1 scopre da titolo di 1 articolo che FAES, associaz. pedagogica “Famiglia
& scuola”, che fa capo at Opus Dei, deciso di conservare, in suoi
istituti, tradizionale divis. tra sez. masch. e femm., ben distanti at
interno edificio scolastico, o possibilm. collocate in sedi diverse, e
dice, be’, che altro possiamoci aspettare da Opus Dei? Poi legge
articolo e scopre che quei bravi pedagoghi non hanno preso loro decisione
x motivi che lui aveva rozzam. supposto. Non pensanoci neanche, coloro,
a rinnovare tradiz. sessuofobica che, in epoche oscure, caratterizzava
scuola cattolica. Figuriamoci. Si fa così anche a Berlino,
dove, su ispiraz. di tale Ingrid Sthamer, caduta di muro prodotto, tra
altri benefici effetti, anche ritorno di classi masch. e femm. In
UK Assopresidi sostiene da tempo a spada tratta classi separate e molte
scuole già adeguatesi a suoi suggerim. E in USA, Associaz. donne
universitarie, che in ‘92 pronunciatasi contro separaz., tornata da poco
su sue decisioni: vera doccia fredda -sembra - x partito di scuola mista,
tanto diffusa in ql. paese.
Ora, in USA, a qnto afferma artic. da cui tratto qs. brevi notizie (Resp.,
20.03), motivaz. che spinge scuole a separare studenti e studentesse est
desiderio “impedire che ragazzine influenzate da esempio negativo di maschi”.
Ma in UK, in Germania e, sopratt., in istituti di FAES, motivaz.
sunt molto + serie. Scientifiche, direi. “Ultime scoperte
di neuroscienza -leggesi- stanno dimostrando che in periodo da 0 a 6 anni
cervello di bambino possiede capacità apprendere, elaborare e interiorizzare
stimoli intellettivi che non ripetesi + in età successive. Trova
così appoggio scientifico ulteriore metodo di ‘insegnam. tempestivo’
che FAES sta sperimentando da 2 anni in scuola materna ‘Aurora’ a Milano
et in ‘Scuola di Fiori’ a Bari. In pratica bambini vengono bombardati
di stimoli fin da 1° anno asilo: imparano subito leggere e scrivere, apprendono
2ª lingua, usano computer x esercizi di logica e matematica, passeggiano
x allenarsi osservare e ricordare, esercitanosi in musica e in sport...”
Sì, d’acc., direte voi, ma qs. che c’entra con separaz. di sessi a scuola?
Be’, est facile, spiegaci Franco Calzona, direttore di istituto
studi pedagogici di FAES. “Ragazze sunt + intuitive e rapide. Ragazzi
+ riflessivi. Qs. determina tempi diversi di apprendim. e qlche attrito.
Meglio lasciarli imparare in aule distanti. Meglio lasciare
loro possibilità seguire proprio percorso senza interferenze. Ciò
evita anche verificarsi di quegli stati di soggez. e timore che spesso
insorgono tra 2 sessi durante lezioni”.
Sarà. In effetti, io frequentato classi miste, fin da 1ª media (at
epoca eranocene pochine, ma miei genitori con Opus Dei non avevano molto
a che fare e, porca l’oca, riusciti imbroccarne 1) e forse qlche senso
soggez. avrollo anche provato, ma continuo a ricordare qle esperienze come
molto formative. E come insegnante ho avuto a che fare x quasi 25
anni con classi miste (sia pure a prevalenza femm., come succede spesso
in licei classici) e sì, posso testimoniare che qlche diversità in tempi
di apprendim. (o meglio, in modo rapportarsi con scuola) hay, ma sempre
pensato che motivo x cui ragazze, di solito, + brave, dipendesse da fatto
che, poverette, fossero molto + “integrate”, che pressione familiare
e sociale cui sottoposte da nascita spingessele a meglio accettare, a collo
+ o - obtorto, imposizioni, comprese qle scolastiche, a organizzare loro
eventuale opposiz. in modi molto + sfumati, at adeguarsi, a scanso di grossi
guai, a richieste di istituzione, x cui se dicevaglisi di studiare studiavano
et chi studia, non hay santi, a scuola riesce meglio. Ma non mai considerato
qs. differenza portato genetico irrevocab., visto che fanciulline, qndo,
grazie anche at frequentaz. di loro scioperati compagni, di qle remore
riuscivano a liberarsi, dimostravanosi perfettam. capaci combinarne anche
loro di cotte e di crude. Avrei supposto, anzi, che proprio qs. fosse
“esempio negativo” che tanto preoccupa associaz. americana donne
universitarie.
Intendiamoci. Mie sunt modeste esperienze personali, che nulla possono
togliere a conclus. di esperti di Opus Dei, x non dire di ultime scoperte
di neuroscienze. Può darsi beniss. che signorine + intuitive et ragazzotti
+ riflessivi (anche se idea di distinz. di competenze così radicale mi
fa alquanto specie). Ma x qnto sforzimi non riesco a vedere xché
1 distinz. di genere debba comportare separaz. a livello insegnam. Bello
di esperienza scolastica, sua intima positività, beyond tutte orribili
negatività che caratterizzano scuola come istituz., est proprio sua polivocità,
sua possibilità di confronto. At scuola, credete a me, si va + x
imparare da propri compagni che da insegnanti. Rapporto, in ogni
caso, est a 3. E chi affidasi sopratt. a intuiz. non potrà che trar
giovam. da chi + abituato a riflettere, proprio come a chi habet a spalle
esperienza formativa maschile non potrà che fare di bene scoprire che sue
compagne vissuto esperienze molto diverse. E viceversa, naturalm.
E poi, insomma, pedagogisti di Opus Dei dovrebbero conoscere valore di
coerenza. Se in pratica scolastica bisogna tener conto di differenze,
be’, xché limitarsi a qle di sesso? Sappiamo tutti che intelligenti
apprendono in modo diversi da stupido, bianchi da neri, valdostani da siciliani,
ricchi da poveri. Vogliamo fare scuole diverse x strupidi e x intelligenti,
x bianchi e neri, x ricchi e poveri?
Be’, noi forse no, ma loro (non in senso di Opus Dei, ma loro, in generale)
sicuram. sì.
05.04.’98