Torna il libreria negli Oscar Mondadori, che stanno centellinando con parsimonia
l’immenso catalogo del giallo classico di cui dispone la Mondadori, un
piccolo capolavoro degli anni ’50 del secolo scorso: quel Champagne per
uno di Rex Stout di cui, da tempo, gli appassionati temevano di aver perse
le tracce, nel senso che non c’era proprio modo di recuperarlo, né in
libreria né sul mercato dell’usato. Ed era proprio un peccato, trattandosi
di una tipica avventura di Nero Wolfe e Archie Goodwin, parecchio elaborata
sul piano della trama ma piacevolmente frizzante su quello della scrittura,
con in più un quid di anticonformismo ribaldo abbastanza raro in quegli
anni. Il delitto da cui parte la vicenda, infatti, ha luogo sotto
gli occhi di Archie, in una occasione sociale affatto insolita cui il bravo
giovane si è visto costretto a partecipare: il ricevimento che una dama
dell’alta società, vedova di un noto filantropo e dedita, non foss’altro
che per impegno ereditario, alle opere pie, offre annualmente alle ospiti
di una delle istituzioni di cui si occupa, una casa di accoglienza per
ragazze madri. A lasciarci le penne, per via di una coppa di champagne
corretta al cianuro, è appunto una delle invitate e onde evitare lo scandalo
tutti i presenti sono disposti a giurare che si tratta di un caso di evidente
e conclamato suicidio. La ragazza, d’altronde, sembra proprio il
tipo: girava con una fiala di veleno in borsetta e non nascondeva a nessuno
l’intenzione di farla, presto o tardi, finita. Peccato che Archie
abbia visto benissimo che la poveretta in quel bicchiere non aveva messo
proprio niente e si trovi, dunque, nell’antipatica situazione di doverne
difendere la memoria contro una imponente coalizione di esponenti del bel
mondo, filantropi, milionari, poliziotti e magistrati: tutta gente, naturalmente,
che sul piano sociale dovrebbe valere molto di più di una semplice impiegata,
per di più ragazza madre, ma queste sono cose cui un intrepido investigatore
privato non bada e poi va detto che sul piano morale quei tipi finiranno
per rivelarsi piuttosto carenti. Per fortuna che c’è Nero Wolfe,
che, con la sua tipica tecnica sedentaria e senza muoversi da casa sua,
farà piena luce sul caso. Quelli di Stout sono sempre romanzo molto
divertenti, nonostante si reggano in un equilibrio piuttosto difficile
tra mystery classico e divertissment letterario, giocati come sono sullo
studiato contrasto tra un tipico eccentrico alla Edgar Allan Poe e una
realtà contemporanea che meglio si comprenderebbe attraverso le regole
e le convenzioni dell’hard boiled, ma questa volta il mix è particolarmente
riuscito e, a quasi cinquant’anni di distanza dalla prima uscita, Champagne
per uno si rivela per uno di quei sempreverdi che si possono leggere (o
rileggere) con immutato piacere. Vale la pena di approfittarne.
20.03.’06
Rex Stout, Champagne per uno (Champagne for One, 1958), tr. it. di Vittoria Comucci, "Scrittori del Novecento" – Oscar Mondadori, pp.191, € 6,40