Respiro corto | Massimo Carlotto

Gialloliva | Trasmessa il: 05/14/2012


    Dunque, al centro del nuovo romanzo di Massimo Carlotto c'è il giovane Zosim Kataev. A quanto pare è il braccio destro di un pezzo grosso della mafia russa: il suo capo lo considera un cagnolino fedele e apprezza il suo intuito per la finanza, tanto è vero che gli ha fatto studiare economia all'università di Leeds. Si occupa, tra l'altro, di deforestazioni clandestine in zona Cernobyl e della vendita in Occidente del legname contaminato che se ne ricava. In realtà fa il doppio gioco per conto dell'Fbs, il servizio segreto che ha preso il posto del compianto Kgb: il suo compito è quello di azzerare l'organizzazione in cui opera e trasferirne il patrimonio nelle casse dei servizi. Dopo di che, gli hanno promesso, lo trasferiranno a Zurigo, per gestire da par suo quei soldi nell'interesse dei nuovi padroni.
    Invece, scopre che le priorità sono cambiate e che la sua destinazione è Marsiglia, centro di traffici e intrighi internazionali in cui la finanza si mescola alla politica e al terrorismo. Dal suo punto di vista è un guaio, perché di lavorare per l'Fbs, in realtà, non aveva mai avuto intenzione. A Leeds ha conosciuto un gruppo di suoi pari, tre geni della finanza senza scrupoli come lui, Sunil, che non ha intende seguire la tradizione della sua ricca famiglia di ristoratori parsi e preferisce dedicarsi al traffico di organi e ad altre attività extracurriculari; Giuseppe, che ha parentele ai vertici della camorra e la bella Inez, svizzera, che forse è la più spregiudicata di tutti, nonché la vera mente del gruppo. Si erano dati appuntamento a Zurigo, con l'idea di gestire a modo loro tutto quel denaro, ma adesso a Marsiglia sarà tutto più difficile, perché lì il controllo dei servizi, impersonati dalla terribile tenente Ulita Vinogradova, bella, bionda, palestrata e sessualmente insaziabile, è molto più stretto. E a Marsiglia opera la squadra speciale del commissario Bernardette Bourdet (“B.B.”), una donna corrotta, in ambigui rapporti con il vecchio boss Armand Grisoni, ma risolutamente intenzionata a proteggere la città da nuove infiltrazioni delinquenziali, che ha da poco infiltrato in una gang di sudamericani il gangster paraguayano Esdeban Garrincha, che si sta facendo strada con metodi di indicibile violenza e può entrare in rotta di collisione da un momento all'altro con questo strano gruppo di ex mafiosi a formazione universitaria, che sanno tutto dei meccanismi della finanza e del mondo degli affari e per imporsi sulla piazza non fanno conto sugli strumenti tradizionali della mala, ma sono molto più efficienti e molto più spietati...
    Dunque Carlotto, che, accantonando temporaneamente le predilette ambientazioni nel Nordest italiano, punta la sua attenzione su una città che, oltre a essere una delle capitali spirituali del noir, rappresenta uno dei gangli nodali del crimine globalizzato, mette ancora una volta in scena, con questo Respiro corto, il contrasto generazionale e culturale tra vecchia e nuova criminalità. Il tema non è nuovo, ma l'autore lo svolge con grande maturità narrativa: non indulge a patetismi o diversioni romantiche, ma imposta la sua storia con una freddezza quasi scientifica, senza bisogno di ricorrere a orpelli letterari e lenocini formali, ma governando con pugno di ferro una trama di notevole complessità. I personaggi, tuttavia, ne escono a tutto tondo e l'effetto emotivo sul lettore è più sconvolgente di quanto si possa immaginare. Insomma, dopo quasi vent'anni di attività e nella fedeltà alla sua tematica di elezione, Massimo riesce ancora una volta a stupirci. Non è da tutti.

    14.05.'12
    Massimo Carlotto, Respiro corto, "Stile Libero Big" – Einaudi, pp. 201, € 17,00