Telefonami amica che, spinta da bisogno, costretta esercitare mestiere
che, x qnto rispettab., non consiglierei a mia figlia, se avessine 1: responsab.
di collana editoriale narrativa. Ciao, come stai, tutto bene, cosa
stai facendo di b.: scambiamo soliti convenev., ma evidente che lei non
est in forma migliore, che hay qc. che angustiala. E infatti rivelamelo
subito: sta rivedendo traduz. di prossimo volume di sua collana, opera
di conoscente comune (altra creatura che svolge x denaro attività che a
figlia non consiglierei, anche xché ne ho fin troppa esperienza personale)
e non ne est soddisfatta. “Pensa” dicemi “ha lasciato tutte d
eufoniche. Est da 2 ore che le sto togliendo. 1 noia bestiale.”
D eufonica, come ascoltatori sapranno meglio di me, est qla conson. dent.
son. che, secondo norme retto scrivere italiano inseriscesi in coda a certe
preposiz. o congiunz. monosillabiche che escono in voc. qndo x voc. comincia
parola successiva, x evitare fenomeno di iato. Est, in parole pov.
d di “ad arrivare”, “ed invero”, “ed egli”, “ad ogni costo” e simili.
Oggi non prescrivesene + uso come olim: sempre raccomandata qndo
2 vocali da separare sono identiche, ma fassene volentieri a - qndo sono
diverse. In uso contemporaneo, qlo al- cui attengomi io, meglio scrivere
“ed evidentemente”, ma “e ognuno”; “ad abbondanza”, ma “a ogni costo”.
Comunque responsabilità resta di autore, che, mancando norme precise,
può fare 1 po’ come paregli.
A mia amica, comunque, d eufoniche non piacciono e da testo che deve passare
in tipogr. stalle togliendo tutte, cosa che con computer est abbast. fac.
da fare, ma richiede quantità di tempo. Io, comnque, che tendo a
vedere cose da pdv dichi testo scrivelo, non sentomi perfettam. d’acc.
“Ma, senti” dicole “parlatone a traduttrice? Lei che dicene?
In fondo, qla di scegliere di mettere o non mettere d eufoniche est
responsabilità sua.” “Figuriamoci se chiedole permesso” risponde
lei, piutt. risentita. “Avevogli detto prima non metterle. E
in mia collana libro con d eufoniche certo non esce.” At che cambio
discorso, xché evidente che non intendiamoci e non vorrei mettermi litigare.
Tra altro anch’io sto traducendo testo x lei e, anche se io d eufoniche
solitam. non adoperole, se continuassimo in dibattito tentaz. mettercele
tutte senza dubbio finirebbe con venirmi e chissà come andremmo a finire.
Xché probl., in definitiva, - futile di qnto sembri a 1ª vista. Vedete,
1 compra libro, su cui figura nome di autore e, se di caso, di tradutt.
e crede che a qs. 2 personaggi spetti intera responsabilità di qnto apprestasi
a leggere. Sunt loro, in fondo, che firmanolo. Qlo che spesso non
si sa est che testo, originale o tradotto, passato x mani di qntità di
altre figure, che sentitesi in pieno diritto di modificarlo. Quasi
tutte case editrici affidano libri da pubblicare a editor, che può identificarsi
o no con direttore di collana, ma comnque, visto che habet stipendio da
guadagnare, deve proporre sue modifiche: che so, asciugare 1 po’
testo (che vuol dire tagliarlo), o allungarlo, o sottolineare certi particolari
e sfumare su altri, certe volte xsino cambiare finale o impostaz. di qs.
o ql personaggio. Qnto a traduz., che riferisconosi a testi ormai
definiti, spesso redattori addetti loro intereventi fannoli d’ufficio,
senza chiedere permesso a ness1, e non tanto x togliere errori, che, credete
a me, che traduco da 30 anni, se x caso scappatoti vero errore di traduz.,
che può sempre capitare, puoi essere sicuro vedertelo bello stampato in
ediz. definitiva, mentre qc1 accanitosi su resto, cambiando parole che
avevano solo difetto non piacergli: devo avervi già raccontato, anni fa,
di qlo che non voleva che in 1 mia traduz. comparisse parola “senzacasa”,
xché, a suo avviso, bisognava scrivere “senzatetto”: abbiamo litigato
1 bel po’, vinto lui, io protestato e da allora lavoro da qla casa editr.
non avutone +. Tutti poi intervegono d’ufficio, senza avvertire
ness1, x “uniformare”, dicono loro, usi ortografici, punteggiatura, e
cose di genere. E x eliminare, o aggiungere, d eufoniche, che può
sembrare cosa da niente, ma in realtà non lo est.
Xché, vedete, niente di male in consigliare autore, o traduttore, su come
migliorare opera da presentare a pubblico leggente. Consigli servono
sempre. Ma se vengonoti da 1 che su tua opera ha, x così dire, diritto
di vita et morte, in senso che sai beniss. che se non accetti suoi consigli
non pubblicatelo, be’, proprio consigli qli non sono. E anche se
non sei autore vero e proprio, ma qla modestissima entità che in ns. sistema
editoriale est traduttore, hai comunque diritto a far rispettare tue scelte
stilistiche, ortografiche, lessicali. Di modi x tradurre 1 testo
da lingua in altra hay tanti, e tutti giusti, ma sei tu che firmi traduz.
e sei t che devi sceglierne 1. Est tuo dovere, xché paganoti (poco)
x qs., e anche tuo diritto.
Naturalm. problema di fondo est qlo di criteri che adibisconosi x modificare
lavoro di altri. Signora di cui parlatovi ama libri, habet molto gusto
e probabilm. est convinta migliorarli, e ness1 riuscirà mai a persuaderla
(io, al-, provatoci tante volte, ma mai riuscitoci) che non est suo compito
migliorare libri altrui: che unica opzione di cui dispone, se non piaccionole,
est qla non pubblicarli (che est già tanto, come potere), e se in complesso
piaccionole ma in qlche particolare no, be’, non est tragedia: decida
se correre o non correre rischio e lasci giudicare a lettore. Ma
editor di grandi case editrici, + di volte, non ragionano in termini di
mi piace o non mi piace: loro tengono d’occhio mercato, e x loro criterio
di leggibilità confondesi con qlo di vendibilità, che vuol dire dare a
pubblico qlo cxhe desidera e, at limite, togliere a autore qsiasi possibilità
innovare, xché innovaz., da pdv successo di vendite, spesso pericolosa.
Est diffic., x 1 aspirante autore farsi pubblicare, ma ancora + difficile,
credete a me, pubblicare suo libro come scrittolo. Est faciliss.,
invece, x chi conosca persone giuste, accordarsi con tale editor o con
tale direttore di collana e produrre, con suo aiuto e sotto sua supervisione,
+ banale di best seller. Pensateci 1 momento e verrannovi in mente
esempi a bizzeffe.
Cosa c’entra tutto qs. con operaz., in sé abbast. innocua, di ripulire
1 traduz. da d eufoniche indesiderate? C’entra, c’entra: ql’operaz.
s’inquadra, sia pure a livello apparentem. innocuo, in stessa logica.
Che est qla di non lasciare libero autore (ammetterete che anche
tradutt. est autore, no?, anche se sue responsabilità solo formali), di
inquadrarlo in sistema predefinito, in nome di criteri che, quali che siano,
non sono suoi. Che est 1° passo x trasformare scrittura da fatto
di ricerca e di espress. a fatto puram. commerciale, in logica di mercificaz.
di cultura. Bella responsabilità. E speriamo che mia amica
non in ascolto, se no ho paura che dovrò cancellare altra casa editr. da
elenco miei datori lavoro.
25.01.’98