La casa di ringhiera | Francesco Recami

Gialloliva | Trasmessa il: 11/21/2011


    Milano, zona Porpora Sire Raul. Il signor Consonni, vedovo e tappezziere in pensione, vive una sua vita ordinata e solitaria nel minuscolo, ma lindo appartamento che possiede in una delle superstiti case “di ringhiera”, un tempo tanto caratteristiche della nostra città. La sua attività principale consiste nel badare al nipotino, che la figlia gli affida tre pomeriggi alla settimana e che lui, da bravo nonno, tende a viziare, nonostante le pressanti raccomandazioni in contrario. Il suo hobby è meno regolare: fa collezione di delitti. Raccoglie con scrupolo da libri, giornali, riviste e altre fonti tutte le notizie che trova su fatti di sangue antichi e recenti, e quanto più sono truculenti ed efferati meglio è, e organizza i ritagli e le fotocopie relative in certi suoi quadernoni e classificatori, che, da bravo e competente artigiano, rilega egli stesso con gli scampoli di tessuto e di carta da parati che testimoniano della sua passata professione. Con il tempo si è fatto un po' prendere la mano: è un po' troppo anziano per avere dimestichezza con Internet, ma approfondisce la sua documentazione frequentando la biblioteca di quartiere e, ogni tanto, nel caso di delitti accaduti a Milano e dintorni, compie brevi tragitti coi mezzi per rendersi conto de visu delle ambientazioni. Inevitabilmente, fa le sue ipotesi in tema di motivazioni e colpevoli e qualche volta ci azzecca persino. Figurarsi quando apprende del raccapricciante “delitto della Sfinge” di Lentate sul Seveso: un anziano signore, egittologo dilettante, accoppato con il classico corpo contundente e abbandonato nella sala da pranzo della sua villetta nudo, eviscerato, evirato e atteggiato, grazie a un ingegnoso sistema di sostegni e legacci, nella posizione di una sfinge egiziana. Un richiamo, quello di un omicidio così succulento, cui è impossibile resistere. E Lentate, con i treni della Nord, è praticamente a un passo...
    Ma anche negli immediato dintorni, tra i vicini di ringhiera, la situazione non è tranquillissima. Ci sono i soliti impiccioni, le solite donne indiscrete e i soliti maniaci, naturalmente, ma non rappresentano loro il problema principale. Il fatto è che la coppia che abita nel monolocale adiacente non fa che litigare e spesso i due dalle parole passano alle vie di fatto. E poi c'è, in un altro appartamento, una famiglia afflitta da un padre alcolizzato, con una madre che cerca disperatamente di salvare il decoro borghese e due ragazzini giudiziosi e assai preoccupati che si chiedono se non possono fare loro qualcosa in merito. E a un certo punto una donna viene trovata uccisa, un uomo sparisce, il nipotino del protagonista manca anche lui all'appello, si presentano inopinatamente i carabinieri, si susseguono i colpi di scena... tutti quegli eventi, in realtà, sono collegati tra loro, in un ingegnoso gioco di incastri e alla fine i misteri, compreso quello di Lentate, saranno regolarmente chiariti, ma che angoscia. Francesco Recami, che già conosciamo come narratore raffinato e giallista felicemente anomalo, non ha scritto – come è suo costume – un mistery vero e proprio: piuttosto una sorta di amaro divertissement, che alterna gli spunti umoristici a certi malinconici sottintesi sul tema della vecchiaia e della solitudine urbana, un bozzetto nero dalla trama serrata (nonostante il finale in qualche modo aperto) che mette in scena una credibile scelta di tipi umani. Un romanzo originale e piacevolissimo, tra i più notevoli della stagione. È uscito qualche mese fa e finora mi era sfuggito: non seguite il mio esempio.

    21.11.'11
    Francesco Recami, La casa di ringhiera, "La memoria" – Sellerio, pp. 208, € 13,00