Lapponi e criceti | Nicoletta Vallorani

Gialloliva | Trasmessa il: 02/21/2011


    Ricorderete senz'altro Zoe Libra, la tenera protagonista dei romanzi di Nicoletta Vallorani: cicciottella di complessione, spazzina di mestiere, indagatrice per caso e fac totum per vocazione in quella specie di comune libertaria utopica e multirazziale in cui si è trasformata con gli anni la casa di ringhiera in zona Pasteur che ospita lei e la sua pittoresca masnada di accoliti. L'avevamo lasciata nel 2004, con Visto dal cielo, in una situazione non proprio invidiabile, nel senso che era finita in coma, ma non avevamo mai disperato della possibilità di incontrarla di nuovo, visto che le resurrezioni e le quasi resurrezioni sono parte imprescindibile della tradizione del giallo e l'autrice, per quante arie da dura possa darsi ogni tanto, ha un cuore non meno tenero di quello del suo personaggio e non poteva, quindi, lasciarla sospesa in eterno nell'incoscienza. Zoe, così è tornata, anche se per farlo ha dovuto affrontare un regolare trapasso e contrattare il ritorno direttamente con il Padre Eterno. In attesa che le trattative si concludessero, comunque, ha avuto modo di aggirarsi, nell'imprevedibile condizione di allegro fantasma, in città e in particolare nell'amata zona Pasteur. La quale, in sua assenza, si è andata un po' spopolando: Nonna Psycho non c'è più, la sorella folle gode, forse, di un periodo sabbatico in Nuova Zelanda e si è portata con sé le sue tre pestifere bambine (che saranno, a questo punto, abbastanza grandicelle) e l'amica investigatrice Lupin è in giro per il mondo alla ricerca del suo uomo perduto. Restano solo i fedelissimi: Mossàd, timido e geniale avvocato algerino, Nutella detto Nutis, latin lover paraplegico plurilaureato, e, soprattutto, Agata, la figlia di Lupin che ormai ha quindici anni, va in giro con i roller, e fa sfoggio di un linguaggio libero assai e di una logica tagliente in cui comincia appena a insinuarsi qualche inquietudine adolescenziale. Il gruppo, con la collaborazione volonterosa, ma per forza di cose un po' inefficiente, del fantasma narratore, deve affrontare una situazione molto scabrosa: una città caduta vittima del morbo dell'Expo, in cui proliferano tunnel inutili e pareti di vetro nocive e non si riesce nemmeno a trovare un posticino ammodo in cui tumulare le ceneri della compianta protagonista, una città assediata, per così dire, da lapponi (forse bisognerebbe pronunciare làpponi, con la sdrucciola, ma io mi rifaccio ai versi di Ernesto Ragazzoni, che li faceva rimare con “tizzoni” e “ghiottoni”) e da criceti, termini sotto i quali vanno intese, per metafora, due tristi genie di cultori e fruitori della speculazione edilizia. E il guaio è che un gruppo particolarmente nocivo di lappocriceti ha messo gli occhi addirittura sull'edificio di Pasteur e intende prenderne possesso, con le funeste conseguenze che tutti voi potete immaginare.
    Ma il giallo, mi chiederete, in cosa consiste? Be', a essere sinceri, nella trama ci sono almeno un morto e un certo numero di progetti criminali, ma un giallo vero e proprio questo romanzo non è. Diciamo che è l'opera anomala di una scrittrice altrettanto anomala, cui il nostro genere tuttavia deve molto e che questo autorizza a parlarne persino un severo cultore della purezza del mystery quale mi vanto di essere. E siccome i personaggi sono incantevoli e la scrittura della Nicoletta Vallorani anche, datemi retta e provate a leggerlo anche voi: non avrete a pentirvene. Per la prossima volta mi impegno a scovarvi un noir così noir da soddisfare ogni sete di efferati delitti. Ma, per ora, Zoe è di nuovo tra noi e tutti siamo contenti.
21.02.'11
Nicoletta Vallorani, Lapponi e criceti, "Verdenero" – Edizioni Ambiente, pp. 222, € 15,00