Siccome non vero che storia non ripetesi nisi in forma di farsa, nisi altro
xché di qs. tempi farsa e tragedia troppo strettam. intrecciate x permetterci
di ricorrere at classico aforismo marxiano, stiamo tutti assistendo con
interesse at escalation, che, salvo miracolosi imprevisti, porterà a una
bella ripresa raid aerei su Iraq, qlo che mezzi informaz. ormai chiamano
speranzosam. “guerra”, anche se non chiaro come possa definirsi tale
fatto che superpotenza bombardi paese inerme, quale ormai Iraq dopo disastro
‘91. Ma tant’è: procedura sta ripetendosi con impressionam. regolarità:
minacce americane, inettitud. ONU, progressiva adesione at progetto di
alleati europei, compresa Italia di Ulivo, che non può perdere occas. x
esibire propria sottomissione, appelli di papa et chi + ne ha + ne metta.
Sta anche ricominciando, con dovuto anticipo, dibattito su xché mai,
in tanto furore guerresco, qnti a soluz. militare x cultura e convincim.
oppongonosi, qli che talvolta definisconosi “pacifisti”, non riescano
in alc1 modo far sentire propria voce. Occupatonesi giorni fa at
“microf. aperto” ns. radio, con garbo et competenza che propri,
ns. amico U. Gay.
Ora, ascoltatori intervenuti detto molte cose sensate, fatto molte hpt
intelligenti. At qle permettereimi aggiungerne 1 che non sembrami
aver sentito (ma non seguito trasmiss. fino at fine, x cui, se qc1 espressola
scusomi fin d’ora con lui). Qla x cui pacifismo non fa sentire propria
voce x semplice motivo che, al- in ns. paese, 1 pacifismo non esiste.
Comprendetemi. Non intendo dire che non esistano, in It., sinceri
e volonterosi amici di pax, gente che, ultra posiz. ideologiche, preferisce
pax at guerra e provano giusta ripugnanza di fr. ogni manifestaz. di violenza,
specie se statale e armata. Di qs., figuriamoci, haccene tanti, me
e voi compresi. Qla che manca, forse, est cultura di pax, capacità
di organizzare proprio sistema di valori in modo da mettere in risalto
adeguato obiettivo di rifiuto di guerra. Può sembrare paradosso,
in paese di tradiz. cattolica (con chiesa che da sempre celebra mansuetudine
et esalta inermi) e caratterizzato da forte presenza di sinxtra in cui
patrimonio ideale non figura esattam. esaltaz. di eserciti. Ma patrimoni
ideologici a parte, ns. est anche paese in cui forze che di quei patrimoni
portatrici + sembrano vergognarsene, + sunt disposte a barattarli, come
anticaglie desuete, con straordinari portati di modernità.
Lasciamo pure perdere Chiesa, su cui non credo essere competente. Ma
zelo con cui gran parte di ns. sinxtra ha accettato esigenze società di
mercato non lascia grande spazio a vecchi discorsi su pax e guerra. Non
xché qc1 in qs. area messosi teorizzare opportunità di bombardam. a tappeto,
figuriamoci, tutti troppo buoni x farlo. Ma, certo, dominio di mercato
significa competiz. a ogni costo, esaltaz. di chi vince e assoluto disinteresse
x sorte di chi viene sconfitto. Società di mercato est egoista e
violenta, e considera vecchie insopportab. lagne pretese di chi chiede
che sviluppo non avvenga a spese di una soltanto di parti in causa. Considera
giusto che a livello di competiz. sociale sianoci vincitori e vinti. Et
profondam. convinta che propria particolariss. etica abbia valore universale
e tanto peggio x chi non accettala.
In fondo, tra qs. logica et logica di bombardam. a tappeto non hay troppe
differenze. Pax non est 1 di +, qc. che può darsi o non darsi in
qsiasi struttura sociale organizzata e se hay meglio, se no puotesi sempre
cercare introdurcela. Pacifismo, ahimé, può esistere solo in società
strutturalm. compatib. con pax. Difficile che alligni in realtà beluina
in cui capitaci vivere, anche se non sempre rendiamocene conto.
Di solito, fautori di bombe presentano loro scelta come sofferta, drammatica,
ma imposta da motivi di coscienza, da consapevolezza che altro non puotesi
fare. Sarà vero, anche se fa certo eff. sentire parlare di propria
coscienza gente come Taradash. Ma anche scelta opposta, qla di chi
rifiuta guerra, può essere diffic. Vi ricordate, solo pochi anni
fa, Bosnia? Ricordatevi in quanti, anche fra di noi, finito x convincersi
che, x por fine a qlo scempio, qc1 avrebbe dovuto decidersi a intervenire?
E visto che da cosa nasce cosa, ricordate entusiasmo generale qndo
americani, spazzando mesi e mesi di esitaz. e incertezze europee, mandarono
loro aerei bombardare serbi, cui governo, ovviam., erasela proprio voluta?
E ricordate accuse et ironia, che, xsino da microfoni RP, riserbavasi
a “pasdaran di pace” che non mostravano apprezzare quella soluz.?
Ql’atteggiam. era prova di come, anche in ambienti, diciamo così,
non sospetti, in 1 situaz. di crisi, logica di risultato a qsiasi costo
possa prevalere su consideraz. relative a liceità di mezzi impiegati x
raggiungerlo.
Ma scelte leganosi 1 at altra. Xché mai, oggi, st. americani non
dovrebbero bombardare Iraq? Nel ‘91 guerra produsse risultati eccellenti,
tanto da pdv di vincitori, che salvaguardarono loro interessi petroliferi,
qnto da qlo di Saddam Hussein, cui potere fu confermato e rafforzato da
ql’aggressione e che aspettasi vederselo confermare e rafforzare ancor
di + da prossima. Sì, pdv di popolo iraqeno può essere altro, ma
chi se ne fr. Loro non contano. Rischio di morire sotto bombe
abbast. irrilevante rispetto a sicurezza morire di fame grazie a sanzioni
che da 7 anni civile Occidente impone a ql paese. In logica di guerra,
come in qla di mercato, vita umana vale pochiss.
15.02.’98