Corpi da scarto | Elisabetta Bucciarelli

Gialloliva | Trasmessa il: 06/06/2011


Alla periferia di una grande Città non meglio precisata (ma vi scorre un Naviglio, vi ci svolge una Fiera di Senigallia di merce usata e non è troppo lontana dal corso del Lambro, per cui, forse, volendo la si potrebbe precisare di più) si trova una grande discarica. Niente di speciale, a prima vista: una discarica come tutte le altre, con distese di rifiuti solidi, di materiale compattato e di sacchi dell'indifferenziato ancora chiusi, attorno a una sorta di palude maleodorante dove finiscono e si concentrano gli scarti più putridi e nauseabondi. Ma c'è qualcosa di insolito, anche se – appunto – a prima vista non lo si nota. Come succede in certi paesi del Terzo Mondo la discarica è abitata: nella sua “zona viva” hanno trovato rifugio alcuni reietti e dropout di varia specie, che vivono recuperando tra l'immondizia quello che si può recuperare e riciclare, interpretano a modo loro la brutta realtà che li circonda e finiscono per vederla seconda una logica propria e per attribuirle leggi particolari che valgono solo per loro, come a una specie di Isola che non c'è. Tanto è vero che tra gli abitanti, oltre al turco Saddam, che funge un po' da padrone di casa, al nero Argo Zimba, che sarebbe il custode, ma si occupa d'altro, al giovane italiano Lira, che tutti chiamano Lira Funesta, ma in realtà è stato battezzato in onore della nostra vecchia moneta e il padre non ha mai digerito il passaggio all'euro, c'è una specie di aereo Peter Pan, Iacopo detto Iac, adolescente stralunato e inquieto, che non riesce a vivere nella casa della madre, di cui non sopporta la dubbia promiscuità e per questo si è costruito un rifuguio ai margini della discarica, ma è legato al mondo esterno dalla sorta di riluttante responsabilità che prova per il fratellino Tommi, che lo adora, e dal fascino ambiguo di Silvia, attraente ragazza di buona famiglia in crisi con il proprio corpo.
    Elisabetta Bucciarelli, fresca della vittoria al Premio Scerbanenco 2010, ha scelto questa insolita ambientazione e questo strano set di personaggi per Corpi di scarto, il suo primo romanzo senza l'ispettore Doris Vergani (che non dubitiamo, comunque, di ritrovare prima o poi e se no sarebbe un peccato). Se ne serve per raccontarci, a rapidi scorci e con piglio sicuro, una storia esile e piena di poesia, che mette in risalto l'umanità latente in queste figure dolenti e solo apparentemente grottesche, coinvolgendole – come richiesto dal programma della collana in cui appare il volume – in una brutta storia di ecomafia. Perché, come sappiamo (o almeno dovremmo sapere) attorno alle discariche, al movimento dei rifiuti e al relativo smaltimento, ruota un giro d'interessi mica male, una vera e propria montagna di quattrini che suscita la cupidigia di pessimi soggetti e di organizzazioni sinistre, per cui tra gli ammassi di immondizia si aggirano anche figure punto raccomandabili, che non gradiscono la presenza di testimoni di nessun tipo e lo fanno capire imponendo anche a quegli innocui emarginati la legge della violenza e della sopraffazione. E sarà proprio Iac a finire negli ingranaggi di questo scontro, che mandrrà a pezzi il suo sistema di punti di riferimento, imponendogli la dolorosa necessità di guardare il mondo con occhi da adulto. Un noir straordinario, questo della Bucciarelli, una favola dolorosa e, al tempo stesso, una vera e propria storia di formazione. Non una lettura particolarmente rilassante, forse, ma non fatevela sfuggire: ne vale la pena.
06.06.'11
Elisabetta Bucciarelli, Corpi da scarto, "Verdenero – noir di Ecomafia" – Edizioni Ambiente, pp. 223, € 15,00