Spero che nessuno di voi si sia impressionato
(o rischi di esserlo) nel ricevere a domicilio l‘opuscolo dedicato alle
“informazioni utili e necessarie sui Servizi Funebri e Cimiteriali del
Comune di Milano”. Anche se tra le persone di mia conoscenza finora
è arrivato, che io sappia, soltanto a una signora anziana, che non ha gradito
più di tanto l’attenzione, dovrebbe essere stato spedito a tutte le famiglie
cittadine, per cui le possibilità che ve lo troviate in casa da un giorno
all’altro sono piuttosto alte. E non è necessario che vi prepariate
ad accoglierlo agitando mazzi di chiavi o azzannando ferri di cavallo,
perché ci ha già pensato il Comune, che, prevedendo qualche reazione del
genere, ha cercato di sdrammatizzarla in anticipo mettendo in copertina
l’immagine di un gattino nero come quelli dei cartoni animati, una sorta
di Gatto Silvestro appena un po’ più lezioso, nell’atto di brandire un
corno di corallo antisfiga. Come recita il titolo della pubblicazione,
si può anche essere superstiziosi, ma mai sprovveduti.
Bah. In
teoria, l’iniziativa una certa sua logica l’ha. Visto che tutti
noi, presto o tardi, dovremo ricorrere a quei particolari servizi, se non
per le nostre personali carcasse (di cui dovrà, giocoforza, occuparsi qualcun
altro), almeno per i nostri maggiori, che gli dei ce li conservino a lungo,
l’idea di poter disporre, in forma chiara e concisa, delle necessarie
informazioni sulle procedure, i regolamenti e gli indirizzi cui rivolgersi
non è da buttare. L’opuscolo, a dire il vero, a questo utile aspetto
informativo unisce un più marcato carattere promozionale, perché dedica
un tot di pagine a magnificare le innovazioni e i miglioramenti che l’amministrazione
attuale ha introdotto in materia e offre, a prezzi di assoluta concorrenza
con il settore privato, un certo numero di servizi a pagamento, tra cui
mi permetterò di segnalarvi quello delle “lampade votive elettriche”,
che vi permetterà, con un modico esborso di 11 euro e 12, di tener acceso
per tutto l’anno un lume sulla tomba o sul loculo di vostra scelta –
una possibilità, suppongo, che avrebbe mandato in visibilio il Foscolo
dei “Sepolcri” – ma non è il caso di scandalizzarsi per così poco. Viviamo
nell’età del mercato globale e l’offerta pubblica può contribuire, se
non altro, a calmierare i prezzi.
Vedete, io
non sono un grande ammiratore della Giunta Albertini, ma sono pronto a
riconoscerne le (rare) realizzazioni. Alcune delle iniziative in
questione mi trovano affatto concorde, come l’introduzione del nuovo sistema
di inumazione meccanizzato, o la costruzione al cimitero di Bruzzano del
Tempio per le cerimonie civili e del Giardino del Ricordo a Lambrate, per
non dire dell’istituzione del servizio di vigilanza a Musocco, delle trentadue
colonnine SOS per i visitatori in difficoltà e dei totem informatici cui
rivolgersi agli ingressi dei cimiteri per trovare l’ubicazione della sepoltura
desiderata. Sono tutte realizzazioni che rientrano nella grande
tradizione prammatica e laica del riformismo ambrosiano, quella per cui
è inutile, da un punto di vista fattivo, gemere e recriminare sull’inevitabile,
perché la vita continua, bisogna organizzarne la continuazione e visto
che siamo tutti destinati a finire sotto terra, il fatto che la nostra
estrema dimora sia rintracciabile grazie a un totem informatico rappresenta
pur sempre un conforto.
Quello che
mi sembra, francamente, un po’ discutibile è l’intromissione, in tutto
ciò, della figura dell’assessore competente. Sì, perché la grande
Milano, se non lo sapevate, dispone di un Assessore ai Servizi funebri
e cimiteriali, nella persona dell’avvocato Giulio Gallera, un amministratore
di cui finora non avevo notizia, ed è costui, che dopo aver introdotto,
in quattro anni di duro lavoro, i miglioramenti e le offerte di cui sopra,
ha deciso di offrire ai concittadini questa utile guida. È stata,
pare di capire, un’idea tutta sua, che ha curato personalmente, tanto
è vero che è stato lui a scegliere il logo del gattino e del corno di corallo.
E perché non ci fossero dubbi in proposito, ha avuto cura che in
testa all’opuscolo e alla relativa lettera di accompagnamento figurasse
la propria foto a colori, un sobrio formato tessera che lo presenta, in
giacca scura e cravatta cilestrina, con un mezzo sorriso sul volto
giovanile. Una esibizione di presenzialismo come tante, che, tuttavia
– vista la particolarità della materia – rischia di apparire un po’
come una caduta di stile. Sì, è vero, chi è morto giace e chi vive
si dà pace, specie dopo aver pagato i conti del funerale, ma non ha alcun
bisogno, per elaborare il lutto, di conoscere de visu i lineamenti
dell’assessore.
D’altro
canto, bisogna capirlo questo avvocato Gallera. È vero che, a giudicare
dall’aspetto giovanile, deve essere appena all’inizio di una carriera
politica che gli auguriamo lunga e piena di soddisfazioni, ma al momento,
in Giunta, non gode certo di una posizione di primo piano. L’Albertini
è sempre sotto gli occhi di tutti, fa il padrone di casa alle prime della
Scala, attizza polemiche a ogni commemorazione di caduti, viene invitato
ad Arcore, dice la sua su quasi tutto; De Corato viene intervistato
ogni due per tre sugli argomenti più vari, Stefano Zecchi è il cocco dei
media, la Tiziana Maiolo e Aldo Brandirali fanno praticamente parte
del paesaggio urbano eccetera eccetera e di lui, nonostante abbia tra le
sue deleghe anche quelle del Decentramento e dei Rapporti con il Consiglio
Comunale e con l’ANCI, non si parla praticamente mai, non foss’altro
perché c’è un mucchio di gente che con i cimiteri e i posti del genere
continua ad avere un brutto rapporto. Si capisce come alla fine si
sia stancato e, con un sommesso “Adesso vi faccio vedere io”, abbia posto
mano all’iniziativa di cui ci stiamo occupando. Che è utile, figuriamoci,
e opportuna (e ancora più opportuna sarebbe stata se presa in fase diversa
da quella pre-elettorale, quando gli opuscoli del genere fioccano come
la neve sulle pianure gelate del nord), ma a cui non giova quel certo tono
celebrativo e autocelebrativo. Anche quella dell’autocelebrazione,
della pretesa che ogni realizzazione abbia un adeguato “ritorno” in termini
di popolarità e consenso è una tradizione ambrosiana, ma di tutt’altre
origini e tutt’altro spessore. All’ombra dei cipressi e dentro
l’urne sarebbe meglio, nonostante tutto, astenersi dalla propaganda.