Assassinio a Canton | Robert van Gulik

Gialloliva | Trasmessa il: 11/24/2008


    Devo avervi riferito, qualche mese fa, della lodevole iniziativa della O barra o, serissima casa editrice specializzata in orientalistica e scienze affini, che ha cominciato a ripubblicare la serie del Giudice Dee di Robert van Gulik, assente da decenni dal mercato italiano. L'autore, del resto, è affatto degno dell'editore, trattandosi di un eminente sinologo e diplomatico olandese, che ha pubblicato parecchi contributi importanti sulla letteratura popolare cinese antica e moderna, anche se la sua fama, dal nostro punto di vista, è legata – appunto – alle due serie di romanzi del giudice Dee, che mandò in libreria (in inglese) negli anni '60. Fu questo giudice Dee un personaggio storico, che nel VII secolo dell'era volgare, sotto la dinastia T'ang, dopo aver servito a lungo lo stato come magistrato di distretto, assurse alle funzioni di ministro e compì ogni sorta di opere meritevoli. I romanzi in questione, tuttavia, si riferiscono alla prima fase della sua carriera, quando gli capitò, sembra, di risolvere numerosi casi criminali. La trovata di van Gulik, infatti, consiste nel riprendere, con i necessari adattamenti di tipo psicologico e narrativo, le convenzioni e le trame del poliziesco cinese post-classico, un genere popolare, ma amatissimo, che aveva sempre al centro, come protagonista, il magistrato di distretto, un funzionario che univa le competenze giudiziarie e quelle amministrative (è quello che gli europei avrebbero ribattezzato, qualche secolo dopo, con il termine portoghese di “mandarino”) e dei suoi fedeli e pittoreschi assistenti. Personalmente non saprei pronunciarmi sulla competenza dell'autore sugli usi e costumi della Cina dei T'ang (ma posso rifarmi alla testimonianza di Edoarda Masi, che mi assicurò, anni fa, che se la cavava benissimo), ma sulle sue doti di narratore e giallista non ci piove e l'assenza dei suoi libri dal mercato italiano era una vera iattura.
    Assassinio a Canton, così, non era reperibile nelle nostre librerie dal 1975, data della prima e ultima edizione Garzanti e non era neanche riapparso, come altri romanzi, negli Omnibus Mondadori. È, di tutta la serie, il titolo forse più anomalo, perché coglie il protagonista e i suoi fidi nel punto cruciale dei rispettivi tragitti umani, quando Dee si rende conto che le sue nuove alte responsabilità devono avere la precedenza sul piacere di indagare... ma di questo piacere non riesce proprio a privarsi. Ed è l'unico romanzo di van Gulik ambientato in una città reale, nella tentacolare Canton, il grande porto meridionale attraverso cui il celeste impero gestiva i suoi rari contatti con le altre potenze mondiali, essenzialmente il Califfato di Baghdad, e nelle cui strade si poteva così respirare un'atmosfera fortemente esotica, almeno dal punto di vista di un cinese di allora. Ivi, naturalmente, il futuro ministro si scontrerà con ogni sorta di intrighi e intriganti, dietro i quali si profila l'ombra di un altro personaggio dell'epoca, la temibile imperatrice Wu (la “Lady Wu” di Lin Yutang). Ma non è il caso di preoccuparsi, perché anche chi non ha la minima nozione della storia cinese dell'epoca potrà trarre da questa complicatissima trama il massimo godimento. Date retta a me, che i gialli storici in genere li detesto, ma per van Gulik sono sempre disposto a fare un'eccezione.


    24.11.'08
    Robert van Gulik, Assassinio a Canton (Murder in Canton, 1966), tr. it. di Mariapaola Ricci Dettore, "In-Asia" – O barra o edizioni, con 12 disegni dell'autore, pp. 236, € 12,00