Il nostro genere favorito gode, evidentemente, di ottima salute nella Svizzera
italiana. È appena uscito il secondo romanzo di Andrea Fazioli, pubblicato
in Italia da Guanda – ce ne occuperemo ex professo quanto prima – e
va segnalato un esordio quanto meno promettente: quello di Marie-Therese
Stucchi, luganese, che dalle consulenze nei settori bancario e sanitario
è passata alle belle lettere con questo Delitto in banca, delitto che il
sottotitolo specifica come Un omicidio a Lugano.
Ora, che un omicidio ambientato a Lugano debba
compiersi in una banca è piuttosto probabile, almeno sul piano statistico,
vista la quantità di istituti di credito che affollano quella graziosa
cittadina lacustre. Anche il fatto che l'investigatrice si chiami
Bernasconi non può stupire più di tanto, trattandosi del cognome forse
più diffuso a nord di Chiasso e a Sud del Gottardo. Ma sono, queste
due, tra le poche ovvietà del romanzo, che rappresenta, nel complesso,
una felice sorpresa. L'autrice, che deve essersi risolutamente proposta
il fine di ricreare struttura e atmosfere del giallo classico, ci propone
una sorta di investigatrice privata dal volto umano: una signora ticinese
che alla sua creatrice, a quanto si evince dai risvolti, deve assomigliare
parecchio, felicemente sposata a un primario dell'ospedale locale, in ottimi
rapporti con la società cantonale che conta, dirigenti della polizia compresi,
e perfettamente capace di alternare alle indagini la cura dei suoi tre,
peraltro bravissimi, bambini. E le sue gesta ci vengono, più che
narrate, raccontate, con il tono con cui la protagonista ne informerebbe
un'amica seduta accanto a lei a un tavolino di uno dei caffè di piazza
della Riforma o su una panchina del parco Ciani. “Sai, ieri mio
cugino è andato in banca e, pensa, ha trovato il corpo del suo vice ammazzato
a colpi di mazza di golf. Figurati che spavento! E poi lo sanno
tutti che non lo poteva soffrire, per cui ha capito subito che sarebbe
stato il sospettato principale. Mi ha telefonato subito, naturalmente,
e allora...” E allora, visto che il sangue non è acqua, la gentile
Flavia Bernasconi, che ha da qualche tempo rinunciato alla professione
investigativa per le gioie della famiglia, è costretta a tornare in pista,
calandosi in un intrico piuttosto complesso di rivalità e gelosie da ufficio,
ma non senza ricevere qualche minaccia e subire qualche attentato di diversa
origine, perché a Lugano, scopriamo, esiste anche una criminalità comune,
non solo quella di chi le banche, come diceva Brecht, le apre e dirige,
e può darsi che uno o più dei suoi membri meno raccomandabili siano coinvolti
nel caso. Insomma, l'impianto è abbastanza convenzionale e anche
un poco sommario, ma la cosa, che, nel caso di un'impostazione stilistica
più romanzesca, avrebbe creato disturbo, qui si nota appena e il meccanismo,
per quanto esile, funziona. Niente di trascendentale, eh, è un'operina
che non porta via più di un paio d'ore, ma si legge con piacere ed è questo
che conta, no? Qualche difficoltà, piuttosto, potreste incontrarla
nel tentativo di procurarvela qui da noi. A Milano, comunque, vi
basterà andare alla Libreria del Giallo di via Peschiera e ve lo potrete
portar via per nove euro, che, rispetto ai quindici franchi originali,
rappresenta anche un cambio piuttosto favorevole. Cosa volete di
più?
17.03.'08
Marie-Therese Stucchi, Delitto in banca. Un omicidio a Lugano, edizioni Gottardo, pp. 154, CHF 25,- (€ 9,00)