L'età dell'innocenza

La caccia | Trasmessa il: 04/22/2007


    Chissà cosa faceva Berlusconi con le cinque belle ragazze in compagnia delle quali si è fatto sorprendere, nel parco della sua villa in Sardegna, dall’obiettivo indiscreto di un fotografo. Nulla di disdicevole, si presume. Lo impone, oltre al rispetto dovuto al rango passato e presente del personaggio, la logica stessa dei numeri: se per le attività che più avidamente i fotografi ambiscono a sorprendere l’essere in tre è già una folla, figuriamoci in sei. E poi in quelle immagini, almeno a giudicare dalle due o tre che sono state riprese dai quotidiani, volto e figura dell’ex presidente non nascondevano certo il passare degli anni e la mise delle fanciulline in nulla contrastava con i precetti della modestia (di camicette accollate come le loro, anzi, oggi non se ne vedono molte neanche alle scuole medie) e l’insieme, se non dava esattamente l’impressione di uno zio indulgente a passeggio con le nipotine, ricordava almeno quella di un professore di lettere al liceo linguistico che scherza con un gruppo di allieve durante una pausa della gita scolastica. E anche se io, a dire il vero, conosco un paio di insegnanti di quel tipo di scuola cui sarei piuttosto restio ad affidare una o più ragazzine, non si può negare che il Silvio nazionale riesca ad avere un’aria innocente anche quando ne tiene contemporaneamente due sulle ginocchia.
    A questo punto, non è chiaro il motivo per cui il nostro se l’è presa tanto quando le fotografie in questione sono state divulgate, come non si spiegano le proteste e le minacce di cui sono stati prodighi, more solito, i suoi vari tirapiedi e collaboratori. Non si può trattare di un semplice problema di violazione di privacy, visto che la privacy di un uomo pubblico, e così ostentatamente proteso alla pubblicizzazione di sé, com’è Berlusconi non può essere paragonata a quella di un cittadino qualsiasi, né come quella può essere garantita e difesa. E d’altronde ha dichiarato lui stesso che l’occasione dell’incontro era, se non strettamente pubblica, certo non di tipo privato (si trattava – mi è sembrato di capire – di una sessione di lavoro tra dirigenti e funzionari del suo partito) e anche se fosse vero che il fotografo ha maliziosamente escluso dalle sue inquadrature tutti i dirigenti e funzionari di sesso maschile (qualcuno, in Forza Italia, ce ne deve pur essere), nessuno potrebbe contestare a un operatore dell’informazione il diritto di documentare un evento del genere. I partiti sono enti di carattere pubblico e di quanto si fa e si dice alle loro riunioni i cittadini possono e devono essere informati in dettaglio.
    Personalmente sarei più propenso a vedere nel rammarico espresso dal capo dell’opposizione una questione, soprattutto, di immagine. Non deve far piacere, a un inveterato tombeur come lui, a un uomo che ha sempre fatto capire – anzi, che ha fatto dichiarare apertis verbis dal suo medico personale – che per tenergli aggiornata la lista delle conquiste un Leporello solo non basta, vedersi sbattere su un rotocalco in palese peccato di castità. Uno come lui, di fronte a tutto quel ben di Dio, a fare qualche avance un po’ esplicita dovrebbe sentirsi moralmente obbligato: non può limitarsi a girovagare sotto le fresche frasche tenendo per mano un paio di forosette. È vero che la legittima consorte gli ha minacciato a mezzo stampa ogni sorta di sfracelli se si fosse fatto pescare in fallo ancora una volta, ma a queste minacce i tipi come lui sono tenuti a non badare, proprio perché nel modello antropologico che incarnano è compresa una certa olimpica indifferenza alle sfide del genere. Non possono essere degli Arcibaldi timorosi delle rampogne di Petronilla, loro, né è concepibile che si facciano inseguire, come un Capitano qualsiasi, da una Tordella armata di battipanni. Eppure, quelle foto ci presentano un Berlusconi cautelosissimo, ben risoluto a non spingersi ai gesti per cui i suoi fan tanto lo ammirano e tanto sua moglie si rattrista. Si capisce, allora, che non gli piacciano e che i suoi fidi intonino in coro la lagna dell’intimità violata. Anche per i più sperimentati mandrilli giunge, un momento o l’altro, l’età della innocenza, ma di solito preferiscono che non lo si sappia in giro.


22.04.’07