L’Inghilterra, notoriamente, è patria, più che di giallisti, di gialliste:
è dai tempi di Agatha Christie e Dorothy Sayers che il titolo, peraltro
sempre discutibile, di “Regina del giallo” viene attribuito a una fedele
suddita di S.M. britannica. Qualcuno, forse, potrebbe esitare a insignire
dello stesso ruolo Stella Duffy, che pure è una delle autrici più interessanti
che operino oggi nel Regno Unito, visto che, più che sulla regalità, la
sua opera insiste sul tema della trasgressione, ma in fondo anche la trasgressione
è una specialità inglese e, a pensarci, scrittrici come la Sayers, almeno
a livello privato, se ne concedevano più di quanto la loro opera faccia
supporre, per cui l’accostamento non è del tutto campato in aria. La
Duffy, naturalmente, insiste molto su temi che nell’opera delle sue antesignane
non hanno un gran posto, come quello dell’identità sessuale dei personaggi
(saprete già, suppongo, che la sua investigatrice, Saz Martin, è solidamente
inserita nella comunità gay femminile di Londra, e che è quello l’ambiente
che fa da sfondo a quasi tutte le sue indagini) e ha assorbito a fondo
la lezione del noir d’oltreoceano, ma qualcosa di tipicamente inglese
nei suoi thriller si trova sempre, a partire dall’interesse per le situazioni
familiari anomale, che è da sempre uno dei pilastri del giallo classico.
Anche il punto di partenza del suo ultimo romanzo tradotto nel nostro
paese, Beneath the Blonde, del ’97, uscito da poco per la Marsilio black,
è abbastanza classico: l’eroina viene assunta sotto mentite spoglie nello
staff di un gruppo rock (i Beneath the Blonde del titolo, il che giustifica
il mantenimento della forma originale inglese), perché alla leader del
medesimo, che è bionda e abbastanza bisessuale, arrivano da un po’ degli
omaggi floreali piuttosto inquietanti, quasi delle minacce, e che non di
omaggi, ma di effettive minacce si tratti diventa chiaro quando bassisti
e batteristi attorno a lei cominciano a morire come mosche. Niente
di originale, direte, visto che situazioni del genere si sono viste anche
troppo, ma l’autrice riesce a variare il motivo con una serie di mosse
laterali imprevedibili, spostando la scena dalla Londra alternativa alla
Nuova Zelanda rurale e costruendo, passo passo, la soluzione più incredibile
e grandguignolesca che si possa immaginare. Un vero tour de force
da applausi a scena aperta. E poi i personaggi sono vitali, nella
loro ostentata esagerazione, e a questa Saz Martin, che è giunta, mi sembra
alla sua terza avventura, si finisce per affezionarsi. Non sarà la
lettura più indicata per il pomeriggio di Natale, ma chi si sente ormai
sazio della bontà di stagione potrà trovarvi un certo conforto.
21.12.’05
Stella Duffy, Beneath the Blonde (Id., 1997), tr. it. di Fabio Zucchella, Marsilio black, pp. 245, € 14,50