Pochi pixel di effe

La caccia | Trasmessa il: 02/10/2008


    Uno dei luoghi comuni più diffusi della retorica giornalistica vuole che le notizie, per essere considerate davvero tali, siano offerte senza fronzoli e orpelli, quasi spoglie nella loro essenzialità. Non è una regola, anche se pretende di essere tale: si tratta, appunto, di un luogo comune o al massimo, se vogliamo essere generosi, di una petizione di principio. Concretamente, nella pratica di quasi tutte le redazioni, è solo un pio desiderio. Ma lo si ripete tante di quelle volte che quasi tutti ci credono e nessuno, così, si meraviglierà della comparsa negli Stati Uniti, per ora solo sulla televisione via cavo e in internet, di un servizio di informazioni intitolato Naked News, “notizie nude”. Il successo è notevole – la versione in rete, apprendo da “Repubblica” di martedì scorso, ha raggiunto i sei milioni di visitatori per mese – e non vi deve essere estraneo il fatto che, assecondando un gioco di parole basato su una fin troppo facile metonimia, a essere nude, oltre alle notizie, siano le conduttrici. Giornaliste bellocce e rigorosamente senza veli gestiscono, non saprei dirvi con quanta competenza, ma suscitando comunque parecchio interesse, le consuete rubriche di notizie internazionali, sport, intrattenimento e così via. Inevitabile la prossima comparsa di una edizione italiana, alla quale già lavora alacremente una équipe di produttori, attualmente impegnati, sembra, nella selezione delle numerosissime candidate presentatesi: andrà in rete, naturalmente, ma forse anche su Sky. Sono in corso le trattative.
    Bah. Uno legge, scuote la testa e passa velocemente ad altro. Per queste cose non è più il caso di scandalizzarsi. Che mediante la mercificazione del corpo umano, ormai, si venda qualsiasi bene o servizio immaginabile lo sappiamo già tutti da un pezzo e non si vede perché il mondo dell'informazione giornalistica debba fare eccezione. Anche il fatto che a esibirsi nature siano (e saranno) soltanto delle annunciatrici, senza neanche uno stracci di annunciatore a fare pari opportunità, non può né stupire né scandalizzare, essendo ben noto che sul mercato il nudo maschile occupa, come si dice, solo una posizione di nicchia e tutti sappiamo anche perché. Personalmente nutro una blanda curiosità su cosa potrà dire, a riguardo, l'ordine dei giornalisti, che con tanto zelo veglia sulla moralità della nostra professione, ma leggo che, qui in Italia, a esibirsi non saranno giornaliste vere e proprie, ma delle semplici “animatrici”, che leggeranno dei testi preparati fuori onda da redattori presumibilmente vestiti fino al collo e non esistendo, per ora, un ordine delle animatrici, non si prevedono difficoltà su quel fronte . È tutto un po' squallido, ma così va il mondo nel primo decennio del XXI secolo e non veniteci a dire che non vi avevamo avvertito prima.
    Dal succitato articolo su “Repubblica” – tuttavia – si può anche dedurre che, quanto a livello di squallore, l'edizione italiana di Naked News comportai, diciamo, un salto di qualità. Debitamente intervistato a piena pagina, il signor Mario Ottolini, “l'uomo che importa in Italia 'il programma che non ha niente da nascondere'” (ha, ha, che risate), dichiara che, pur essendo il nostro un paese cattolico, lui non ha paura alcuna delle critiche che potranno colpire l'iniziativa. “Lo scandalo per qualche centimetro di pelle scoperta in più rispetto a quello che si vede già nella tv italiana? Spero di no. Le riprese sono a distanza” e “la parte genitale inquadrata sarà minima, di pochi pixel.” In ogni caso, si legge nel box accanto, le conduttrici non saranno “delle bellezze alla Playboy”, ma delle semplici “belle signore della porta accanto” e la tutela dei minori, che dalle belle signore della porta accanto, come è noto, hanno tutto da temere, sarà garantita ad abundantiam dal fatto che l'abbonamento, pagabile esclusivamente via carta di credito, verrà riservato agli adulti.
    Sì, da noi è previsto un abbonamento. Niente di oneroso, per carità, soltanto una decina di euro al mese. E poi esisterà anche la versione gratuita, sia su Sky, se le trattative andranno in porto, sia per i telefonini e la tv digitale. Certo, sarà, questa ultima, una variante soft, come a dire esclusivamente topless, restando riservata agli abbonati la “versione nudo” integrale.
    Quei pochi pixel della cosa che comincia per effe introducono, dunque, una distinzione. E il passaggio, vi dirò, mi sembra degno di nota. Non solo perché intervistato, articolista e tutti quanti ammettono disinvoltamente che del corpo altrui si può e si deve fare commercio e tutto il problema, se mai, consiste nella modalità da adottare (questo, ripeto, lo sapevamo già), ma perché è una delle prime volte che detto corpo viene esplicitamente diviso, ai fini venali, in segmenti di valore diverso. Ci sono, come in macelleria, le parti pregiate, la cui fruizione comporta un certo impegno finanziario, e quelle meno, che si possono anche regalare, in una prospettiva, suppongo, di promozione del servizio. La vista di un paio di tette non si nega a nessuno, quella della pur minima parte genitale inquadrata la si riserva all'affezionata clientela. Data la posizione normalmente assunta dalle annunciatrici di telegiornale, che di solito lavorano sedute, non credo che per ora si pongano dei problemi relativi al fondo della schiena, ma non dubito che in un futuro non troppo lontano si troverà modo di valorizzare in senso monetario anche quell'elemento.
    Il mondo, d'altronde, va avanti. Lo scontro tra la difesa della dignità della propria persona e le necessità del mercato, probabilmente, lo abbiamo già perso da un pezzo e non avrebbe senso, ormai, porre dei limiti destinati a venir superati a breve. I principali moralisti attivi su piazza, cardinali, maitres a pénser laici, cattolici e laici clericali, sono appunto su piazza, soggetti anche loro alle fluttuazioni della domanda e dell'offerta e non hanno né l'interesse né la volontà di modificare il meccanismo (il mercato, appunto) da cui traggono linfa e nutrimento. Un giorno o l'altro, suppongo, li vedremo anche loro nudi in televisione. Si sono già calati tante volte le braghe che non dovrebbero avere difficoltà a togliersi il resto.


    10.02.'08