Il senso del maiale

La caccia | Trasmessa il: 03/02/2008


    Apprendo dal “Corriere” di lunedì che alla banca Fortis, un rispettabile istituto di credito belga-olandese, hanno deciso, con rammarico, di rinunciare a Knorbert, il porcellino mascotte dell'azienda, che, oltre a essere utilizzato nelle comunicazioni pubblicitarie, veniva regalato, in forma di salvadanaio, ai ragazzi che aprivano un conto corrente o ai figli dei correntisti. Motivazione (non ufficiale) il desiderio di non urtare la suscettibilità dei clienti islamici, per i quali il maiale, si sa, è un animale impuro. Sembra che siano corse delle proteste in merito, anche da parte di “gruppi organizzati”, e, dopo tutto, nei Paesi Bassi vive più di un milione di musulmani. In attesa di una nuova mascotte politicamente corretta, ai titolari dei conti per minori, per ora, verrà regalata un'enciclopedia.

    Mi unisco, naturalmente, al plauso generale per la sensibilità della banca, che ha persino istituito, come leggo, una società di investimento modellata sui principi della Sharia (e come abbiano fatto, visto che il Corano vieta il prestito a interesse, non saprei proprio dirvi), ma non posso dire di essere del tutto convinto. So, naturalmente, che l'Islam ha ereditato dall'Ebraismo il tabù della carne di maiale, ma si tratta di un classico tabù alimentare e non credo lo si possa o debba estendere automaticamente alle riproduzioni, anche caricaturali, dell'animale. Mentre mi guarderei bene dall'offrire un piatto di salsicce a un amico di estrazione islamica, anche se lo sapessi dedito al libero pensiero, perché certi divieti nascono dalla sfera religiosa, ma si radicano poi nella società, assumendo una specie di dimensione antropologica, non penserei di offenderlo ostentando un salvadanaio in forme suine, o compiacendomi ogni volta che i tre porcellini, nei fumetti e nei cartoons, eludono le insidie di Ezechiele lupo. Anche la nostra cultura prevede certi tabù alimentari, pur senza motivarli in via religiosa: nessuno di noi, per esempio, mangerebbe carne di cane, per quante meraviglie possano dire i cinesi della prelibatezza del chow-chow, ma questo non esclude che di cani tra i piedi ce ne troviamo anche troppi. Gli arabi, d'altro canto, non mangiano carne di dromedario, considerandola anch'essa impura, ma non hanno niente in contrario a cavalcare il simpatico camelide su e giù per il deserto. Insomma, il mio punto di vista è che di tabù in giro ce ne sono anche troppi e non vale la pena di diffonderne altri o allargarne la portata.
    È vero, tuttavia, che la gente si offende per quel che le pare e sarebbe sempre meglio cercare di non dargliene l'occasione. Se uno si mette in quello stato d'animo lì, può considerare un insulto anche il regalo di un innocuo maialino di plastica e bene ha fatto, dunque, la banca Fortis a togliere di mezzo il possibile oggetto del contendere, anche se nella decisione può aver avuto peso il desiderio di piazzare sul mercato islamico quei suoi prodotti finanziari conformi alla legge coranica. Ma, come sempre, il “politicamente corretto” si limita a rimuovere l'epifania del problema, lasciandone impregiudicate le cause. Il suo ideale, in pratica, è quello di un panorama ideologico neutro, di una specie di medietà valoriale in cui le differenze, in qualche modo, siano attenuate e nessuno possa trovare trovi motivi per lamentarsi. Una prospettiva del genere è certo corretta, ma è anche, lo ammetterete, terribilmente tediosa. Io preferirei di gran lunga un mondo in cui popoli diversi convivessero in pace, ciascuno osservando – se lo crede – i propri tabù e disinteressandosi del tutto di quelli degli altri. Un mondo, per capirci, in cui all'offerta in buona fede di un panino al prosciutto il buon musulmano si limitasse a rispondere sorridendo “No grazie”, senza pensare che si cerchi di insultarlo o di vilipendere la sua cultura. In un mondo del genere, in effetti, ho sempre sperato di vivere, anche se ormai ci credo un po' meno.
    Il problema, naturalmente, sta tutto nella precisazione “in buona fede”. È proprio la buona fede che manca clamorosamente nei rapporti tra il Nord e il Sud del mondo e le relative ideologie. E senza stare a sindacare le motivazioni altrui, possiamo convenire che da parte nostra, in questi frangenti, gioca molto la paura, incrementata a sua volta dalla consapevolezza di avere molte, troppe cose da farci perdonare. Di fronte ai fantasmi del colonialismo, del razzismo e dello sfruttamento hai voglia abolire i maialini salvadanaio...

    02.03.'08