Elisabetta Bucciarelli fa parte da parecchio del milieu giallistico
della nostra città: ha partecipato, giovanissima, all'antologia Crimine,
i dieci volumetti di Stampa Alternativa che segnarono, nel 1995, la prima
affermazione della “scuola” milanese del giallo d'azione (la “scuola
dei duri”, per dirla con il buon Pinketts) e non ha mai mancato, in seguito,
di far sentire la propria presenza. Tuttavia, questo Dalla parte
del torto, uscito per Mursia qualche mese fa, è solo il suo secondo
romanzo e si capisce anche: la ragazza, da un lato, è molto impegnata
sul piano culturale (si occupa d'arte, scrive per il cinema, il teatro
e la televisione...) e dall'altro tratta la scrittura con estrema serietà,
senza fastidiose pretese di fare letteratura, ma senza neanche cedere alla
tentazione dell'intrattenimento puro. Così, il resoconto delle indagini
che l'ispettore Maria Dolores Vergani, che avevamo già incontrato nel
precedente Happy Hour, del 2003, conduce a partire da un episodio
che sembra soltanto patetico, un bambino che trova la propria mamma annegata
nel laghetto del parco Forlanini, e la cui soluzione apparirebbe abbastanza
evidente (il marito è già bello e pronto in loco) si dilata rapidamente
in una dimensione esemplare, facendosi quasi specchio della crisi culturale,
esistenziale e soprattutto morale della nostra città, delle molte turpitudini
nascoste sotto la sua superficie levigata. L'ispettore Vergani,
per chi non se lo ricorda, opera nel più anticonvenzionale dei modi, servendosi,
più che delle strutture e delle risorse della locale Questura, della collaborazione
di quattro consulenti e amici, una copywriter, un fotografo di moda, un
musicista e un pittore, il che la lascia in un certo modo scoperta sul
versante burocratico e alimenta l'impressione di trovarsi sempre, chissà
come, dalla parte del torto, ma le permette di sentire con molta maggiore
precisione il polso della città, delle sue mode, delle sue orribili
frivolezze. Così, quello che sembrava un delitto occasionale, anzi,
quasi banale, si rivelerà presto il punto di partenza di una storiaccia
di serial killer e praticanti del sesso estremo, lo spunto di un romanzo
forse un po' intellettuale e certamente difficile, che dà l'impressione
di essere sempre sul punto di ribaltarsi alla prima curva, ma appunto è
solo una impressione, e che giungerà con inesorabile sicurezza alla conclusione
prefissata. La Buccia, come è nota nel giro, sa il fatto suo: conosce
le gergalità e le consuetudini di una certa borghesia cittadina, vi immerge
la sua protagonista e i relativi collaboratori, si accanisce nel complicarne
la vita privata e affettiva, si concede qualche digressione brillante in
un paio di episodi laterali e ci dà, in definitiva, un quadro straordinario
di questa nostra realtà sbrindellata. Come lettura richiede un
certo impegno, ma ne vale la pena.
07.01.'08
Elisabetta Bucciarelli, Dalla parte del torto, "Romanzi" - Mursia, pp. 403, € 17,00