Bellini e gli spiriti | Tony Bellotto

Gialloliva | Trasmessa il: 02/01/2010


    Il Brasile, nel nostro immaginario, si identifica con lo splendore tropicale di Bahia o il pittoresco mozzafiato di Rio, ma in Brasile c'è anche San Paolo, che di pittoresco ha ben poco e di tropicale anche meno, ma con i suoi dieci milioni e più di abitanti è una delle megalopoli industriali del continente. E in quanto tale è pienamente abilitata a fungere da ambientazione per le storie del nostro genere preferito, che nella giungla d'asfalto, si sa, ha sempre allignato. Di fatto, a San Paolo opera da qualche anno l'investigatore privato Bellini (è italiano d'origine, come il suo autore, Tony Bellotto, e si chiama Remo, ma tende a lasciar perdere il nome proprio), non indegno erede in terra sudamericana della nobile tradizione del poliziesco hard boiled. Bellini, almeno esteriormente, rappresenta una versione un po' sciupacchiata del tipo: è un uomo di mezza età, non particolarmente prestante e abbastanza sfigato nei rapporti personali (ama perdutamente una donna sposata che più di un po' di sesso ogni tanto non gli concede e tende a lasciarsi prendere un po' per i fondelli dalle ninfette che gli capita di incrociare) nonché piuttosto inacidito come carattere; per di più opera per conto di un'agenzia decisamente di serie B, diretta da una specie di megera opportunista che gli lascia tutto il lavoro sporco. Comunque, è abbastanza ostinato per arrivare sempre alla fine delle sue indagini: in questo Bellini e gli spiriti, la prima delle sue avventure che l'editore Cavallo di Ferro presenta in Italia, deve occuparsi della morte di un avvocato che è riuscito a farsi avvelenare mentre prendeva parte alla maratona che a San Paolo si corre ogni primo gennaio – in piena estate, quindi – e tutti avrebbero pensato a un normale coccolone se un misterioso cliente non avesse incaricato l'agenzia delle indagini mediante lettera anonima con tanto di pagamento in anticipo. Il tipo, si scoprirà, conduceva una vita ineccepibile, ma un po' strana: fervente spiritista, si occupava in particolare delle anime dei bambini morti precocemente, ne collezionava le storie e cercava di mettersi in rapporto con quanti più orbati genitori possibile. E per di più aveva in qualche modo a che fare con la mafia cinese o giapponese, almeno a giudicare dagli strani incontri che capitano a Bellini nel quartiere orientale della città. L'unica testimone disponibile, oltretutto, è una segretaria di mezza età piuttosto strana e – sia detto inter nos – piuttosto assatanata e a un certo punto scompare anche lei... Insomma, Bellotto mescola efficacemente un certo numero di stilemi classici del sottogenere hard con qualche elemento meno consueto e un po' di colore locale: il risultato appare a volte un po' surreale, ma le trame sono robuste e l'effetto è sicuro. Il personaggio in Brasile è popolarissimo al punto che gli sono stati dedicati un film e una serie televisiva di successo: non si vede perché non dovrebbe diventarlo anche qui da noi.
01.02.'10
Tony Bellotto, Bellini e gli spiriti (Bellini e os Espiritos, 2005), tr. it. di Cinzia Buffa, Cavallo di Ferro, pp. 255, € 15,50