Biancaneve | Marina Visentin

Gialloliva | Trasmessa il: 06/07/2010


    Marina Visentin, un'autrice che gli ascoltatori di questa trasmissione già conoscono per una intervista di due o tre mesi fa, ha scelto, per il suo debutto narrativo nel formato romanzo, un genere affatto particolare: lo potremmo definire, volendo, un noir femminile. Molto noir, come vedremo, e molto femminile, anche dando all'aggettivo la sua connotazione, per così dire, narrativo editoriali. Biancaneve, in effetti, non è soltanto la storia di una donna, risolutamente narrata da un punto di vista di genere, ma l'impostazione iniziale può apparire abbastanza simile a quella di quei prodotti sentimentali, che, a torto o a ragione, vengono considerati tipiche letture per signora. In effetti, il lettore abituale di gialli si sente, a prima vista, un poco spiazzato e deve fare un certo sforzo per calarsi in una vicenda, che sembra imperniata su un personaggio che al giallo, in sé, non appartiene, quello della brutta anatroccola insicura di sé e fatalmente un po' invidiosa delle altre, della ragazza scialba e poco interessante (si sente lei stessa poco interessante), che se trova un fidanzato (non molto interessante anche lui, per la verità) se lo vede subito rubare da un'altra e finisce con l'adattarsi a una sorta di precoce zitellaggio, nella scia dell'amica bella, vivace e inquieta che, senza apparente motivo, decide di ospitarla nella sua grande casa e di permetterle di vivere di riflesso la sua vita turbinosa. Ma si sa che le soluzioni di questo tipo sono precarie per loro natura: la situazione dal patetico cui è improntata all'inizio fa in fretta a colorarsi di nero e chi legge si accorge di come gli autori di riferimento non siano né una Liala né una Peverelli, ma piuttosto un Jim Thompson o un Cornel Woolrich, o analoghi maestri del noir più noir che ci sia. L'amica, così, farà una brutta fine – sappiamo subito per mano di chi – e la protagonista, nella sua mite disperazione, si lascerà trascinare nei progetti dell'assassino, ne diventerà, nell'ordine, succube, complice e vittima, fino alla inevitabile catastrofe finale. Perché la catastrofe è iscritta nella trama fino dall'incipit e lei, questa povera, ingenua e stupida Biancaneve senza principi azzurri è la prima a saperlo: glielo indica persino la pratica dell'I Ching, dell'antico Libro de Mutamenti cinese, cui assiduamente ricorre nei momenti di crisi e dei cui ammonimenti, pure, non sa trarre il minimo frutto . Anche lei, come le eroine dei romanzi sentimentali, non desidera altro che essere almeno un poco felice, ma la vita è crudele e una meta pur tanto ragionevole le è inesorabilmente preclusa.
    È un romanzo, questo della Visentin, di impianto decisamente virtuosistico, costruito com'è sull'analisi delle reazioni e delle sofferenze di un unico personaggio, come in una sorta di lungo, triste monologo, senza che sia lasciato spazio a piacevolezze o diversioni investigative, ma ha comunque una straordinaria capacità di presa sul lettore e si raccomanda, in definitiva, come uno dei prodotti più interessanti di questa stagione. Va letto.


    07.06.'10
    Marina Visentin, Biancaneve, "Impronte" – Todaro Editore, pp. 158, € 15,00, CHF 23.-