Concludiamo le mostre chiacchierate da dove le avevamo cominciate in ottobre,
con un omaggio a Ed McBain, che ci ha lasciato giusto un anno fa. Oggi
scopriamo che Il party, che avevamo recensito allora, non era affatto il
suo ultimo romanzo: l’autore, la cui produttività, com’è noto, era paragonabile
a quella di un Simenon (o di un Balzac), ha fatto in tempo a lasciarcene
un altro, che vede oggi la luce negli Omnibus Mondadori, per la traduzione
di Nicoletta Lamberti, che si affianca ad Andreina Negretti nel ruolo di
interprete storica del maestro nella nostra lingua. È anche questo
Anagram (un titolo italiano che, chissà perché, è in inglese, senza corrispondere,
peraltrro, a quello originale) una storia dell’87° distretto: l’ultimo
capitolo di una serie avviata nell’ormai lontanissimo 1957. Come
capita spesso nelle storie conclusive, vi ritornano con insistenza motivi
e personaggi del passato, a cominciare dal personaggio del Sordo, il nemico
tradizionale di Carella e soci, l’abilissimo criminale che più volte ha
attraversato la loro strada, più volte è stato sconfitto, ma si è sempre
salvato in extremis e ritorna per la sfida definitiva: un colpo di quelli
clamorosi, che annuncia bombardando i nostri eroi di una quantità di oscuri
messaggi in cifra, anagrammi, per lo più, ma anche enigmi più complicati,
palindromi, sciarade e quant’altro. Mentre tutti si spremono le
meningi per cercare di capire cosa ha in mente quel brutto tipo, naturalmente,
la vita continua: Carella deve occuparsi del matrimonio della madre e della
sorella (un tormentone che va avanti dai tempi di Vedove, una decina d’anni
fa), il collega Ollie Weeks, quello del distretto vicino, che spesso interviene
nei romanzi dell’87° nel ruolo di spalla comica, riesce finalmente a far
coppia con la collega Patricia Gomez, che per prima cosa lo mette a dieta,
altre coppie si formano e si disfano, perché ai bei tempi di queste cose
non ne succedevano, pensavano tutti solo al lavoro, ma oggi, con la concorrenza
delle serie televisive da sostenere, di sbirri e sbirre che vanno a letto
insieme ce ne sono sempre di più, e, nel complesso, tutto procede con l’efficienza
che ci si può aspettare da un team che ha alle spalle un rodaggio di una
cinquantina d’anni. Come andrà a finire il tutto, ovviamente, non
sarò io a raccontarvelo: vi dirò solo che Anagram, come tutti i romanzi
dell’ultimo McBain è ricco di deviazioni inattese e di svolte impreviste,
anche se, rispetto a quelli che immediatamente lo precedono , è un poco
più “classico”, più concentrato sul duello centrale tra la squadra degli
investigatori e la loro diabolica controparte. Ma la conclusione,
ne sono sicuro, riuscirà lo stesso a stupirvi, oltre a confermarvi nella
convinzione che di autori come Hunter/McBain se ne incontrano davvero pochi
e che il suo contributo al nostro genere preferito aspetta ancora una valutazione
critica adeguata. Ma per questo, naturalmente, c’è tempo.
12.06.’06
Ed McBain, Anagram (Hark!), tr. it. di Nicoletta Lamberti, "Omnibus" – Mondadori, pp. 307, € 18,00