Servizi e legnate

La caccia | Trasmessa il: 10/19/2008


    “Stop al vecchio manganello lungo” intitola “Repubblica”, nelle pagine milanesi di martedì, annunciando la distribuzione di “un'arma più corta” ai membri di quello che una volta si chiamava il “Corpo dei Vigili Urbani” e che, assumendo nome e funzioni di “Polizia municipale”, sembra aver perso, se non la vocazione alla vigilanza, almeno ogni pretesa di urbanità. In effetti, a parte il fatto che il termine “manganello” a chi tiene alla correttezza del linguaggio dà sempre fastidio, trattandosi di una espressione dialettale (ferrarese, mi sembra, o comunque emiliana), messa in auge dallo squadrismo fascista negli anni '20 del secolo scorso, per cui meglio sarebbe l'uso del termine “mazza” o, al massimo, quello di “sfollagente”, faceva una certa impressione vedere gli ex ghisa aggirarsi per la città ostentando alla cintura un attrezzo di sessanta centimetri di lunghezza e il fatto che ufficialmente si trattasse di un semplice “bastone distanziatore” non bastava del tutto a convincere i vecchi ambrosiani, almeno quelli ancora convinti, nella loro tradizionale bonomia, che una energica legnata all'occipite non rappresenti, tutto sommato, il mezzo migliore per prendere le distanze da qualcuno. D'altronde quelle specie di stanghe un po' davano fastidio anche ai loro detentori: erano scomode per i motociclisti e per chi doveva guidare (e, magari, scendere di corsa dall'auto) e più in generale venivano vissute come fastidiose e “poco maneggevoli”. Indispensabile, quindi,il cambio con i nuovi bastoni, che avranno un minore ingombro e, come si dice, un minore “impatto visivo”. L'effetto deterrente non sarà forse lo stesso, ma non bisogna temere che il loro uso comporti un contatto più stretto o una maggiore vicinanza con i riottosi, con tutti i rischi relativi: si tratta, infatti, di bastoni “estendibili”, che, quando sono chiusi, in stato, per così dire, di riposo, misurano solo trenta centimetri, ma “al momento dell'uso” possono “raddoppiare la lunghezza”.
    Insomma, sembra che in meri termini dimensionali lo “stop al manganello lungo” si riduca alla sostituzione di un attrezzo di sessanta centimetri con uno di trenta per due, il che, se la matematica non è un'opinione, non dovrebbe fare quella gran differenza. Se non per il fatto che, essendo attualmente 2.700 i vigili (pardon, gli agenti) dotati dello strumento, e costando il nuovo modello la bazzecola di venti euro a pezzo, la sostituzione, pur graduale, comporterà un esborso non indifferente, il che significa che, risalendo la distribuzione del vecchio tipo a meno di due anni fa, per ora si sono buttati un sacco di soldi dalla finestra.
    Pazienza. Dagli errori, com'è noto, si impara e la sicurezza viene prima di tutto. Certo, il bilancio è pieno di buchi e il Comune, notoriamente, non ha una lira: non per niente la Moratti piange di essere stata posposta nella benevolenza governativa a Catania e intende far cassa aumentando il prezzo dell'ingresso ai musei, aggiornando le rendite catastali, promuovendo a “casa di lusso” quanti più caseggiati possibili in centro per rosicchiare quel po' di ICI che ne deriverebbe e ha inaugurato una politica di risparmi che comporterà la “esternalizzazione” delle scuole civiche, dell'assistenza agli anziani e dei servizi cimiteriali e il taglio di una trentina di milioni dalle spese degli assessorati. Stando al “Corriere” di mercoledì medita persino di “far rientrare negli interventi per l'Expo, e quindi nei finanziamenti statali” ad essa destinati, anche “l'illuminazione, la pulizia dei graffiti, la manutenzione di arredo urbano e verde” e simili, che sembra, a occhio e croce, un esempio di finanza piuttosto allegra e non fa sperare un granché sugli esiti di quell'importante evento internazionale. Insomma, siamo, praticamente alla frutta, e se tutte le operazioni sono state condotte con la stessa sagace lungimiranza dimostrata nel caso degli sfollagente dei vigili, che, in buona sostanza, vanno sostituiti quando sono ancora praticamente nuovi, si capisce anche come ci siamo arrivati.
    Tutto questo, direte, è banale e poi non si possono certo addebitare i buchi in bilancio alle spese per le mazze de vigili. È vero. Meno banale, tuttavia, può essere la contrapposizione tra ciò per cui si spende e quello su cui si risparmia: in termini volutamente brutali e semplificando al massimo i termini del problema si potrebbe dire che ai nostri concittadini si prospetta un futuro con meno servizi e più cari, ma con più legnate per chi non righerà dritto. Un futuro in cui costerà di più andare al museo, ma i vigili di guardia all'edificio sapranno come trattare chi pretendesse di entrare a sbafo, in cui ci saranno meno studenti, ma più agenti a vigilare che non ingombrino le strade con futili proteste come in questi giorni, meno case di riposo e meno posti al cimitero, ma più vigilanza attorno a queste istituzioni. Eccetera. L'idea può piacere ai sostenitori di un'amministrazione “muscolare” e in particolare agli ammiratori del vicesindaco in carica, ma per le persone normali, diciamolo, non rappresenta una prospettiva del tutto tranquillizzante. Sarà per questo che hanno cercato di attenuarne, se non altro, l'impatto visivo.

    19.10.'08