Domande indiscrete e risposte affrettate

La caccia | Trasmessa il: 05/31/2009


    In questi giorni, ogni tanto mi scopro tentato di dare ragione a Berlusconi. Oh Dio, non in tutto: è vero che qualche volta il presidente esagera, come quando va a pietire solidarietà alle riunioni del Consiglio Supremo della Difesa, che suona un po' come se esortasse a occupare militarmente le redazioni ostili, o quando pretende di essere sempre e comunque creduto sulla parola, che per chi ha delle responsabilità pubbliche come le sue è un po' troppo, ma ammetterete anche voi che negli ultimi tempi il livello del dibattito sulla sua persona è sceso a dei minimi che più minimi non si può. Da quando l'intero sistema dell'informazione, dopo averci girato attorno per quasi un mese, si è sentito autorizzato a pronunciare la Domanda fatale, chiedendosi apertis verbis se il capo del governo non si fosse mai giaciuto con la non ancora diciottenne di Casoria, francamente non se ne può più.
    Il bello (?) è che a considerare lecita tale domanda, nonostante la sua natura affatto privata e per nulla politica, anzi, a considerarla l'unica in qualche modo ammissibile tra le molte che gli sono state rivolte, sono stati proprio lui e i suoi fidi. Ha cominciato, se non me ne sono perso qualcuno prima, Maurizio Belpietro, a gridare in televisione martedì sera che l'unico quesito cui il Berlusca era tenuto a rispondere riguardava appunto l'avere o non aver fatto sesso con la suddetta e, dopo che parecchi altri (compreso l'austero Sergio Romano in un fondo del “Corriere”) avevano ripreso l'argomento, ha finito per proclamare lui stesso, giovedì, da Palazzo Chigi dopo la firma del protocollo per l'Abruzzo, che di “rapporti piccanti” con quella povera giovane, lo giuro sulla testa dei miei figli, non ne aveva avuti davvero mai. Una dichiarazione solenne e definitiva che, tuttavia, dubito basti a convincere i molti che, per malevolenza, invidia o inclinazione perversa, sospettano tutto il contrario e fa temere che ci vorrà ancora un bel po' perché i media smettano di interrogarsi sul talamo di Noemi.
    Eppure, povero Berlusconi, per una volta forse varrebbe la pena di credergli. Non tanto perché un rapporto del genere sia in sé impossibile o implausibile – visto che cose di questo tipo , in un paese in cui ben poco contano le differenze d'età e le considerazioni correlate rispetto al potere e al quattrino, ne possono ben capitare – ma perché difficilmente, se la loro relazione fosse stata di quel genere, l'interessato l'avrebbe esibita nel modo in cui l'ha esibita. Il presidente del consiglio, si sa, può essere, a volte, un po' ingenuo, ma non è un perfetto cretino e, più in generale, è noto che gli anziani signori dediti a quel tipo di attività dei loro rapporti con le ninfette si vantano nella cerchia privata e quanto più se ne mormora in giro tanto più ne sono contenti, ma non invitano pubblicamente le sciagurate alle feste in casa propria né partecipano pubblicamente a quelle organizzate dalle loro famiglie. A me, da tutta questa oscura faccenda di books, provini, servizi fotografici, inviti e festeggiamenti vari, da questa confusa accozzaglia di rivelazioni contraddittorie di padri, madri, zii, zie, cognate, fidanzati ed ex fidanzati, sembra risultare con una certa chiarezza soltanto una cosa: che la piccola Noemi, che gli dei la proteggano, c'entra e non c'entra, nel senso che con quella famiglia il presidente ha un qualche rapporto che sarebbe meglio chiarire, che tra lui e loro corrono, per così dire, degli obblighi e, sì, mi piacerebbe sapere di che razza di obblighi si tratta, perché se scopro che il capo del governo è coinvolto in una storia di sesso con una minorenne posso dispiacermene, scandalizzarmene o dirmi che da un tipo così non ci si poteva aspettare nient'altro, ma in fondo restano affari suoi, mentre mi possono riguardare assai più da vicino i motivi che lo hanno spinto ad avventurarsi una sera in una discoteca alle falde del Vesuvio e lo hanno costretto poi a improvvisare in diretta una giustificazione che, evidentemente, non regge. Le storie di sesso, per quanto possano avere, se scoperte, delle conseguenze a volte imbarazzanti, comportano il vantaggio supplementare di spiegare tutto, di non lasciare dietro di sé misteri da risolvere. Non vorrei che Berlusconi abbia avuto troppa fretta di smentire quella che gli avevano attribuita.

    31.05.'09