Cosa ha prodotto tutto ciò

La caccia | Trasmessa il: 11/23/2008


    Ricorderete tutti, suppongo, quella celebre scena del Terzo uomo in cui Orson Welles e Joseph Cotten discutono nella cabina della ruota panoramica del Prater di Vienna e Welles, nei panni del perfido Harry Lime, cerca di consolare, a modo suo, l'amico che ha scoperto la bassezza morale di quello che considerava il proprio eroe. “Non prendertela” dice. “Dopo tutto, quello che ti hanno detto non è così terribile... In Italia, per trent'anni sotto i Borgia, ci furono guerre, terrore, assassinii e sangue e tutto ciò produsse Michelangelo, Leonardo da Vinci, il Rinascimento. In Svizzera c'è sempre stato amore fraterno, quattrocento anni di pace, democrazia e cosa ha prodotto tutto ciò? Gli orologi a cucù.”
    È una battuta fin troppo famosa, anche perché le sue componenti, a esaminarle una per una, un poco traballano, e non solo perché la caratterizzazione del Rinascimento italiano è davvero un po' troppo di maniera. Il fatto è che la tradizione di pacifismo e democrazia della Svizzera, non che a quattrocento anni, risale appena alla metà del XIX secolo – prima quei bravi confederati erano famosi, più che altro, per le loro milizie mercenarie – e, soprattutto, gli orologi a cucù non sono affatto una specialità elvetica. Sono stati inventati in Germania, nella zona della Foresta Nera, dove tuttora vengono prodotti in gran copia. Ma Welles non era né uno storico né un letterato: la sua formazione era soprattutto quella di un uomo di teatro, che valutava le battute in funzione del loro effetto immediato e non si può negare che, nel contesto, quell'uscita improvvisa sugli orologi a cucù il suo effetto lo faccia, eccome. Gli abitanti del Baden, la regione tedesca che comprende la Foresta Nera, godono fama di essere i meno pedanti tra i loro connazionali e non gliene hanno mai voluta per l'imprecisione, come noi italiani non ci siamo mai gloriati troppo per quel complimento così ambiguo.
    Il grande regista, in ogni caso, amava molto l'Italia, dove avrebbe vissuto per parecchi anni e dove avrebbe, se non realizzato, concepito i suoi film più importanti, a partire dall'Otello. Ne apprezzava, oltre che le bellezze (comprese quelle femminili, che pure – stando ai pettegolezzi – non apprezzavano troppo lui), i costumi e la tradizione culturale, nonché la vitalità, la volontà, così evidente in quegli anni dell'immediato dopoguerra, di lasciarsi alle spalle, costasse quel che poteva costare, gli orrori e le rovine della sconfitta e della guerra civile. Certo, era un uomo di grande fantasia e immaginazione, ma neanche un genio allucinato come il suo, naturalmente, avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe diventato il paese che amava appena mezzo secolo dopo.
    Se lo avesse previsto... be', se lo avesse previsto, il mite scrittore di romanzi western interpretato da Joseph Cotton, non avrebbe avuto troppe difficoltà a cancellare quel sorriso odioso dalle labbra del diabolico Lime. Gli avrebbe risposto, magari, che sulla Svizzera ciascuno è libero di pensare quello che vuole, ma non è il caso di disprezzare troppo l'industriosità e l'ingegnosità che hanno fatto di una terra di poveri valligiani una delle contrade più prospere del pianeta. E quanto al nostro paese, che c'erano forse degli altri elementi da prendere in considerazione. “Sì, ho presente l'Italia” avrebbe potuto dire. “Hanno avuto il Rinascimento, certo, Leonardo, Michelangelo e tutti gli altri. Con Galileo hanno inventato i principi della scienza moderna, con il Machiavelli, hanno rinnovato quelli della politica. E a che cosa si sono ridotti, dopo tutto ciò? Ad avere un presidente del Consiglio che agli incontri internazionali fa il gioco del cucù.”

    23.11.'08

    Nota

    Riprendo la citazione dal Terzo uomo dalla mia tradizione di Joseph McBride, Orson Welles, “Storia illustrata del cinema”, Milano libri, Milano 1979, pag. 62. Quanto alla paternità della battuta, che non figura nel racconto originale di Graham Greene, esiste una testimonianza dello stesso Greene che attesta come essa sia stata introdotta nella sceneggiatura da Welles in persona.