Sandra Scoppettone (che è americana,
naturalmente, nonostante il nome) si è guadagnata una certa fama, anni
fa, con le storie dell’investigatrice privata Lauren Laurano. A
me, lo confesso, non piacevano particolarmente, ma va detto che quei romanzi
esprimevano un rifiuto così radicale del mondo maschile che un lettore
maschio poteva ben sentirsi un po’ imbarazzato e perdere così la necessaria
equanimità di giudizio. E poi, se ricordo, erano tradotti davvero
male. Il che non esclude, naturalmente, che la Scoppettone vada annoverata
tra le esponenti importanti del thriller contemporaneo, come questa sua
ultima uscita, che è arrivata in libreria qualche mese fa, non può che
confermare.
Certo
che l’autrice ha cambiato molto il suo approccio. Quanto i romanzi
con Lauren Laurano erano volutamente “esagerati”, provocatori, tanto
questo Cattivo sangue è giocato su toni sfumati e impostazioni ideologiche
rassicuranti. Al centro della trama c’è sempre una donna, ma non
è più una ragazzetta un po’ scatenata come Lauren. Lucia Dove (non
dite “Liuscia” per favore, il personaggio ci tiene alla pronuncia italiana
del suo nome) fa lo sceriffo in una cittadina della Virginia ed è, in quanto
tale, la sola responsabile dell’ordine pubblico nella contea. È divorziata
da un agente dell’FBI particolarmente antipatico e, anche se nel suo ufficio,
come in tanti altri, non manca qualche tensione sessuale, vista la presenza
di un collega piuttosto fascinoso in crisi con la legittima moglie, deve
esibire, nei suoi rapporti con una comunità dalla mentalità piuttosto ristretta,
il più ineccepibile dei comportamenti. È una donna intelligente,
se no non avrebbe il posto che ha, ma nel lavoro si affida soprattutto
alla routine e alle procedure sperimentate. E quando le capita un
caso davvero scottante, come la sparizione improvvisa e ingiustificata
di una ragazzina delle medie, che si rivelerà ben presto la prima vittima
di quello che potrebbe essere un temibile serial killer, le procedure di
routine non servono più, non tanto per mancanza di tracce e di sospetti,
ma perché i sospetti non riescono a convincere e le tracce non sembrano
portare da nessuna parte, per cui deve vedersela, oltre che con il colpevole,
con la crescente sfiducia dei suoi amministrati. Insomma, una situazione
originale per un thriller, svolta con competenza e una discreta scioltezza
narrativa. I personaggi di contorno saranno forse un po’ convenzionali,
ma l’interesse si concentra sulle due figure centrali, l’ambientazione
regge e la trama va avanti che è un piacere, almeno fino agli ultimissimi
capitoli quando una soluzione da tempo intravista viene proposta un po’
bruscamente, come se, esaurito il numero di pagine prefissato, l’autrice
sia stata colta da un’ansia terribile di terminare. È un problema, quello
dell’equilibrio della trama, che non riguarda soltanto la Scoppettone,
ma è un peccato, perché una conclusione più meditata ci avrebbe dato un
romanzo di altissimo livello. Ma visto che non si può avere tutto
dalla vita leggiamolo pure com’è, che ne vale comunque la pena.
08.01.’07
Sandra Scoppettone, Cattivo sangue (Beautiful Rage, 2004), tr. it. di Claudia Valeria Letizia, "Rose nere" – edizioni e/o, pp. 333, € 16,50