Anagram | Ed McBain

Gialloliva | Trasmessa il: 06/12/2006




Concludiamo le mostre chiacchierate da dove le avevamo cominciate in ottobre, con un omaggio a Ed McBain, che ci ha lasciato giusto un anno fa.  Oggi scopriamo che Il party, che avevamo recensito allora, non era affatto il suo ultimo romanzo: l’autore, la cui produttività, com’è noto, era paragonabile a quella di un Simenon (o di un Balzac), ha fatto in tempo a lasciarcene un altro, che vede oggi la luce negli Omnibus Mondadori, per la traduzione di Nicoletta Lamberti, che si affianca ad Andreina Negretti nel ruolo di interprete storica del maestro nella nostra lingua.  È anche questo Anagram (un titolo italiano che, chissà perché, è in inglese, senza corrispondere, peraltrro, a quello originale) una storia dell’87° distretto: l’ultimo capitolo di una serie avviata nell’ormai lontanissimo 1957.  Come capita spesso nelle storie conclusive, vi ritornano con insistenza motivi e personaggi del passato, a cominciare dal personaggio del Sordo, il nemico tradizionale di Carella e soci, l’abilissimo criminale che più volte ha attraversato la loro strada, più volte è stato sconfitto, ma si è sempre salvato in extremis e ritorna per la sfida definitiva: un colpo di quelli clamorosi, che annuncia bombardando i nostri eroi di una quantità di oscuri messaggi in cifra, anagrammi, per lo più, ma anche enigmi più complicati, palindromi, sciarade e quant’altro.  Mentre tutti si spremono le meningi per cercare di capire cosa ha in mente quel brutto tipo, naturalmente, la vita continua: Carella deve occuparsi del matrimonio della madre e della sorella (un tormentone che va avanti dai tempi di Vedove, una decina d’anni fa), il collega Ollie Weeks, quello del distretto vicino, che spesso interviene nei romanzi dell’87° nel ruolo di spalla comica, riesce finalmente a far coppia con la collega Patricia Gomez, che per prima cosa lo mette a dieta, altre coppie si formano e si disfano, perché ai bei tempi di queste cose non ne succedevano, pensavano tutti solo al lavoro, ma oggi, con la concorrenza delle serie televisive da sostenere, di sbirri e sbirre che vanno a letto insieme ce ne sono sempre di più, e, nel complesso, tutto procede con l’efficienza che ci si può aspettare da un team che ha alle spalle un rodaggio di una cinquantina d’anni.  Come andrà a finire il tutto, ovviamente, non sarò io a raccontarvelo: vi dirò solo che Anagram, come tutti i romanzi dell’ultimo McBain è ricco di deviazioni inattese e di svolte impreviste, anche se, rispetto a quelli che immediatamente lo precedono , è un poco più “classico”, più concentrato sul duello centrale tra la squadra degli investigatori e la loro diabolica controparte.  Ma la conclusione, ne sono sicuro, riuscirà lo stesso a stupirvi, oltre a confermarvi nella convinzione che di autori come Hunter/McBain se ne incontrano davvero pochi e che il suo contributo al nostro genere preferito aspetta ancora una valutazione critica adeguata.  Ma per questo, naturalmente, c’è tempo.


12.06.’06

Ed McBain, Anagram (Hark!), tr. it. di Nicoletta Lamberti, "Omnibus" – Mondadori, pp. 307, € 18,00