Cosa non si fa per un bacio

La caccia | Trasmessa il: 04/15/2007



    C’è uno spot pubblicitario, tra i tanti che girano per le varie emittenti, Radio Popolare inclusa, che più di altri mi affligge e rattrista. È strutturato, come si usa spesso, nella forma di un breve dialogo e coinvolge due innamorati, presumibilmente alle prime armi. Lui, come il bel Cristiano del Cyrano de Bergerac, vorrebbe un bacio. Lei, come la bellissima Rossana nella stessa commedia, non è del tutto aliena dal progetto, ma non proprio lì e subito. Lì li vedrebbero tutti. Non si potrebbe, piuttosto, andare in cerca di un posticino più romantico? E come si fa? – sbotta lui. – Da quando il Comune di Milano ha provveduto a rinnovare l’illuminazione cittadina la metropoli è tutta uno splendore di luci e provaci tu a trovare un angolo d’ombra in cui appartarsi. “Be’” ribatte lei, con una voce fattasi all’improvviso maliziosetta “allora sposami”. Come reagisca il giovane alla proposta non è dato sapere, perché a questo punto un vigoroso attacco d’organo introduce un vocione fuori campo a dire ogni sorta di bene del Comune di Milano e della AEM, della cui “campagna istituzionale” (credo si dica così) lo spot fa parte e nessuno si prende la briga di spiegare se i due siano destinati a comparire a breve davanti al parroco o al delegato del sindaco o non piuttosto a vagare per la città e gli immediati dintorni in cerca di un lampione casualmente spento. Ma, come vi dicevo, i due sembrano piuttosto alle prime fasi della loro educazione sentimentale e io, francamente, non scommetterei una lira sulle probabilità di una imminente distribuzione di partecipazioni e confetti.
    Scherzi a parte, di motivi per deplorare uno sketch pubblicitario del genere ce ne sono davvero parecchi. Tanto per cominciare, la sua stessa esistenza, visto che non si capisce perché la AEM, che in città gode, in pratica, di una condizione di monopolio, debba spendere fior di quattrini per cantare le sue stesse lodi, invece di impiegarli, che so, per migliorare il servizio o ridurre le tariffe. Poi la brutalità di certe contrapposizioni, che culturalmente sono molto più complicate. Come si fa, santiddio, a identificare “romantico” con “non illuminato”? A Milano, è esperienza comune, ci si può imbattere in una quantità di angolini bui che romantici proprio non sono, hanno, anzi, un’aria piuttosto inquietante e solo il fatto che la città, checché ne dica la sindaca in carica, non è particolarmente violenta o insicura permette ai passanti di avventurarcisi senza timore. E poi, naturalmente, c’è la ripresa, sia pure scherzosa, di quella vecchia concezione contrattualistica dei rapporti personali, la riproposta sbarazzina di quel “se non mi sposi non te la do” che, ancora pochi decenni fa si raccomandava alle giovinette di opporre a qualsiasi richiesta in quel senso, ad afflizione congiunta loro e delle controparti maschili. Sarà un caso, ma il fatto che la pubblicità riprenda il tema in contemporanea con le predicazioni sulla famiglia del cardinale Ruini e dell’arcivescovo Bagnasco non può che inquietare qualsiasi cittadino pensoso del bene comune.
    Perché, anche se le loro eminenze non lo ricordano mai esplicitamente, tra le funzioni che la dottrina chiesastica attribuisce al matrimonio c’è anche quella del “remedium concupiscentiae”, come a dire della istituzionalizzazione pubblica dei rapporti naturali, che, se ci pensate, è quasi esattamente il tema dello spot della AEM. Quel “qui ci vedono tutti”, lo si capisce subito, non va inteso nel suo valore letterale, perché a Milano la gente non se ne potrebbe curare di meno di quello che fanno gli altri e i nostri due innamorati potrebbero baciarsi sulla pubblica via fino a consumarsi reciprocamente le labbra senza che nessuno neanche se ne accorga. Ma, certo, se si sposassero e trovassero – beninteso – un contratto di lavoro a tempo indeterminato che gli permettesse di chiedere il mutuo, non avrebbero bisogno di preoccuparsi della curiosità altrui o di andarsene in cerca di angoli oscuri. Avrebbero la loro casa e il loro contratto con l’AEM che, in armonia con la curia, spenderebbe parte dei loro soldi per spiegargli che cosa fare della loro vita. E non ditemi che quella pubblicità è solo uno scherzo e che la sto mettendo giù troppo dura. L’oscurantismo è sempre in agguato e non tutte le tenebre, ahimè, si possono squarciare grazie all’impianto elettrico.

15.04.’07