Promozioni da Strega

La caccia | Trasmessa il: 10/15/2006


    Che le streghe potessero tornare, a disdoro e spavento di noi maschi, lo minacciava – una trentina di anni fa – uno dei primi slogan femministi. Non mi sembra, in tutta sincerità, che quella minaccia si sia realizzata: di streghe in giro ce ne sono tuttora pochine e pochissime, tra le militanti di allora, continuano a occuparsi di queste cose. L’invito a tremare, anzi, potrebbe essere riferito alla piattezza ideologica e ideale in cui siamo immersi, una piattezza in cui di qualche strega in più si sentirebbe davvero il bisogno.

    Ritorna, in compenso, il premio Strega. Non perché quella benemerita istituzione letteraria (che, tra parentesi, non è intestata né alle fattucchiere né alle femministe, ma a un tipico liquore dolce prodotto, credo, nel Beneventano e un tempo assai popolare) si sia mai interrotta: ha da poco festeggiato il sessantesimo anniversario e dicono tutti che è più vitale che mai. A tornare sono i libri che ne erano stati segnalati e insigniti, opere di molte delle quali, in sessant’anni, si era ragionevolmente perduta ogni traccia. Lo si apprende da uno dei tanti foglietti promozionali con cui vengono farciti, di questi tempi, gli inserti dei quotidiani e le copertine dei settimanali: “l’emozione e il piacere della lettura in una collezione unica e prestigiosa” sono garantiti a chiunque aderirà all’iniziativa di una importante casa editrice, che si appresta a pubblicare i 100 capolavori, appunto, della “collezione premio Strega”. Basterà compilare e inviare l’acclusa cartolina con affrancatura a carico del destinatario.

    Immagino conosciate anche voi questo tipo di promozioni. Si tratta, in genere, di solenni fregature. La qualità degli articoli offerti (vini, di solito, ma anche articoli per la casa, l’igiene personale e altro) viene magnificata in termini reboanti, ma i particolari merceologici, fatte salve le debite eccezioni, tendono a essere vaghi e l’efficacia suasoria della proposta si affida, di solito, alle promesse di doni sontuosi e sconti particolari. Se, grattando l’apposita superficie argentata o sollevando il tassello in basso a destra, l’aspirante acquirente troverà il suo nome o una qualche frase propiziatoria, verrà colmato di ogni genere di benefici. E anche se non ci vorrebbe molto a calcolare che i supposti doni vengono fatti pagare come e più del resto e che, pur applicando tutti gli sconti previsti, il costo finale resterà un bel po’ superiore alla media di mercato, qualcuno finisce per cascarci, almeno a giudicare dalla costanza con cui le offerte del genere sono ripetute.

    Nulla di tutto questo, naturalmente, per i cento volumi del premio Strega. I libri sono una cosa seria, la casa editrice proponente è più che seria, serissima, e non c’è traccia di spazi argentati da grattare o tasselli da sollevare. Di prezzi non si parla nemmeno. Tutte le informazioni di natura pratica e commerciale verranno comunicate, gratis e senza impegno, a chi lo chiederà inviando la cartolina. E con le informazioni gli giungerà anche il omaggio il volume Anni Stregati 1947-2000, 183 pagine complessive, oltre 180 fotografie, edizione in brossura, formato cm. 20 x 31, omaggio non condizionato ad alcun acquisto, dedicato a “letteratura, storia e società attraverso i protagonisti del Premio”.

    Anche la descrizione del materiale non lascia nulla a desiderare: si specifica che “i 100 capolavori del Premio Strega sono stati realizzati in tre raffinati colori (grigio, rosso, marrone)”, che “ogni volume, contenuto e protetto in un cofanetto, è rilegato in tela e arricchito da una elegante sovraccoperta e da un segnalibro in seta coordinato con il colore della copertina” e che “su ogni volume e sul relativo cofanetto è riportato l’Incipit del romanzo stampato in bassorilievo”. E non basta. “Il valore culturale e l’unicità di questa Collezione sono sottolineate anche dal fatto che ogni romanzo è arricchito da una ampia Prefazione scritta da un autorevole critico … I Prefatori sono studiosi illustri, noti giornalisti e spesso scrittori che rivestono un posto importante nel panorama della letteratura contemporanea”. E, dulce in fundo, c’è il DVD: “Il tesoro della lingua italiana del secondo Novecento”, in cui “i testi dei 100 romanzi sono raccolti in un unico database” secondo un progetto “sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri” ed “elaborato da Tullio De Mauro, che ne è anche il direttore scientifico ed esecutivo”. Insomma, mica paglia: 100 volumi formato 12 x 18, 35.000 pagine, legatura in tela, cofanetto, segnalibro, incipit in bassorilievo e DVD, più il volume Anni stregati in dono… non c’è chi non si senta immediatamente tentato di inviare la cartolina.

    C’è solo un particolare che può spingere a trattenersi e che, in effetti, mi ha trattenuto, oltre al fatto che l’arrivo improvviso di cento volumi creerebbe, a casa mia, grossi problemi di spazio. È che di quei cento oggetti editoriali rilegati in grigio, rosso e marrone non vengono mai indicati, in tutto il prospetto illustrativo, né il titolo né il nome dell’autore (né, per quanto poco possa contare, quello del prefatore). Di sessanta opere si specifica che sono le “vincitrici del più prestigioso Premio letterario italiano” dalla fondazione a oggi, sicché non sarebbe impossibile, con qualche lavoro di ricerca, scoprire di cosa si tratta, ma le altre quaranta rappresentano soltanto “una selezione” di altrettanti romanzi in concorso e qui vorrei proprio sapere come fare a individuarle. Ed è strano, in fondo, perché di un’offerta di libri, per così dire, anonimi, non mi era mai capitato di avere notizia. Un libro, di solito, lo si vuole acquisire perché lo ha scritto quel tale e perché ha quel particolare contenuto che il titolo indica. Anche le offerte di vini pregiati specificano, di norma, il DOC del vitigno e chi entrando in libreria chiedesse semplicemente “un romanzo” farebbe almeno la stessa brutta figura di chi, oggi, in enoteca si azzardasse a pretendere mezzo litro di rosso. Sì, d’accordo, sono tutti titoli che hanno concorso allo Strega, e sessanta lo hanno anche vinto, ma avete presente, in sessant’anni, quanti scrittori si sono misurati in quella gara e con quante opere, non tutte, ovviamente, al livello del capolavoro? Fare un’ordinazione alla cieca in quella massa di carta stampata significherebbe davvero sperare un po’ troppo nel caso.

    Immagino che mi si potrebbe rispondere che a essere offerta, in realtà, era solo la possibilità di richiedere informazioni ulteriori e che tra di esse l’elenco dei titoli e quello degli autori saranno immancabilmente compresi. Ma che titolo e autore di un libro possano rappresentare delle informazioni, per così dire, di seconda linea, successive a quelle sul colore della rilegatura e il tessuto del segnalibro, è la prima volta che lo sento dire. Dovevo proprio arrivare alla mia età per scoprire che esistono degli operatori capaci di offrire in vendita un blocco di cento volumi a prescindere dalle indicazioni che ne farebbero altrettante opere degne di essere lette.

    Tanto, mi direte, oggi non legge più niente nessuno e i libri venduti a collane intere, come quelli offerti in edicola agli acquirenti dei quotidiani, sono soprattutto articoli di arredamento, moderno surrogato delle statuette di Capodimonte e delle ceramiche con il pino e il Vesuvio. È vero, naturalmente, ma scoprire che una delle case editrici più blasonate del paese può programmare la propria strategia di mercato sulla base di questa tacita accettazione dell’analfabetismo di massa fa abbastanza malinconia.