I poeti morti non scrivono gialli – Una specie di giallo | Björn Larsson

Gialloliva | Trasmessa il: 10/03/2011


    L'autore di questo singolare romanzo è venuto di recente in Italia, dove ha avuto un grande successo al festival di Mantova e altrove. Non si tratta, come avrete probabilmente letto in qualcuna delle molte interviste pubblicate sulla nostra stampa, di uno dei tanti giallisti che affollano il panorama letterario scandinavo: questo Larsson è un romanziere serio, prosatore impegnato, raffinato poeta, nonché docente di letteratura francese all'Università di Lund. Ma è stato spinto dallo straordinario successo del poliziesco nel suo paese a scrivere questa “specie di giallo”, un romanzo d'indagine, cioè, che affrontando apparentemente la tematica e le convenzioni del mistery, intende, per così dire, svuotarle dall'interno, evidenziandone
    la rigidità e l'artificiosità. Così, sulla morte del poeta Jan Y. Nilsson, autore di raffinatissimi versi che per motivi squisitamente commerciali si è lasciato persuadere dal suo editore a scrivere un giallo ed è stato trovato impiccato a bordo del suo peschereccio prima di firmare il contratto, indaga un singolarissimo poliziotto, tale ispettore Martin Barck (un nome in cui qualsiasi riferimento a quello di Martin Beck, icona fondante del giallo svedese, è puramente casuale), aspirante poeta anch'egli e più portato, di conseguenza, a seguire le associazioni e le atmosfere letterarie che a impegnarsi nella routine degli indizi e degli alibi. Al centro dell'attenzione, del resto, sono il mondo dell'editoria e quello della scrittura ed è evidente che il vero problema, per l'autore – e anche per il protagonista – è soprattutto quello del rapporto tra lo scrittore e la sua opera, in un una specie di gioco di specchi sostanziato da una sottile vena parodistica e una raffinata ironia.
    Non è la prima volta, naturalmente, che un autore colto affronta il nostro genere preferito con l'intenzione, per così dire, di decostruirlo. Tutti noi ricordiamo il “Requiem per il romanzo giallo” (La promessa) di Friedrich Dürrenmatt, che un simile programma si era già posto nel 1958. I risultati possono essere strepitosi, nel senso che La promessa si è rivelato uno dei romanzi più notevoli di quegli anni e questo I poeti morti si colloca a tutti gli effetti allo stesso livello. La storia del povero Jan Y., del suo scaltro editore Karl Petersén, della sua tenera Musa Tina Sandell e del suo amico Anders Bergsten, il noto giallista che è stato incaricato di completare il testo incompiuto, è assolutamente affascinante e le capacità dell'autore di giocare la sua narrazione sui vari registri stilistici, dal patetico, all'elegiaco all'ironico, è veramente straordinaria. Tuttavia, il giallofilo impenitente arriva alla fine con l'impressione che il genere, nonostante tutto, abbia retto alla sfida: la verità, come la si scopre in chiusura di libro, non sarà di tipo tradizionale e le tecniche con cui ci si arriva possono essere un po' eterodosse, ma vedrete che a commettere il delitto è stato comunque il meno probabile degli indiziati e che la routine delle indagini non è poi così inane. Il fatto è che gli scrittori colti spesso considerano elementi essenziali del giallo quelli che sono soltanto abbellimenti di contorno e non si rendono conto che il genere conserva intatte le sue potenzialità anche quando ne vene spogliato. Ma voi non preoccupatevi di queste fumisterie e leggetevi tranquillamente questo bellissimo romanzo: le polemiche lasciatele ai critici, che sono stati inventati apposta.

    03.10.'11
    Björn Larsson, I poeti morti non scrivono gialli – Una specie di giallo (Döda poeter skriver inte kriminalromaner – Ett slags kriminalroman), tr. it. di Katia De Marco, Iperborea, pp. 353, € 17,00