Pellicce, tacchi a spillo e un cadavere nel bagagliaio | Dar'ja Doncova

Gialloliva | Trasmessa il: 05/23/2006



Nell’Unione Sovietica, riposi in pace, di gialli se ne scrivevano e se ne leggevano in quantità enorme (gli autori avevano persino elaborato varianti e sottocategorie proprie, come quel “romanzo di avventure politiche” che abbiamo imparato a conoscere dalle rielaborazioni cubane di Daniel Chavarría) e sembra che nella nuova Russia il genere sia ancora assolutamente vitale.  Peccato che, in assenza di traduzioni,  tutta la produzione sia inaccessibile al lettore occidentale inesperto di filologia slava, categoria in cui è incluso, purtroppo, chi scrive.  In Italia, a parte il tentativo della Piemme, anni fa, di importare i (peraltro mediocri) romanzi della Alexandra Marinina e i pastiches storici di Grigori Tchkhartichvili – quello che si forma B. Akunin – , si è visto davvero poco.  Il che basta, naturalmente, per farci accogliere con interesse questo romanzo di Dar’ja Dankova, un’autrice che qui da noi finora era affatto ignota, ma in patria si vende a decine di milioni di copie e, in tempi recenti, ha fatto furore in Germania.  E va detto che, anche se il gusto dei lettori russi (e tedeschi) deve essere evidentemente diverso dal nostro, alla lettura non si rimane troppo delusi.
        Pellicce, tacchi a spillo e un cadavere nel bagaglio non va giudicato dall’orribile titolo, che va addebitato in toto all’editore italiano: è uno di quei romanzi che si scrivevano una volta, con una investigatrice dilettante un po’ balzana a fare da protagonista, una quantità di comprimari molto, ma molto pittoreschi e una trama misteriosa che vorrebbe rifarsi ai modelli del romanzo di detection degli anni ’30 del secolo scorso, a mezza strada, per intenderci, tra Agatha Christie e Dorothy Sayers.  A guidare le danze, nel caso, è una simpatica, eccentrica multimilionaria, un esemplare che presumiamo atipico dei nouveax riches russi di oggi, che, reduce da un’incursione in pasticceria, si ritrova, appunto, un cadavere nel bagagliaio dell’auto.  Non può rifilare il caso alla polizia e morta lì, innnanzitutto perché nei gialli queste cose non si fanno e poi perché il tipo non le è ignoto, una amica di Parigi la ha incaricata di ritrovare il marito svanito nel nulla a Mosca, la pista dello scomparso porta dritta dritta al defunto e, il mistero, in definitiva, è troppo stuzzicante per lasciarlo risolvere ad altri.  E dire che di grane alla protagonista non ne mancano certo, dal problema di gestire una famiglia allargata incasinatissima a quello di trovare marito ala figlia della migliore amica del primo marito della moglie del suo secondo ex marito.  Ma sapete anche voi come vanno queste cose: un indizio tira l’altro, secondo uno schema che, più che ai modelli della Christie, sembra ispirata a quello di una caccia al tesoro e permette di fare, a ogni passo in avanti, degli incontri sempre più straordinari, fino alla sorpresona finale.  Il tutto è abbastanza vivace e divertente e permette di dare un’occhiata, almeno di sguincio, alle retrovie della società russa di oggi, sia pure in versione di maniera.  Se non siete dei patiti del noir a tutti i costi o dei nostalgici del realismo socialista (o di quello chandleriano) vi divertirete abbastanza.  Se no, portate pazienza e presto o tardi da oltreurali ci arriverà qualcosa di diverso.

23.05.06

Dar'ja Doncova, Pellicce, tacchi a spillo e un cadavere nel bagagliaio (Nesekretnye materialy, 2002), tr. it. di Cinzia De Lotto, "I romanzi Sonzogno" – Sonzogno, pp. 393, € 18,00