Buone notizie per i vecchietti

La caccia | Trasmessa il: 04/10/2011


    “Gentile signora” legge la padrona di casa che ha aperto, con una certa apprensione, il plico recapitatole in questi giorni “ho il piacere di informarLa personalmente di una serie di novità che – ne sono convinto – renderanno molto più semplice pagare i contributi e gestire complessivamente il rapporto di lavoro domestico. Un altro passo avanti verso la modernizzazione dei rapporti tra Inps e i suoi contribuenti.”
    A firmare la comunicazione è il Presidente dell'Inps in persona e già questo basta per comunicare una certa ansia all'accorta donna di casa. Ansia destinata ad aumentare alla notizia che alla lettera si trova allegato “il vademecum 'Lavoro domestico: tutti i servizi senza fare la fila'”, utile, sembra, per “facilitare l'adempimento dei doveri contributivi”. I contributi per le colf e le badanti, fino ad oggi, si pagavano all'ufficio postale e da quando l'Ente ti mandava a casa, due volte all'anno, i bollettini prestampati, l'operazione non presentava particolari difficoltà. E cosa significherà, adesso, questa annunciata “facilitazione”? La promessa di evitarti la fila sembra confortante, ma cosa bisognerà fare, invece?
    Be', è facile. Ci si dovrà attaccare al telefono o al computer. Per l'assunzione di qualcuno o le variazioni del relativo rapporto sarà inutile andare all'INPS (dove, tanto, non riceveranno più), ma basterà un semplice collegamento telefonico e telematico. Certo, sarà necessario procurarsi un PIN (un numero personale di identificazione) o attivare una CNS (una “Carta nazionale dei servizi”), ma una volta in possesso dei dati relativi sarà come bere un bicchier d'acqua. Basterà andare su www.inps.it, settore “Servizi on line”, passare alla pagina “Al servizio del cittadino”, cliccare su “Autentificazione con PIN o CNS”, spostarsi su “Servizi di rapporto domestico” e scegliere “Iscrizione di rapporto di lavoro o variazione”. Poi si stampa una ricevuta con il codice assegnato al rapporto di lavori e ti mandano per posta le istruzioni su che altro fare. L'alternativa è quella di telefonare al numero verde indicato e passare le solite tre o quattro ore ad ascoltare insulse musichette mentre una voce registrata ti informa che tutti gli operatori sono occupati e per favore resta in linea se no perdi la precedenza acquisita.
    Un po' complicato, pensa la destinataria, ma non è cosa di tutti i giorni assumere qualcuno e con un po' di attenzione ce la si può fare. Ma i contributi bisogna pagarli ogni tre mesi. E i bollettini postali non valgono più. D'ora in poi si paga solo con i bollettini MAV (“pagamento mediante avviso”), in ufficio postale, banca o ricevitoria Enalotto, oppure con carta di credito, on line o per telefono.
    Non tutti, naturalmente, hanno una carta di credito e non tutti, a torto o a ragione, si fidano a usarla per le transazioni a distanza. Ma quella dei MAV sembra una soluzione ragionevole. In fondo sono come bollettini postali, solo che si possono pagare presso molti altri sportelli. Alla comunicazione ce ne sono acclusi due, per questo trimestre e il prossimo, per cui la datrice (o il datore) di lavoro si asciuga il sudore dalla fronte e pensa di essersi spaventato per niente. La fila dovrà andare a farla comunque, ma tanto ci è abituata.
    Macchè. Non si è accorta, la sventurata, della nota con cui si precisa che quei bollettini l'INPS te li manderà solo quest'anno. A partire dal 2012 “il MAV potrà essere “generato” soltanto collegandosi al sito INPS, utilizzando il PIN nella sezione Servizi on line”. C'è scritto anche che “con il MAV sarà possibile inoltre versare il contributo agli enti bilaterali firmatari di CCNL”, ma l'espressione è troppo enigmatica per essere presa in considerazione. Dunque, generare il MAV al computer e poi via in posta o in banca.
    Niente di difficile, ovviamente, per chi tutti i giorni lavora smanettando sulla tastiera, per i giovanotti che vivono praticamente nel Web o per gli appassionati delle più recenti diavolerie informatiche. Ma gli altri, poveretti? I tanti che a un computer non si avvicinano per paura che morda? Gli anziani che devono pagare i contributi per la badante? SI aggiornino: devono tutti, inesorabilmente, aggiornarsi. Nel XXI secolo un tal genere di ignoranza non è più categoricamente ammesso.
    Così, cercate di visualizzare la vecchietta o il vecchietto che, assistito – magari – dalla badante moldava, dopo aver chiesto invano aiuto al nipote ed esserne stato mandato, sull'esempio del ministro La Russa, a quel paese, apre il computer. Si trova un po' sbalestrato di fronte all'home page di www.inps.it, ma riesce a orientarsi su “Servizi on line”. Ha qualche problema, magari, per definire, come richiesto, la “tipologia dell'utente”, ma alla fine capisce che la sua è quella del “cittadino”. Accede così alla sezione “Pagamento contributi lavoratori domestici” e, seguendo il principio dell'un passo alla volta, clicca su “Pagamento per un singolo rapporto”, un'espressione, in realtà, che ci si aspetterebbe più di trovare negli atti del processo Ruby che nel sito di un ente previdenziale, ma non importa. Scopre con gioia di non aver bisogno del PIN, perché in questo caso gli basta inserire il proprio codice fiscale e il codice del rapporto di lavoro (che, se non lo ha accuratamente annotato da qualche parte, potrà sempre recuperare delle ricevute dei pagamenti pregressi), esegue, “genera” sullo schermo un modulo MAV in formato PDF, controlla che i dati precompilati siano esatti, lo stampa e, finalmente, è pronto per l'ufficio postale. Il tutto, naturalmente, se non salta il collegamento, se la stampante non si inceppa e se non si verifica qualcun altro degli innumerevoli disastri che funestano la vita dell'internauta.
    Ammetterete anche voi che perché si verifichi tutto questo è necessario ipotizzare un vecchietto di qualità eccezionale, una specie di Supervecchietto, quali non sempre il paese produce. E, comunque, che non si capisce con quale diritto un ente pubblico esiga dai suoi contribuenti, giovani o vecchi, uomini o donne, addottorati o analfabeti, le competenze necessarie per fare tutto ciò. L'informatica è una bella cosa, personalmente io morirei se non potessi applicarmi quotidianamente al mio giocattolo elettronico, ma nulla vieta che qualcuno la pensi diversamente e saper usare il computer non è obbligatorio per legge. All'Inps, certo, fa comodo non spedire più a domicilio i bollettini, non effettuare più i relativi controlli e non dover più ricevere nelle sue sedi i soliti citrulli in cerca di informazioni, ma non può esigere che questa comodità, questa semplificazione delle sue procedure, la paghino i cittadini, imponendo loro un nuovo obbligo. Perché, non c'è santi, l'informatizzazione del pagamento dei contributi, nel suo piccolo, rappresenta un passo in avanti a livello di massa del processo di implementazione degli obblighi sociali, una tappa verso quel mondo futuro in cui tutto ciò che non sarà espressamente vietato sarà reso, in un modo o nell'altro, obbligatorio. Un mondo in cui, oltretutto, l'autorità competente, integrando i dati dei vari PIN, delle varie CNS, dei vari codici di rapporto, delle varie transazioni con carta di credito, eccetera, saprà sempre di più tutto su tutti, come a dire che aumenterà il controllo globale sulla società civile.

    E dire che il povero Orwell credeva di avere toccato il fondo nel 1984.
10.04.'11