Converrete anche voi che il titolo di prima pagina del
“Giornale” di ieri era, a dir poco geniale. Con quel “Mani pulite”
a otto colonne i responsabili del quotidiano di famiglia del Presidente
del consiglio, oltre a dare notizia dell’assoluzione del loro leader di
riferimento politico e proprietario, lanciavano un efficace sberleffo a
quanti, in tutti questi anni, hanno confidato nella cosiddetta “spallata
giudiziaria”, sperando che a toglierci Berlusconi dai piedi fossero i
giudici, senza riflettere che per trovare una magistratura capace di condannare
il capo del governo in carica bisogna andarla a cercare in paesi dal sistema
giudiziario assai più saldo del nostro. Ma sulla scelta della fotografia
da affiancare a quel titolo il direttore e i suoi collaboratori devono
avere avuto qualche esitazione. Doveva trattarsi, ovviamente, di
un’immagine del leader beatificato e assolto, un articolo di cui non credo
ci sia scarsità negli archivi del quotidiano milanese, ma che tipo di immagine,
esattamente? Un Berlusconi trionfante come per un gol del suo Milan,
un Silvio scatenato, quale a volte si è visto, in gesti di sfregio e atteggiamenti
di sfida sarebbe sembrato, forse, in contraddizione con la solennità del
momento. Un ritratto troppo ufficiale, troppo ingessato, del tipo,
più o meno, di quelli apparsi su altri giornali, non avrebbe dato conto
del legame speciale che lega al capo di “Forza Italia” quell’organo
di stampa. Hanno finito, così, per scegliere una fotografia da bravo
bambino, un’immagine a colori in cui il Silvio in questione, ripreso a
mezzo busto e di profilo, senza sfoggiare neanche i suoi capelli nuovi,
guarda davanti a sé con aria solenne, come se ascoltasse, con la mano sul
cuore, un qualche nobile inno. E nessuno ha badato (se pur se ne
è accorto) che sullo sfondo, incongrua ma ben visibile, campeggia la bandiera
americana.
Era un fotogramma,
mi dicono, tratto da una delle frequenti comparse del nostro a “Porta
a porta”, una trasmissione sulla quale le stelle e le strisce sventolano
idealmente sempre e nel concreto spesso. Ma questo, si capisce, non
è un buon motivo per pubblicare quell’immagine e non ne sana l’incongruità
. Berlusconi si considera un leader di livello internazionale, ma
l’affare Sme, salvo errori, è di natura solo italiana, in America, con
la legislazione societaria e il tipo di controlli vigenti, non capirebbero
neppure di cosa si tratta, e poi gli Stati Uniti sono appunto un paese
in cui l’autonomia del giudiziario dall’esecutivo è notevole e se un
Presidente sgarra gli impeachments fioccano che è un piacere e nessuno
protesta, come da noi, che gli eletti del popolo possono essere giudicati
solo dai loro pari.
Si tratta quindi,
con ogni probabilità, di un accostamento casuale. Ma non di una
gaffe, in fondo, né di una forzatura. Quella foto non è inadatta
a esprimere la gioia di chi si sente finalmente libero da una lunga persecuzione.
Chissà cosa stava dicendo Vespa, o chi per lui, al momento, ma Berlusconi
vi ha un’aria assolutamente felice. Si sente in Paradiso, non ha
niente altro da chiedere al mondo. Proprio come quando, suppongo,
si intrattiene più o meno alla pari con il grande capo Bush, ne ascolta
le pur generiche lodi, si sente irradiato dalla sua gloria. Impeachment
o non impeachment, l ’America, per i tipi come lui, non è un paese come
gli altri, con le sue leggi e le sue istituzioni: è la sede per antonomasia
della Ricchezza e del Potere. Il Paradiso, appunto. E quella
bandiera (la bandiera del Paradiso!) in fondo è anche la sua. Per
questo, non perché si sia visto assolvere da giudici dei quali non ha mai
avuto paura, ha quell’aria beata, sia pure leggermente ebete. E
per questo noi faremo meglio a darci una mossa, perché, anche a giudicare
dal discorso di Prodi al palalido ieri, la nottata è ancora lunga da passare.
12.12.’04