Amici, amanti, cioccolato | Alexander McCall Smith

Gialloliva | Trasmessa il: 10/23/2006



Amici, amanti e cioccolato, ne concorderete anche voi, sono tra le poche cose che rendono la vita degna di essere vissuta e fa piacere trovare la triade in testa all’ultimo romanzo di Alexander McCall Smith, che, pur facendo di mestiere il professore di diritto all’Università di Edimburgo, riesce a scrivere anche dei gialli piuttosto spassosi.  È famoso, questo Smith accademico, soprattutto per i misteries africani ambientati a Gaborone, nel Botswana, e interpretati dalla signora Ramotswe, titolare della Ladies Detective Agency No. 1, ma a me personalmente quei romanzi non piacciono più di tanto, perché mi sembra che, con tutta la buona volontà, gli sia restata appiccicata un po’ di supponenza coloniale molto (troppo) britannica, ma naturalmente basta trasportare l’ambientazione a Edimburgo per superare di botto il problema.  La protagonista, diciamo così, indigena dei romanzi del nostro autore è un’altra signora, tale isabel Dalhousie, che non è, naturalmente, una reincarnazione di Miss Marple, checché si faccia dire a Irene Bignardi nello strillo della quarta di copertina, ma una brillante quarantenne o poco più, che di mestiere fa l’editor di una rivista di etica, ama molto la cioccolata e, quanto agli amici e agli amanti, fa spesso fatica a decidere in quale categoria inserire gli uomini con cui ha a che fare (con particolare riguardo a un ex fidanzato di sua nipote, che suona il fagotto in orchestra, è davvero molto carino, ma è anche manifestamente un po’ troppo giovane per lei, per cui si vedrà).   In questo romanzo, che deve essere il secondo della serie (ma il primo mi è sfuggito) la curiosità la porta a impegnarsi in un mistero davvero strano, che sembra quasi la versione contemporanea di una di quelle storie gotiche, o dei film che ne sono stati tratti negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, in cui a un violinista vittima di un incidente sono impiantate le mani di un noto strangolatore e dopo un po’, guarda caso, nei dintorni comincia a verificarsi una epidemia di prese per il collo (che è la trama, se non ve se ne siete accorti, di Orlacs Hände di Robert Wiese, del 1926, ma è solo un esempio).  In questo caso è un amico trapiantato di cuore che comincia ad avere strani incubi, che hanno tutta l’aria di indicare un delitto, il che sembra molto poco promettente dal punto di vista di una trama razionale, ma l’autore riesce a ricavarne una storia perfettamente credibile e – lo crediate o no – senza nessun intervento né della pseudoscienza né delle categorie del fantastico.  Tutto, per di più, molto divertente, molto ben scritto (e ben tradotto) e se vi sembrerà di cogliere, qua e là, qualche traccia di leziosaggine, be’, per una volta potete anche far finta di niente.

23.10.’06

Alexander McCall Smith, Amici, amanti, cioccolato (Friends, Lovers, Chocolate), tr. it. di Giovanni Garbellini, "I narratori della Fenice" – Guanda, pp. 262, € 14,50