Differenze

La caccia | Trasmessa il: 04/05/1998




1 scopre da titolo di 1 articolo che FAES, associaz. pedagogica “Famiglia & scuola”, che fa capo at Opus Dei, deciso di conservare, in suoi istituti, tradizionale divis. tra sez. masch. e femm., ben distanti at interno edificio scolastico, o possibilm. collocate in sedi diverse, e dice, be’, che altro possiamoci aspettare da Opus Dei?  Poi legge articolo e scopre che quei bravi pedagoghi non hanno preso loro decisione x motivi che lui aveva rozzam. supposto.  Non pensanoci neanche, coloro,  a rinnovare tradiz. sessuofobica che, in epoche oscure, caratterizzava scuola cattolica.  Figuriamoci.  Si fa così anche a Berlino, dove, su ispiraz. di tale Ingrid Sthamer, caduta di muro prodotto, tra altri benefici effetti, anche ritorno di classi masch. e femm.  In UK Assopresidi sostiene da tempo a spada tratta classi separate e molte scuole già adeguatesi a suoi suggerim.  E in USA, Associaz. donne universitarie, che in ‘92 pronunciatasi contro separaz., tornata da poco su sue decisioni: vera doccia fredda -sembra - x partito di scuola mista, tanto diffusa in ql. paese.


Ora, in USA, a qnto afferma artic. da cui tratto qs. brevi notizie (Resp., 20.03), motivaz. che spinge scuole a separare studenti e studentesse est desiderio “impedire che ragazzine influenzate da esempio negativo di maschi”.  Ma in UK, in Germania e, sopratt., in istituti di FAES, motivaz. sunt molto + serie.  Scientifiche, direi.  “Ultime scoperte di neuroscienza -leggesi- stanno dimostrando che in periodo da 0 a 6 anni cervello di bambino possiede capacità apprendere, elaborare e interiorizzare stimoli intellettivi che non ripetesi + in età successive.  Trova così appoggio scientifico ulteriore metodo di ‘insegnam. tempestivo’ che FAES sta sperimentando da 2 anni in scuola materna ‘Aurora’ a Milano et in ‘Scuola di Fiori’ a Bari.  In pratica bambini vengono bombardati di stimoli fin da 1° anno asilo: imparano subito leggere e scrivere, apprendono 2ª lingua, usano computer x esercizi di logica e matematica, passeggiano x allenarsi osservare e ricordare, esercitanosi in musica e in sport...”


Sì, d’acc., direte voi, ma qs. che c’entra con separaz. di sessi a scuola?  Be’, est facile, spiegaci Franco Calzona, direttore di istituto studi pedagogici di FAES.  “Ragazze sunt + intuitive e rapide.  Ragazzi + riflessivi.  Qs. determina tempi diversi di apprendim. e qlche attrito.  Meglio lasciarli imparare in aule distanti.  Meglio lasciare loro possibilità seguire proprio percorso senza interferenze.  Ciò evita anche verificarsi di quegli stati di soggez. e timore che spesso insorgono tra 2 sessi durante lezioni”.


Sarà.  In effetti, io frequentato classi miste, fin da 1ª media (at epoca eranocene pochine, ma miei genitori con Opus Dei non avevano molto a che fare e, porca l’oca, riusciti imbroccarne 1) e forse qlche senso soggez. avrollo anche provato, ma continuo a ricordare qle esperienze come molto formative.  E come insegnante ho avuto a che fare x quasi 25 anni con classi miste (sia pure a prevalenza femm., come succede spesso in licei classici) e sì, posso testimoniare che qlche diversità in tempi di apprendim. (o meglio, in modo rapportarsi con scuola) hay, ma sempre pensato che motivo x cui ragazze, di solito, + brave, dipendesse da fatto che, poverette, fossero molto + “integrate”, che pressione familiare e sociale cui sottoposte da nascita spingessele a meglio accettare, a collo + o - obtorto, imposizioni, comprese qle scolastiche, a organizzare loro eventuale opposiz. in modi molto + sfumati, at adeguarsi, a scanso di grossi guai, a richieste di istituzione, x cui se dicevaglisi di studiare studiavano et chi studia, non hay santi, a scuola riesce meglio. Ma non mai considerato qs. differenza portato genetico irrevocab., visto che fanciulline,  qndo, grazie anche at frequentaz. di loro scioperati compagni, di qle remore riuscivano a liberarsi, dimostravanosi perfettam. capaci combinarne anche loro di cotte e di crude.  Avrei supposto, anzi, che proprio qs. fosse  “esempio negativo” che tanto preoccupa associaz. americana donne universitarie.


Intendiamoci.  Mie sunt modeste esperienze personali, che nulla possono togliere a conclus. di esperti di Opus Dei, x non dire di ultime scoperte di neuroscienze.  Può darsi beniss. che signorine + intuitive et ragazzotti + riflessivi (anche se idea di distinz. di competenze così radicale mi fa alquanto specie).  Ma x qnto sforzimi non riesco a vedere xché 1 distinz. di genere debba comportare separaz. a livello insegnam.  Bello di esperienza scolastica, sua intima positività, beyond tutte orribili negatività che caratterizzano scuola come istituz., est proprio sua polivocità, sua possibilità di confronto.  At scuola, credete a me, si va + x imparare da propri compagni che da insegnanti.  Rapporto, in ogni caso, est a 3.  E chi affidasi sopratt. a intuiz. non potrà che trar giovam. da chi + abituato a riflettere, proprio come a chi habet a spalle esperienza formativa maschile non potrà che fare di bene scoprire che sue compagne vissuto esperienze molto diverse.  E viceversa, naturalm.


E poi, insomma, pedagogisti di Opus Dei dovrebbero conoscere valore di  coerenza.  Se in pratica scolastica bisogna tener conto di differenze, be’, xché limitarsi a qle di sesso?  Sappiamo tutti che intelligenti apprendono in modo diversi da stupido, bianchi da neri, valdostani da siciliani, ricchi da poveri.  Vogliamo fare scuole diverse x strupidi e x intelligenti, x bianchi e neri, x ricchi e poveri?


Be’, noi forse no, ma loro (non in senso di Opus Dei, ma loro, in generale) sicuram. sì.

05.04.’98