Vincitori e vinti

La caccia | Trasmessa il: 03/22/1998



In qs. giorni assente da Milano et non avuto modo ascoltare radio, ma immagino che buona parte di voi, cari ascoltatori, e di miei amici redatt. e collaborat. di qs. emittente abbia espresso suo compiacim. x ordinanza con cui 5ª sez. pen. Corte Appello Milano respinto istanza revisione processo che condannato Sofri, Bompressi & Pietrostefani x uccisione commissario Calabresi.  Compiacimento, ho detto, non entusiasmo, xché ness1 di voi, e di loro, est tipo da entusiasmarsi x virtuale condanna a vita, et molti non hanno rinnegato antichi legami di amicizia et militanza comune con condannati, ma 1 certo, pur contenuto compiacim., da parte vs. et loro, sembrami proprio inevitab.  Est quest. di coerenza.  Xché est vero che RP, lunedì scorso, trasmesso, e voi tutti applaudito, appassionata aringa di Dario Fo su 124 contraddiz. pentito Marino e di suoi protettori, ma 1 cosa est trasmettere o applaudire 1 arringa, x appassionata che sia, et 1 cosa est esprimere vera solidarietà a 1 di parti in causa.   Et est su qs., che, at indomani di ql pronunciam., non puotesi fare a - di riflettere.

Vedete, ql’ordinanza pronunciata da 5ª senz. C. App., su conforme parere di Procura Generale, ma qs. dato di fatto sembrami abbast. causale.  Io non conosco quei giudici, non mettone in dubbio buona fede e non letto loro motivaz., a parte scarsi frammenti che in qs. gg. resone noto stampa, ma non credo che altri giudici avrebbero potuto esprimere parere diverso.  Qla sentenza (xché di 1 sentenza, in sostanza, trattasi) era inevitab., xché espress. di cultura giuridica che permea di sé buona parte di ns. istituz.  Cultura che non prevede, nonostante tutto, giudice neutrale, o, come credo dicasi in termini + tecnici, 3° tra parti, xché ostinatam. rifiutasi di distinguere, at interno di magistratura, tra ruoli giudicanti e inquirenti e tende anzi a dare prevalenza, in termini di prestigio e autorevolezza, a chi esercita funzione inquirente.  Cultura che poco o nulla curasi di prove concrete, xché posponele at “libero convincimento” di giudicante et a implicito pregiudizio a favore di qnto, + o - liberam., dichiarano pentiti e collaboratori.   Cultura che tende inesorabilm. a identificare giustizia con sentenze di condanna e che vede massima iattura in fatto che a condanna, in 1 modo o in altro, non pervengasi.

Di qs. cultura illiberale, ahimé, non esenti neanche noi.  Anche x noi, + di volte, 1 assoluz., o 1 non condanna est iattura.  Abbiamo attribuito at magistratura ruolo, istituzionalm. indebito, di sanatore di tutte contraddiz. di ns. vita sociale.  Tendiamo a schierarci a suo fianco ogni volta che qlche suo esponente denuncia tentativo di diminuirne poteri, senza nem- chiederci se certi poteri che magistratura rivendica siano compatib. con ns. idee in fatto di giustizia.

Mercoledì sc. ribadita condanna che a molti di noi pare ingiusta, a danni di 3 persone che consideriamo innocenti, e abbiamo sentito tutti bisogno protestare.  Ma non tutti, forse, resici conto che qla condanna, che est a tempo stesso assoluz. indiscriminata di quanti pronunciato condanne precedenti e rifiuto corporativo metterne in discuss. qsiasi aspetto, mette in crisi molte ns. reazioni abituali in fatto di giustizia, inclusi ns. atteggiam. verso magistratura.   Credo che ness1 possa negare che condanna di 3 di LC voluta da intera magistratura, compresa amatiss. Procura di Resp. di Milano, che fermam. voluto processo a Sofri e suoi compagni, che ottenutone condanna in 1° grado e cui membri, anche qli + ostinatam. difesi da snxtra in loro scontri con governo, non hanno mai sentito bisogno dissociarsi da sviluppi successivi di caso, sentenze suicide e pressioni su giurati comprese.  E noi, chissà xché, siamo sempre pronti, non dico a schierarci, ma at appiattirci a tappetino su posiz. di 1° magistrato che attacca Parlamento e sistema parlamentare e non certo in nome di maggiore democrazia o di giustizia + autentica, ma in nome di mantenimento di privilegi di suo ordine e di moloch di non separaz. carriere.

X qs. at inizio, cedendo at gusto di 1 provocaz. che spero abbiate compreso, dicevo che qndo deploriamo esiti di processo Calabresi non abbiamo tutte carte in regola.   Finché non convinceromoci che probl. principale di giustizia  est qlo di garanzie di singoli di fr. a istituz., che fine di attività giudiziaria non est qlo di ottenere comnque condanne e che infinitam. meglio che siaci abbondanza di colpevoli in libertà +tosto che singolo innocente in galera, ns. proteste suoneranno sempre. deboli.  E potere di altri di noi sarà sempre forte.
22.03.’98