i successi di Happy birthday, turco?, Carta straccia, Troppa birra detective e Kismet – tutti pubblicati in Italia dalla Marcos y Marcos – l'autore ci propone un nuovo personaggio. Eddy Stein, si capisce subito dal nome, è tedesco puro sangue, anche se abita in un quartiere di Berlino come Kreuzberg che, quanto a multiculturalità, non la cede a nessun altro. Di professione fa il musicista, per modo dire, nel senso che si esibisce per lo più in strada, nelle birreria e nei festival di quartiere, dove propone delle cover dei Clash, di Johnny Cash, di Willy DeVille, roba così, e siccome bisogna pur vivere integra i magri proventi applicando il suo particolare talento per la truffa all'americana: se intercetta alla stazione qualche sempliciotto dall'aspetto benestante, si può scommettere che tempo due ore gli avrà sfilato portafoglio e cappotto e prosciugato le carte di credito. Naturalmente non si avventura in imprese del genere dalle parti di casa sua, dove deve dare di sé la più specchiata delle immagini. È un'ironia della sorte, dunque, il fatto che rincasando una sera venga aggredito proprio sul suo pianerottolo da un villanzone violento, che nella rissa susseguente finisce per, cadere all'indietro, battere la testa e restarci secco. Un incidente, certo, al massimo un caso di legittima difesa, ma Eddy, dato il mestiere che fa, preferisce proprio non rivolgersi alla polizia e deve risolvere il problema di come liberarsi da quel cadavere inopportuno. Che non è poi una cosa tanto facile, perché il villanzone non era un tipo qualsiasi, era il più discusso e odiato imprenditore della città, uno che aveva appena licenziato ottomila operai, e ad aspettarlo giù in cortile ci sono due guardie del corpo tostissime e per di più, sembra che nell'appartamento accanto abiti sua figlia, che è, come scopriremo in seguito, una splendida figliola molto alternativa, che il nostro eroe sentirà immediatamente il bisogno di consolare della perdita di cui è responsabile... In parole povere, un pasticcio maiuscolo, per uscire dal quale Eddy dovrà dar fondo a tutte le sue molteplici capacità e alla sua inossidabile faccia da schiaffi e non è neanche detto che ci riesca. Intanto l'opinione pubblica ha deciso di elevare il responsabile di quell'esponente del peggior capitalismo da rapina al rango di eroe popolare ignoto, i giornalisti dei fogli scandalistici sono scatenati e va da sé che questo non semplifica la situazione.
    Insomma, l'autore ha mescolato un po' i generi: il suo romanzo innesta su una impostazione sempre molto brillante, come nella serie di Kayankaya, toni di parodia sociale, una dose abbondante di noir, parecchi elementi rosa e, per non sbagliare, un pizzico (più di un pizzico, in realtà) di erotismo. Ne esce il più straordinario ritratto che si possa immaginare della Berlino contemporanea e dei suoi abitanti. È un tedesco, questo Arjouni, che non risponde in alcun modo agli stereotipi che circolano sul suo paese e proprio per questo riesce a darne un'immagine inedita e convincente. Oltretutto scrive benissimo, per cui cosa volete di più?
27.02.'12
Jakob Arjouni, Eddy il santo (Der heilige Eddy, 2009), tr. it. di Gina Maneri, "Gli Ailanti" – Marcos y Marcos, pp. 215, € 14,50