Dematerializzazione

La caccia | Trasmessa il: 01/29/2012


    Dematerializzazione

    Apprendo da un trafiletto sul dorso milanese del “Corriere” dell'altroieri che nel bilancio del Consiglio regionale lombardo sono stati stanziati 50.000 euro alla voce “processo di dematerializzazione”. L'espressione sembra oscura e per qualche verso ingannevole: i cittadini non più giovanissimi possono pensare – per esempio – che al Pirellone sia stato installato, per quella cifra, un apparato simile a quello che, sull'astronave Enterprise, proiettava, dematerializzandoli appunto, il capitano Kirk, il signor Spock e il dottor McCoy su pianeti inospitali e remoti. Se il meccanismo fosse destinato all'uso dei politici regionali, qualcuno potrebbe considerare quei soldi ben spesi, tanto meglio spesi, anzi, quanto più remoti e inospitali fossero i pianeti di destinazione. Ma la tecnologia non è ancora giunta a tanto e di dematerializzazione il bilancio consiliare parla in tutt'altro senso. Si tratta delle spese sostenute per dotare ognuno degli ottanta consiglieri regionali – o meglio, i settantanove che hanno accettato – di un iPad personale, del quale servirsi, presumibilmente, per scaricare documenti, prendere appunti, stendere relazioni e via andare. L'elettronica, naturalmente, rientra a pieno titolo nel regno della materialità, ma è anche vero che i materiali che tratta hanno una corposità molto meno evidente di quelli scritti su carta o incisi su pietra, per cui li si può considerare – con un po' di buona volontà – dematerializzati.
    “L'iPad è uno strumento di lavoro” ha dichiarato il Presidente del Consiglio Boni (leghista), rispondendo alle proteste dell'unico rappresentante del popolo lombardo che ha rinunciato al grazioso omaggio, Gabriele Sola, dell'Idv. E ha specificato che l'iniziativa ha permesso al Consiglio di risparmiare un milione di fogli di carta. Ciò significa presumere che ciascuno degli ottanta consiglieri, nei due anni di legislatura residui, possa consumare 12.500 fogli, pari a trenta risme abbondanti di carta extra strong, dimostrando di essere capace di una produttività veramente lombarda. Ma significa anche dare per scontato che nessuno di loro sia personalmente dotato di computer, notebook o altri dispositivi pur di larga diffusione e che abbia veramente bisogno, per compiere il suo dovere in regione, che glielo paghino i cittadini.
    Oggi, naturalmente, nessuno che voglia contare qualcosa nel mondo può fare a meno del tablet, il prezioso gingillo elettronico che ha relegato il computer portatile nella preistoria, e questo spiega la quasi unanimità con cui i consiglieri regionali se ne sono dotati, anche se – in definitiva – l'oggetto svolge le stesse funzioni del suo predecessore e non risulta dotato di applicazioni specifiche per il lavoro consiliare. Ma l'aggiornamento tecnologico è un valore in sé e non potevamo certo pretendere che i rappresentanti di una regione importante come la nostra si arrangiassero con strumenti praticamente antidiluviani, per cui non protesteremo troppo se, in barba a tutti i discorsi sulla riduzione dei costi della politica, di tablet sono stati dotati a spese pubbliche. Non protesteremo neanche quando, tra un paio d'anni, l'iPad verrà considerato irrimediabilmente obsoleto e bisognerà cacciare chissà quante altre migliaia di euro, per attrezzare i futuri consiglieri con la nuova diavoleria che ne avrà preso inevitabilmente il posto. Siamo solo un po' delusi: quel termine “dematerializzazione” per un attimo ci aveva fatto sperare qualcosa di più. L'idea di poter spedire Formigoni su un lontano pianeta ci sembrava valesse la spesa.
29.01.'12