Dire e non dire

La caccia | Trasmessa il: 11/30/2008


    Certe volte si fa fatica a credere alle proprie orecchie. Come quando si sente quello spot pubblicitario che in questi giorni gira su un certo numero di radio, inclusa la nostra. È costruito, più o meno, in forma dialogica: una voce maschile A chiede tutta speranzosa qual è il nome di quel noto medicinale omeopatico francese contro l'influenza. “È quello della ditta tale?” gli chiede a sua volta la simpatica voce femminile B, e, avutone conferma, rompe quel poco di finzione drammatica che si può avere in uno spot pubblicitario per comunicare, con rammarico, che quel nome non lo può proprio riferire. Siamo in radio e in Italia non si può fare pubblicità ai farmaci omeopatici. È vietato per legge. Non disperino però i sofferenti e i bisognosi: nulla vieta loro di chiedere al medico, o direttamente al farmacista, il farmaco contro l'influenza prodotto da quella specifica ditta. Con il che il divieto è elegantemente bypassato e l'ascoltatore resta lì a chiedersi se fosse proprio necessario che una importante multinazionale francese, un produttore di pubblicità che non dev'essere l'ultimo arrivato e una storica emittente della sinistra milanese coalizzassero le proprie forze per farsi beffe della normativa vigente. E siccome almeno a uno di quei tre soggetti siamo affezionati, speriamo solo che non intervenga con ogni temibile severità uno degli enti preposti al controllo dei messaggi pubblicitari.
    Non si corrono rischi del genere – invece – con un secondo spot che affligge, in questi giorni, i nostri canali. È un'altra scenetta dialogata, ma si suppone svolta per via telefonica. A quello che, a occhio e croce, dev'essere il call center del Pirellone telefona un vispo ragazzino, che, rivolgendosi all'operatrice direttamente con l'epiteto di “Regione Lombardia”, chiede a cosa serva il lettore di smart cart che la regione stessa propone in edicola. Be', risponde la brava donna, il lettore di smart cart serve, appunto, a leggere le smart cart, permettendo di fruire di molteplici utili servizi partendo direttamente dal proprio computer. Ma se legge le smart cart, incalza il giovanetto, non potrebbe leggere per suo conto anche i libri? No, risponde la portavoce dell'ente regione, codesto non si può fare. E l'altro commenta con un “Peccato!” che gli esce proprio dal cuore.
    Elogio dell'analfabetismo a parte, avrete notato che i due messaggi sono costruiti secondo procedure tra loro opposte. Nel primo, affermando di non poter dire, si dice tutto, nel senso che si forniscono tutte le informazioni necessarie per reperire e acquistare il prodotto cui, violando la legge, si sta facendo pubblicità. Nel secondo, facendo finta di dire, non si dice niente, visto che i dati forniti, per chi già non sappia cosa sia una smart cart e quali e quanti siano i servizi cui essa permette di accedere, non significano assolutamente nulla. L'ascoltatore, al massimo, potrà ricavarne delle informazioni che non ci si può che augurare sbagliate, come il fatto che sotto questo nostro cielo così bello quando è bello si aggirino dei ragazzini mezzo scemi che credono che la Regione Lombardia sia una persona cui si può dare del tu e per i quali dover leggere un libro è una terribile iattura. Che, per ottenere questo bel risultato, si siano profusi dei bei soldi non può che essere considerata una criminale dilapidazione di risorse pubbliche.
    Ma è anche interessante chiedersi quale idea abbiano di noi destinatari i committenti di questo genere di pubblicità. Ci considerano gente astuta e volpina, capace di cogliere all'istante le loro strizzatine d'occhio e di sogghignare tutti contenti alla prospettiva di contribuire anche a noi, per quanto ci attiene, a gabbare la legge, o vedono in noi dei sempliciotti, che si possono condir via con un paio di frasi affatto generiche e una battuta finale uso asilo infantile? Siccome i committenti sono due, è probabile che entrambe le ipotesi siano vere e che i due poli contrapposti dell'astuzia fine a se stessa e del cretinismo ad alta disponibilità siano quelli che determinano il supposto quadro valori del consumatore medio. Al quale, naturalmente, tutto si può dire, salvo spiegargli a cosa servono i prodotti che gli si offrono e in base a quali principi funzionano. Tanto, sul mercato arriverà comunque quello che si è deciso che arrivi e se le autorità competenti hanno deciso che ci dobbiamo ingozzare di globuletti omeopatici e che non si possa gestire i nostri dati altro che su banda magnetica, globuletti e bande magnetiche ci forniranno comunque e perché fare, dunque, troppa fatica?

    30.11.'08